martedì 25 dicembre 2007

INSEGNANTI, TROPPO MODESTI E MAL PAGATI

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Mi pare che il tema della scuola, giustamente, appassioni. E siccome il punto vero da cui partire per un rovesciamento di alcuni vizi italiani credo che sia la condizione di insegnante, prendiamo in considerazione alcuni dati, tratti dall'ultimo rapporto Ocse sull'educazione.

Va detto che mai come in questo caso i dati possono essere interpretati in vari modi, quindi io ne tenterò una lettura, che naturalmente è soggetta a correzioni.

Intanto i livelli di spesa "per studente" in Italia sono più alti della media Ocse: in totale 99.778 dollari per tutta l'istruzione primaria e secondaria. Siamo all'ottavo posto dopo paesi tradizionalmente munifici su questo tema (Austria, Danimarca, Islanda, Lussemburgo, Norvegia, Svizzera e Stati Uniti).

Nell'istruzione superiore invece investiamo poco, con una spesa dello 0,9% del Pil. Siamo l'unico paese Ocse che spende per questo meno dell'1% del Pil. E non è certo un buon segno, visto che ormai siamo nel gruppo dei paesi che dovrebbe dare per scontata l'istruzione primaria e invece puntare con decisione su quella superiore e avanzata.

Tasse universitarie: l'Italia fa parte del gruppo con la tasse d'ingresso più basse, ma pochi godono di borse di studio e/o prestiti. Potrebbe essere un pregio, purtroppo l'alto tasso di abbandoni e la lunghezza dei percorsi universitari, spesso farebbero pensare che tasse più alte spingerebbero gli studenti a sbrigarsi di più. A proprio vantaggio.

Ore annuali di lezione: da noi sono tante, più di 8.000 ore tra i 7 e i 14 anni. La media Ocse è di 6.898 ore. Qui ci si potrebbe dichiarare soddisfatti...eppure io ho la sensazione che tenere i ragazzini inchiodati sui banchi per tante ore (anche otto in una prima media), facendoli spesso annoiare, con scarse motivazioni e entusiasmo, dia risultati controproducenti. Ma ovviamente, è difficile generalizzare. Quello che è certo è che le teste dei ragazzi non sono damigiane, nei quali più si mette e più resta, ma sono organismi che vanno stimolati nel modo più appropriato. E su questo i numeri non dicono nulla.

Stipendi degli insegnanti: da noi sono più bassi della media Ocse. Si calcola che un docente di scuola media con 15 anni di servizio guadagni 8.500 dollari l'anno in meno della media Ocse.

Un insegnante italiano però fa in media meno ore di lezione (735 nella primaria e 601 nella secondaria, contro le 803 e 707 della media Ocse), ha meno alunni (18,3 alunni per classe nella primaria e 20,9 nella secondaria, contro i 21,5 e 24,1 della media Ocse). Questo vuol dire che ci sono più docenti per numero di alunni.

Ecco perché dico che forse in Italia ci sono troppi insegnanti, mal pagati e da cui ci si aspetta a volte troppo poco. Loro stessi sono modesti o fanno troppo i modesti. A questo rispondono i sindacati che è difficile fare paragoni, perché da noi ci sono gli insegnanti di sostegno, e spesso i docenti fanno anche da bibliotecari o assolvono ad altre funzioni di supporto, che all'estero sono svolte da "non docenti". E' anche vero che questa è per l'appunto la descrizione di una realtà sciatta, in cui tutti i gatti sono grigi e non si distingue tra professionalità, competenze e stipendi.

Gli insegnanti non dovrebbero più considerarsi ed essere considerati come povera e derelitta categoria di lavoratori, per fortuna rappresentati da forti sindacati; dovrebbero invece diventare élite del lavoro intellettuale il cui obiettivo principale, anzi unico, sia formare intelligenze e cittadini nuovi. E quindi reclutare i migliori laureati ed essere pagati di conseguenza. Sogno?

