domenica 30 dicembre 2007
sabato 29 dicembre 2007
STAGISTA O STEGGISTA?
Un po' di ironia in questi giorni non guasta !
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martedì 25 dicembre 2007
INSEGNANTI, TROPPO MODESTI E MAL PAGATI
Vorrei aggiungere un'ultima idea contraria a quella che è la vulgata , e che secondo me ha danneggiato enormemente gli insegnanti e la scuola nel suo insieme: la gente deve smettere di pensare e credere, perché non deve più essere così, che fare l'insegnante sia per natura un lavoro con cui è possibile "conciliare" la famiglia! Questa è la peggiore iattura della nostra scuola! Fare l'insegnante deve essere un lavoro duro, esattamente come fare il manager... E anche il manager deve poter conciliare il lavoro con la famiglia!
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domenica 23 dicembre 2007
IL PROFESSORE DEI NOSTRI SOGNI
Una scuola divertente e stimolante? E’ quello che ci servirebbe, con professori preparati, motivati e interessanti. Non occorrerebbe quasi nient’altro: né regole speciali anti bullismo, né una qualche speciale cultura del merito, della fatica, della sofferenza (di cui ormai va di moda parlare). Tutto ciò seguirebbe, come naturale e civile conseguenza. Purtroppo, finché continueremo nelle scuole e nelle università ad avere troppi professori, non motivati, mal pagati e non in concorrenza l’uno con l’altro, tutto ciò non avverrà, qualunque ”invenzione” sulla scuola e l’istruzione il governo tiri fuori dal cilindro. In questo video e negli altri che potete vedere su you tube, il cui protagonista è Walter Lewin, professore di fisica ultrasettantenne del Mit di Boston, c’è tutto ciò cui ogni scuola degna di questo nome e ogni professore con si dovrebbe ispirare.
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sabato 22 dicembre 2007
GIOVANI E DONNE VI GIUDICANO
Il punto di vista che ci riunisce è quello di chi vuole allargare il cerchio delle idee e del potere anche alle nuove generazioni e alle donne, generalmente tenute ai margini (o che si fanno tenere ai margini).
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giovedì 20 dicembre 2007
DISOCCUPAZIONE AL 5,6%: L'ITALIA COME IL NORD EUROPA
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mercoledì 19 dicembre 2007
FUOCO INCROCIATO DEI BAMBOCCIONI SUL PROTOCOLLO
Anche stavolta, quindi, si sono privilegiate le pensioni. Sette miliardi e mezzo per evitare lo scalone, finanziati paradossalmente gravando sulle spalle di più giovani, con maggiori contributi e con altre amenità a lungo termine. patetica la rimodulazione dei contratti a termine. Diversamente da Mello non penso che si dovesse "fare di più", sarebbe stato più dignitoso non fare niente. Anzi, in questo seguo il ragionamento di Maniscalco sulla eccessiva rigidità del nostro mercato del lavoro, che scarica tutta la flessibilità sulle spalle dei giovani. In paesi diversissimi come Gran Bretagna e Danimarca questo non succede e la flessibilità non viene vissuta in maniera drammatica.Alla fin fine i due testi, partendo da posizioni politiche lontane, convergono: Maniscalco cita l'egoismo generazionale" di cui parla Michel Martone: ..."Viviamo in un Welfare State ammalato di egoismo generazionale - dice Martone - Nel quale i privilegi dei padri vengono pagati con il futuro dei figli, sul quale grava il terzo debito pubblico del mondo...."E Mello: "Evidentemente scrivendo questoprotocollo sul welfare, chi sta al potere ha scelto a cuor leggero la strada dello scontro generazionale, del bullismo dei nonni sui nipoti, in luogo di politiche lungimiranti..."Insomma, visto che i trentenni convergono nonostante alcuni persistenti pregiudizi, forse sarebbe bene che si parlassero e superassero gli ideologismi che già hanno fatto parecchio male a questo Paese. Il che non vuole dire che si debba buttare via una sana partigianeria politica, sale di ogni dibattito pubblico. Ma che sia a posteriori, non a priori!
