mercoledì 29 ottobre 2008

AMARE VERITA'



Ho ipotizzato in quest giorni che gli studenti siano caduti in un grande equivoco e stiano infatti protestando "contro se stessi". I maestri e prof, invece protestano per difendere i propri interessi. I genitori...mi astengo da illazioni. Vi giro il link al commento di Gianluca Salvatori, centrato più sull'università che sulla scuola, e che condivido quasi parola per parola.

domenica 26 ottobre 2008

VOGLIO ANCHE IO IL TORNELLO!


Nuova provocazione di Brunetta: tornelli anche per i magistrati, perché alcuni lavorano scandalosamente poco. Certo, altri invece lavorano il giusto e molti altri, ovvio, lavorerano anche più del dovuto. E io? Sono anni che lavoro troppo, sono anni che sogno un tornello che arrivi a liberarmi dall'incubo di una vita passata in ufficio! Se avessi avuto il tornello, tutti questi anni, avrei facilmente totalizzato in tre giorni le mie ore di lavoro settimanale e mgari avrei guadagnato il doppio, o avrei avuto diritto a più giorni di vacanza. Invece niente tornelli. Lo so anche io che molti giornalisti non lo potrebbero mai sopportare: il nostro lavoro non è tutto uguale e c'è chi lavora duramente anche senze essere presente al giornale (sia detto senza ironia). Viceversa, la maggior parte di quelli che lavora poco non si alza mai dalla sedia. Eppure, un bel tornello... :-P
Basta, sapete come finirà? Che prima o poi i tornelli li metteranno anche ai giornalisti. Ma allora sarò così stanca per aver lavorato tanto, che alla fine non ci guadagnerò niente. Anzi, il tornello certificherà che anche io sarò finalmente diventata fannullona. Una libeazione.A proposito, come farà il tornello a dimostrare che ho anche lavorato per il blog?

venerdì 24 ottobre 2008

LE AGENZIE DEL LAVORO CAMBIANO PELLE




L'ex ministro Tiziano Treu ha visto crescere la sua "creatura", ed era quasi entusiasta. L'ho visto a una presentazione del nuovo contratto nazionale delle agenzie di somministrazione di lavoro, di cui qui si è già parlato con il video di Bocchieri. L'evento era organizzato da Adecco, tra i leader del settore.



Treu nel '97 era ministro del Lavoro quando fu introdotta per la prima volta una legge che prevedeva la nascita delle agenzie di lavoro temporaneo e una riforma organica del mercato del lavoro, per consentire al mercato un po' di flessibilità. L'occupazione era a livelli bassissimi, e da allora è costantemente aumentata, perfino nei periodi di scarsa crescita. Allora però le agenzie di lavoro interinale nascevano proprio come dei brutti anatroccoli e in tutti questi anni hanno mantenuto una cattiva fama. Sono state prese a simbolo della precarietà, della mercificazione del lavoro e simili. Avrebbero dovuto avere invece un'importante funzione di fluidificare il mercato, renderlo più trasparente e accessibile.



Fatto sta che ora con il nuovo contratto, le agenzie si candidano a svolgere in futuro una funzione di protagonisti sul mercato del lavoro, sostituendo così la mano pubblica, che finora si è dimostrata del tutto inadeguata. Non più solo lavoro a termine o temporaneo, temporaneissimo, ma anche assunzioni a tempo indeterminato, pensione, malattia, maternità, e perfino indennità di disoccupazione e politiche attive di ricerca del lavoro. Insomma, le agenzie del lavoro propongono la loro flexicurity, il loro piccolo welfare privato. In cambio, scrivono nel loro contratto che hanno la possibilità di licenziare il lavoratore per il quale , per vari motivi, non ci sia disponibilità di lavoro. Il contratto si può migliorare, ha sottolineato Treu, ma intanto fa un grande passo avanti. Peccato solo che in Italia le agenzie del lavoro rappresentino una piccola fetta del mercato: la maggior parte della gente continua a cercare e trovare lavoro attraverso una rete informale, fatta di legami familiari, amicali e altro. Altro che trasparenza.

giovedì 9 ottobre 2008

UN OTTO? VALE COME UN DISTINTO!


Mia figlia mi ha comunicato di avere preso un bellissimo voto in Geografia, un 8. ”Otto corrisponde a Distinto, lo sai mamma? E Distinto non lo danno quasi mai!” Ecco come i ragazzi reagiscono alle novità della scuola, niente di clamoroso, loro si adattano a tutto anche se ogni cambiamento un po’ li spiazza” E dire che noi invece traducevamo il ”distinto” in voti.

Tutto questo per dire che le riforme della Gelmini, su cui si sta scatenando l’inferno, al punto che i professori arringano gli studenti e li montano contro il ministro, mi sembra una tempesta in un bicchiere d’acqua. Lo stesso per un altro refrain dell’anno: ”Quest’anno i professori saranno più severi, colpa della Gelmini”. Davvero? Ma allora prima non facevano il loro lavoro, si potrebbe obiettare. La verità, mi sembra è che il nocciolo duro della questione scuola non sia stato affrontato: come garantire la qualità degli insegnanti e il valore delle ore passate a scuola? Questo è il punto vero della discussione sulla scuola, tutto il resto ha un sapore terribilmente marginale. Perfino la discussione sul maestro unico, che ha certamente un fondamento, si dovrebbe ricondurre alla domanda: come facciamo a sapere se i maestri sono all’altezza del compito che svolgono? Non è un delitto di lesa maestà domandarselo, spero, oppure tutti i maestri e professori si sentono offesi solo dalla domanda? Intanto assistiamo alla sollevazione di insegnanti e soprattutto sindacati, che hanno proclamato lo sciopero per il 30. Ma io stento a capire veramente intorno a cosa ci si accapigli. Si vuole ridurre il numero degli insegnanti, si sottolinea. Qualcuno addirittura ci legge un ”attacco” all’occupazione femminile, visto che nella scuola gli insegnanti sono quasi tutti donne. Ma stiamo scherzando? La scuola non è un ufficio di collocamento per disoccupati. Negli altri Paesi, nei quali i prof sono pagati meglio che da noi, il loro numero è più basso, e la mole di lavoro forse superiore. Ripeto: non dovremmo piuttosto chiedere che vengano reclutati e valutati secondo quei criteri di merito e di valore che si vorrebbero poi ritrovare nelle classi? Il ministro Brunetta getta un ennesimo sasso nello stagno, come è suo costume: gli insegnanti lavorano poco e, per quello che fanno, guadagnano anche troppo. Può sembrare una provocazione, perché gli stipendi degli insegnanti sono veramente bassi. Ma discutiamone, se siamo capaci.

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