Vorrei aggiungere un'ultima idea contraria a quella che è la vulgata , e che secondo me ha danneggiato enormemente gli insegnanti e la scuola nel suo insieme: la gente deve smettere di pensare e credere, perché non deve più essere così, che fare l'insegnante sia per natura un lavoro con cui è possibile "conciliare" la famiglia! Questa è la peggiore iattura della nostra scuola! Fare l'insegnante deve essere un lavoro duro, esattamente come fare il manager... E anche il manager deve poter conciliare il lavoro con la famiglia!



15 commenti:

Anonimo ha detto...

Insegnanti mal pagati? Gli stagisti
sono mal pagati, anzi non vengono
proprio pagati.

Marco Patruno

Anonimo ha detto...

@marco
Gli stagisti non è previsto siano pagati - a meno che il datore non preveda rimborsi spese ma si tratta di qualche cosa di totalmente discrezionale e commisurato al singolo stage e alla persona, come certamente già sai - perchè il loro è un tirocinio finalizzato all'apprendimento.
Non sono lavoratori in senso stretto, sono tirocinanti in apprendimento per avere crediti formativi se ad esempio vengono dall'università.

:-)

Anonimo ha detto...

Le leggi non sono dogmi. Sono
fatte dagli uomini e possono
essere anche sbagliate. Pertanto modificabili.

Marco Patruno

Anonimo ha detto...

Quindi capiamo un attimo:
a tuo parere un ragazzo dovrebbe essere di base pagato per un lavoro che nella stragrande maggioranza dei casi è convinto di saper fare ma non sa fare - e anzi dove può anche creare danni - e nel quale riceve già dei crediti formativi che lo aiuteranno per raggiungere la tesi di laurea.

Quindi in sintesi l'imprenditore gli dovrebbe insegnare il suo lavoro, e pagarlo anche per questo.

Anonimo ha detto...

Caro Amico,

allora l'imprenditore si cerchi
una persona esperta, che sappia fare il suo lavoro e lo paghi.

Marco Patruno

Ladypiterpan ha detto...

Caro Marco,
io mi sono laureata nel 1994 e allora, per iscrivermi all'albo professionale, ho fatto un anno (solare)di tirocinio obbligatorio presso una struttura pubblica prima di poter accedere all' esame di Stato. L'ho fatto, arraggiandomi con altri lavoretti per essere indipendente economicamente.
Ti posso assicurare che lì ho imparato cose che durante il corso di studi non ho mai imparato...
I futuri avvocati fanno praticantato per due anni, i futuri commercialisti addirittura per tre. E allora? Pensi che questo, o gli stage, siano solo sfruttamento?
Io ho conosciuto persone che per anni, nelle strutture ospedaliere, hanno fatto i "volontari" per anni...All'epoca non c'erano gli stage.

Anonimo ha detto...

Il problema sono gli stage che vengono proposti a persone gia' laureate (e quindi non per tirocini universitari) e che hanno gia' fatto diversi stage non pagati o pagati con mance misere,per essere sfruttati e non per insegnare loro il mestiere.Questo e' il problema e cioe' l'utilizzo fuorilegge dell'istituto dello stage(che credo valga per la maggioranza dei casi9,come accade in Italia per tutto,tipo i Co.co.pro usati per mascherare collaboratori dipendenti a tutti gli effetti e con falsi progetti.Occorrerebbe una cultura diversa anche da parte degli imprenditori ma anche controlli severissimi.

Anonimo ha detto...