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lunedì 17 dicembre 2007
FLESSIBILI E PRECARI
E io credo che, al di là di molte chiacchiere, questo sia un punto cruciale su cui devono puntare i più giovani. E se la scuola e l'università non li informa, cercassero di informarsi loro, in tutti i modi, perché questo è fondamentale per la loro vita.
Pubblicato da angela padrone alle 21:43 8 commenti
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domenica 16 dicembre 2007
CI VEDIAMO IN VIA SALARIA 113
Stavolta il dibattito è meno giovanilistico, ma proprio delle prospettive dei giovani si parla. Appuntamento in via Salaria 113, alle 14,30. Ci sarà un bel gruppo di esperti di giovani e lavoro, con una conoscenza diretta del mercato, come Enzo Mattina (per l'agenzia del lavoro Quanta) e il rappresentante del Ministero del Lavoro, ed esperti universitari come tutti quelli che vedete nella locandina . In particolare Massimo Paci ha scritto molti saggi sui nuovi lavori, sul lavoro che cambia e anche su come dovrebbe cambiare il welfare nel nuovo mercato, quindi sono molto curiosa di sentire cosa dirà. Sul tavolo ci sarà "Precari e contenti" e io sarò ben felice di rispondere ai relatori e agli studenti.
Pubblicato da angela padrone alle 19:41 1 commenti
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venerdì 14 dicembre 2007
ITALIANI DEPRESSI? IN PANCHINA VACCI TU
Partendo da questo spunto siamo tornati a parlare di giovani, lavoro, donne e politica alla trasmissione "In panchina vacci tu" di Radio Radicale, con Francesco Delzio, Giuliano Gennaio, Michel Martone, Federico Mello. Conduceva Valeria Manieri. La trasmissione dura un'ora ma il gruppo è vivace e ben assortito, io credo che sia interessante.
A parte ciò, tornando sulla depressione, è di oggi la notizia di un ricercatore che ha fatto importanti ricerche nella cura contro i tumori e che però ha deciso di lasciare l'Italia per disperazione: si chiama Antonio Porro, 28 anni e se ne va in Svizzera. E' di oggi anche il richiamo della Banca centrale europea: con la Finanziaria 2008 l'Italia ha mostrato scarsa ambizione, il risanamento dei conti non procede. Già. E quel debito pubblico, tra le altre cose, pesa come un macigno sulle spalle degli italiani, ma soprattutto sulle spalle dei giovani e delle donne: perché per quel macigno non si possono fare più asili nido, sussidi alla disoccupazione, assistenza agli anziani, tutto ciò che libererebbe energie vitali per il nostro Paese. Perché è chiaro: non è che siamo tutti depressi! Se ascoltate la trasmissione a Radio Radicale vi rendete conto che ci siamo divertiti un sacco a incontrarci e a discutere (La Compagnia si è data appuntamento di nuovo a Radio Radicale la settimana prossima). Ma restano casi individuali. Collettivamente, l'Italia fa acqua da tutte le parti.
Forse è ora veramente di fare ricorso a risorse nuove, e non parlo di soldi, ma di idee.
Pubblicato da angela padrone alle 14:54 3 commenti
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giovedì 13 dicembre 2007
RAGAZZI, DOVE VI SIETE RINTANATI?
Peccato per chi non c'era. Perché è stato un incontro molto divertente, pieno di idee e di energia. Garantisco che i partecipanti (da sinistra in alto Francesco Delzio, Federico Mello, Michel Martone e, sotto, io) erano tutti più belli di come si vedono in foto (compresa la sottoscritta, che è venuta gigantesca rispetto agli altri, ma solo per mia incompetenza tecnica)
Dunque, a Scienze Politiche, La Sapienza, c'è stato l'incontro "AAA speranza di futuro offresi", condotto brillantemente da Giuliano Gennaio di Coalizione Generazionale e aperto dal professor Giovanni Somogyi. Partirei quasi dalla fine, perché tra il pubblico c'era Daniele Buzzurro, giovane imprenditore, che ci ha raccontato il suo calvario, quando cerca qualche giovane da inserire nella sua azienda: non li trova, o comunque non trova quelli con il profilo giusto e quel minimo di umiltà che serve per entrare in un posto di lavoro. E credo che questa piccola testimonianza abbia colpito (almeno spero) molti dei giovani presenti.