@marco
Le tue parole si commentano da sole.
Da quello che ci scrivi, l'imprenditore dovrebbe cercare solo persone esperte nel fare il proprio lavoro e non investire sui giovani.
Lo stage è strumento sia per laureandi, che per laureati, fino a 18 mesi dopo la laurea, essendo un istuto che serve proprio a far entrare gradatamente il laureato che si avvicina ad un lavoro nuovo che non sa fare allo stesso lavoro, e permette al laureato di capire se quello è il lavoro che fa per lui, e all'imprenditore se quella è la persona che fa per lui.
La laurea da sola non si traduce automaticamente in lavoro, la tua visione non aiuta i giovani, ed è fouri target dal Mercato Reale del Lavoro.

Anonimo ha detto...

Non mi sembra che i ragazzi di oggi pretendano stipendi stellari,ma almeno i soldi per pagare spese copme l'affitto mi sembrano necessari:tra uno stipendio di 1500 euro e un rimborso di 300 mi sembra ci sia tutto un mondo di mezzo...

Anonimo ha detto...

1500 euro al mese non li guadagna neanche un professore del liceo...!

Anonimo ha detto...

@benny:
certamente hai ragione, questi soldi sono necessari.
Non è però lo stage lo strumento che serve per farli guadagnare - li ci pensano i contratti di lavoro, cosa che lo stage non è.

:-)

Marco Schutzmann ha detto...

Scusa Prime, ma spendere 300 euro al mese non mi sembra un grande investimento.
A Ladypeterpan: il fatto che conosci molti "volontari" non significa che non siano in effetti sfruttati: cavolo, tre anni con i rimborsi spese, non ti sembrano sfruttamento? capisco che all'inizio il lavoro bisogna impararlo, e sicuramente non si ha la stessa produttività di chi è esperto; però chiedere il minimo per sopravvivere mi sembra più che lecito. Altrimenti si manda avanti solo chi si può permettere di stare sulle spalle dei genitori fino a quarant'anni.

Anonimo ha detto...

@marco schutzmann
L'investimento non è tanto di natura economica con lo stagista - anche perchè l'investimento economico è solo una possibilità da attuare in quei casi dove abbia senso farlo - quanto di tempo che si dedica a lui sottraendolo ad altre opzioni lavorative. Non sarai anche tu tra quelli che pensano che "un ragazzo dovrebbe essere di base pagato per un lavoro che nella stragrande maggioranza dei casi è convinto di saper fare ma non sa fare - e anzi dove può anche creare danni" ?

Ricordando sempre che il rapporto per ciò che riguarda lo stage è di natura formativa - e non è erogazione di lavoro quindi - tra la ditta e l'ente formativo - e quindi non con il ragazzo direttamente - vengono meno tutta una serie di richieste/osservazioni/idee indicate anche in questi commenti che perdono completamente di senso.

Lo stage è stage. Per il resto ci sono molti tipi di contratti di lavoro e a quelli devi ricondurre le tue osservazioni nel caso, non allo stage che c'entra poco.

Anonimo ha detto...

Scusa prime ma se uno stagista appena assunto come dici tu fa dei danni perché ovviamente non sa fare un lavoro il datore é libero di licenziarlo senza preavviso,per cui non vedo quale male possa arrecare un neostagista.
In tutti i lavori nessuno nasce professore,nessuno sa fare un lavoro appena inizia,e quindi cosa facciamo:lavorano tutti gratis solo perché sono all'inizio?
Lo so che lo stage che non é un contratto di lavoro ma appunto per questo i datori non devono assimilarlo a tale:visto che molti usano il contratto di stage non per insegnare ma per pagare meno la manodopera.

Anonimo ha detto...

@benny
Il male è nel tempo perso - spesso tanto - che nessuno ci ridà mai indietro purtroppo, neppure volendolo.

Nessuno nasce imparato in alcun lavoro, solo che esistono lavori che esigono praticantati - e ne obbligano a fare - che corrispondono a stage, e altri lavori che invece non ne hanno. Forse un po + di equidistanza e parità tra i settori sarebbe necessaria. Anche perchè, nessuno lavora gratis e nessuno stagista è assimilato ad un lavoratore, non essendo lo stage un lavoro.

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