A parte ciò, riassumere tutti gli interventi sarebbe lungo e, francamente, dopo una lunga pedalata in bici con il freddo, una pizza e un bicchiere di vino....
Alcune delle domande che ci hanno attanagliato:
1)questa dei giovani trentenni (e anche ventenni) è una generazione non interessata al proprio destino? Poco propensa a fare politica? Rassegnata a farsi gestire dai soliti politici, tanto criticati? Alcuni lo hanno detto, altri pensato, soprattutto constatando che il pubblico non era proprio oceanico.
2)perché per esempio i giovani sono addirittura scesi in piazza in difesa dell'abolizione dello scalone, che è una delle mosse che più li ha danneggiati negli ultimi anni, mentre con quei soldi si potevano fare sussidi pepr giovani disoccupati, (la famosa flexicurity)? Sono preda di ideologie cieche e autodistruttive? Sono poco informati? Risposta abbastanza affermativa.
3)L'Italia ha un pessimo mercato del lavoro, un'economia frammentata, bassi salari, crescita praticamente zero, produttività stagnante, ecc. su questo siamo tutti d'accordo. Di chi è la colpa? Del debito pubblico. Ma anche di tutti noi che viviamo sereni con i soldi dei genitori, siamo figli unici, erediteremo la casa dei genitori...insomma non è proprio così, ma poco ci manca.
4) Qualche autorità superiore ci restituirà certezze sul lavoro, nelle pensioni, nel welfare? No, nessuna, inutile sperare. Non resta che riboccarsi le maniche.
5) Le " quote"potrebbero servire a qualcosa ? Sì, alla fine l'ammissione è liberatoria. Dopo anni nei quali tutti noi siamo stati contrari alle quote, ormai per giovani e donne non resta altro da tentare. Non è una conclusione unanime, ma in molti oggi intorno a quel tavolo abbiamo detto che forse è una strada. Non possiamo aspettare altri mille anni. Non possono aspettare né i giovani né le donne. E' una dichiarazione d'impotenza? Forse sì, ma è l'unico modo per portare una ventata vera di novità, per sconvolgere una situazione ammuffita che rischia di andare avanti all'infinito, quando a dirigerci saranno solo anziani maschi (meritevolissimi, per carità, forse più bravi di noi, però...anche noi vorremmo provarci) E siccome l'età media dell'elettore italiano si sta alzando vertiginosamente, partiti e sindacati ormai non hanno nessuna possibilità di fare gli interessi dei giovani. E le donne? Tema rinviato.
Quanto ad altre iniziative, per parlare di giovani, donne, lavoro, flexicurity, si è pensato a un calendario con le foto di noi giovani scrittori e cantori del precario (che vuole essere) felice, oppure a una compagnia di giro che rappresenti una specie di Porta a Porta per la riscossa dei giovani e delle donne. Noi siamo candidati. Intanto ci rivediamo e risentiamo tutti domani a Radio Radicale, grazie alla brillante Valeria Manieri (vediamo se trovo una foto... non ce l'ho, ma me la procurerò). Ascoltateci numerosi.
Pubblicato da angela padrone alle 22:58 6 commenti
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martedì 11 dicembre 2007
NONNI, NIPOTI E LE DOMANDE GIUSTE PER IL 13 DICEMBRE
Pubblicato da angela padrone alle 13:19 1 commenti
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domenica 9 dicembre 2007
CERCARE LAVORO NELLA MUCILLAGINE
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giovedì 6 dicembre 2007
IL BONUS VACANZE
Il tempo libero è uno dei valori fondanti del nostro tempo, anche per disoccupati e precari. Che questa non sia solo una provocazione, lo dimostra l’ultimo emendamento in Finanziaria: il bonus-vacanze. L’onorevole del Pd Leddi Maiola l’ha presentato oggi: dovrebbe essere rivolto alle fasce più deboli ed è destinato anche all’industria del turismo che si vedrebbe arrivare un certo ”flusso” anche in bassa stagione.
Che questo ci dica qualcosa su uno dei nostri valori fondanti è evidente, appena ci si riflette un po’: chi mai avrebbe potuto avere un’idea simile nei decenni passati? Negli anni ’50 e 60 in vacanza ci andava solo chi poteva, e anche per quelli non era un ”must”. Io ricordo lunghe estati da pendolari al mare di Roma, e non eravamo indigenti. Già negli anni 70 e 80 le vacanze , anche da poveri, sono diventate sempre più diffuse. Ma, ancora, anche allora uno studente o andava in campeggio , o andava a lavorare nei campi di fragole, oppure era un bel privilegiato. E se un’estate aveva da fare la tesi o doveva lavorare per il suo futuro, le vacanze passavano tranquillamente in secondo piano. Oggi no. La vacanza è più importante della ciriola. Anche se ancora si protesta per il prezzo del pane, mentre non ho mai sentito nessuno protestare per il prezzo dei viaggi a Sharm (che notoriamente sono ”economici” per chi se li può permettere).
Questi buoni-vacanza non andranno lontano. Rimarranno sicuramente un emendamento effimero e senza soldi. Ma ricordiamocene, perché qualcuno ha osato posare una pietra.
Pubblicato da angela padrone alle 18:24 3 commenti
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martedì 4 dicembre 2007
LE "CATENE" DEL LAVORO
Pubblicato da angela padrone alle 17:17 12 commenti
Etichette: assunzioni, burocrazia, colloquio di lavoro, fondazione marco biagi, licenziamenti, regolazione, vincoli
domenica 2 dicembre 2007
STUDIARE E LAVORARE ALL'ESTERO
Ora, qualunque giovane laureato intervisti, a qualunque blog mi attacchi, non si sentono altro che esperienze di quelli che dicono addio Italia, non mi meriti. La maggior parte sono testimonianze di persone in gamba, con una buona laurea, che in Italia si sono trovate ad annaspare in un vuoto sconcertante. Quindi hanno fatto le valigie, hanno preso qualche contatto e, spesso, raccontano di porte che si spalancano, di stipendi che aprono il cuore, di una vita felice, di ampie possibilità di crescita professionale. Comunque sono contenti. Io stessa ho conosciuto giovani che in Italia avrebbero, sì, trovato dei lavori, ma che all'estero hanno scoperto un ambiente molto più stimolante e posizioni di maggiore soddisfazione.
Ma quanti sono quelli che vanno a lavorare all'estero? Non è facile stabilirlo. Qualche dato esiste solo per i ricercatori universitari, per i quali si parla da anni di fuga dei cervelli. Che non si inverte mai. Ma chi va nelle aziende private non appare in nessuna statistica. Certo, sono numeri piccoli, saranno alcune migliaia (cosa vuoi che siano di fronte a 2 milioni di lavoratori a tempo determinato). Però è un fenomeno rilevante. E' vero, le cifre dicono che in altri paesi dell'Occidente il numero dei laureati senza lavoro è veramente esiguo. Da noi invece sono quasi troppo qualificati per le aziende. E allora? Con chi prendersela?
Difficile dirlo. E' una buona parte del mercato e del sistema produttivo che, a quanto pare è obsoleto. Solo un maggior numero di laureati, a lungo termine, lo può risollevare. Ma se poi quei laureati non trovano posto, ecco che il circolo non è virtuoso, bensì vizioso...viziosissimo!
Una strada sicura una volta era fare un master in una università straniera e, poi, da lì, cercare delle opportunità. Ma ormai i canali per cercare lavoro all'estero non si contano. Chi è bravo, intraprendente e sa almeno una lingua (pollice verso se non la sa: vada a lavare piatti per sei mesi in un paese anglofono!) ha buona possibilità, almeno stando a quello che si racconta. Non ho mai sentito una storia in negativo, anzi se ci fosse sarebbe probabilmente l'eccezione che conferma la regola.
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martedì 27 novembre 2007
SOGNANDO DANIMARCA
Infine, anche nel numero di Newsweek della settimana scorsa la Danimarca viene additata ad esempio per le riforme nel mercato del lavoro per paesi con gravi problemi di declino e difficoltà nel settore della produttività e del mercato del lavoro. L'esempio su cui si dilunga Newsweek è quello del Giappone, ma a molte affermazioni che riguardano il Giappone basterebbe sostituire la parola "Italia" e ci si accorgerebbe che il ragionamento funziona lo stesso.
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sabato 24 novembre 2007
PARITA', LAVORO, PENSIONI: LA LUNGA STRADA DELLE DONNE
"Sul lavoro le donne fanno molta più fatica dei loro colleghi maschi ad affermarsi, in termini di stabilità, retribuzione e carriera". Testuale, dall'ultimo rapporto Isfol.
Ciò avviene nonostante le donne studino più degli uomini: nel 2006 il 57,3% dei laureati è costituito da donne. Unico difetto, se lo si può considerare tale: le ragazze continuano a preferire in larga misura lauree del settore umanistico. Questo certamente non sempre le mette alla pari nel mercato del lavoro. Ma i dati chiave sono altri tre:1) molte donne non entrano proprio nel mercato del lavoro, e sono quasi 10 milioni quelle in età lavorativa che non cercano un impiego (il numero degli uomini è circa la metà)
2) in Italia lavora solo il 47% delle donne (l'obiettivo fissato dall'Europa per il 2005 era il 57%)
3) il 67% delle donne ritiene il proprio orario di lavoro troppo lungo e fa fatica a conciliare il lavoro con gli impegni familiari. Insomma, ciò che dovrebbe essere normale (e per gli uomini lo è: cioè avere una vita familiare e anche un lavoro cui dedicarsi) per le donne è sempre il risultato di un doppio salto mortale. Quelle che ci riescono, garantisco, fanno una fatica enorme!
Aggiungo l'appello della campagna dei radicali "Proteggimi di meno, includimi di più", che propone l'innalzamento dell'età pensionabile per le donne, per portarlo alla pari con quello degli uomini. Ecco i due bei video della campagna e il link per firmare l'appello
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mercoledì 21 novembre 2007
IL "LAVORO" NON PIACE PIU'?
Pubblicato da angela padrone alle 11:09 10 commenti
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martedì 20 novembre 2007
I VERI MASCHI SONO I "MAMMI"
Se ne vedono e sentono sempre di più: uomini che si occupano dei bebè, che prendono i congedi per paternità, che fanno le pulizie, che giocano con le figlie, che fanno le stesse cose delle mamme. Tra i padri celebri, se ne vedono anche all'estero: tipo Milliband, il ministro degli Esteri britannico, che ha preso il congedo di paternità nonostante gli impegni intarnazionali. E' successo anche nel governo di Berlino. In Italia, ma non solo, la domanda sotterranea è: ma questi padri non finiranno per essere un po' meno maschi"?
Se lo chiede anche il settimanale Time, con un bell'articolo pubblicato nell'ultimo numero, Fatherhood 2.0 , che è come dire Paternità 2.0. E la domanda, di fronte ai padri-mammi, si trasforma in un'altra: cosa significa essere un uomo oggigiorno? Si è modificata l'idea di mascolinità?
La risposta di Time, settimanale prima di tutto americano, è che sì, gli uomini sono cambiati, non solo i padri. Sono cambiati in meglio. E questi loro cambiamenti , questo allontaamento dalla vecchia idea di "maschio", li aiuta sul lavoro, nel matrimonio nei rapporti con i bambini...e li fa sentire meglio, sia fisicamente che mentalmente.
Due possbili svantaggi: 1) sempre di più madri e padri tengono più al rapporto con i figli che a quello fra di loro; 2) non sempre le aziende sono pronte ad accettare questi nuovi padri, che non mettono il lavoro davanti a tutto, e alcuni uomini sono ancora riluttanti nel prendere dei congedi per paternità.
Tutto questo negli Stati Uniti.
In Italia, paese dei "veri maschi" e delle "super mamme", siamo ancora più lontani. Però, se è vero che la vera rivoluzione, dopo quella delle donne, ora la stanno facendo i nuovi maschi,...bè può essere molto interessante. Anche perché vale la pena di riflettere su questo punto chiave: se anche i padri sacrificassero un po' il lavoro per i figli, le madri sarebbero automaticamente meno svantaggiate!
lunedì 19 novembre 2007
ITALIA, TROPPO COMPLICATA PER GOOGLE
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Etichette: android, borbonia, google, salvatori gianluca, scorza guido
venerdì 16 novembre 2007
I TUAREG SI TURANO IL NASO E PROPONGONO LE QUOTE
Pubblicato da angela padrone alle 12:39 3 commenti
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giovedì 15 novembre 2007
PRECARI NELLA PA, SERVE IL CONCORSO
Pubblicato da angela padrone alle 13:53 4 commenti
Etichette: concorso, dini, natale d'amico, precari
martedì 13 novembre 2007
E LUCA DISSE: RAGAZZI FATE COME ME...
Ma, detto tutto ciò, Montezemolo ha chiuso il discorso scritto e ha cominciato a solleticare l’uditorio: tutti ragazzi e ragazze. Ha chiesto delle domande e ha quasi costretto una bella bionda a chiedere qualcosa…che poi è stata anche una domanda giusta, sullo scarso appeal delle facoltà scientifiche, dove si iscrivono troppo pochi studenti. “Studiate – ha esortato Montezemolo, anche se ci sarebbe stato da chiedergli quanto studioso fosse lui a 20 anni – studiate, ma non solo sui libri – ha aggiunto -. Leggete l’Herald Tribune, che non parla di politici e delle loro dichiarazioni, ma è una finestra sul mondo. Studiate quello che vi sta intorno, siate curiosi, andate in gito. Fatevi una fidanzata straniera. Non pensiate che l’università debba ssere condominiale, muovetevi, apriteli alle sfide. Abbiate coraggio, e pretendete che chi è bravo venga messo in condizioni di vincere”.
Alla fine della seconda parte gli applausi non erano formali, qualche futuro manager domani potrà ricordare di essere stato galvanizzato anche da un discorso così…
Qualcun altro dirà: e gli altri? I meno fortunati? Chi non è tanto bravo, chi non studia in facoltà prestigiose, chi non si chiama Montezemolo? Ricette in tasca credo che non ne abbia nessuno. Ma in tanti ormai stanno battendo sul tasto della meritocrazia: leggete un bel libro del giornalista Giovanni Floris “Mal di merito”. Anche lui non vede altra strada, proprio per i più svantaggiati. Per chi vuole salire più in alto dei propri genitori, per chi vuole realizzare i propri sogni: cercare di essere più bravo. Fortunato quel Paese che riesce a premiare i migliori, soprattutto se non si chiamano Luca Cordero di Montezemolo. L’Italia, come ci racconta Floris per circa 200 pagine, per ora ci riesce pochissimo.
Pubblicato da angela padrone alle 14:56 4 commenti
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sabato 10 novembre 2007
COME SALVARSI DALLA PRECARIETA'...E ANCHE DAL POSTO FISSO
Pubblicato da angela padrone alle 12:44 2 commenti
Etichette: fondazione marco biagi, michele tiraboschi, precari e contenti, sideri massimo
giovedì 8 novembre 2007
NEI PANNI DI UN IMPRENDITORE
"Fare l'imprenditore è un bel lavoro. Si fa solo se è una passione, visto che..... "
Pubblicato da angela padrone alle 19:58 2 commenti
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mercoledì 7 novembre 2007
I MASTER SERVONO VERAMENTE?
Pubblicato da angela padrone alle 14:27 15 commenti
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martedì 6 novembre 2007
CONCORSI E PRECARI NON VANNO D'ACCORDO
Pubblicato da angela padrone alle 17:38 3 commenti
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