giovedì 20 dicembre 2007

DISOCCUPAZIONE AL 5,6%: L'ITALIA COME IL NORD EUROPA


Stavolta abbiamo un dato positivo, molto positivo, talmente positivo che qualcuno forse non ci può credere. L'ultima rilevazione Istat ci dice che la disoccupazione in Italia è al 5,6%. Una percentuale che non si ricorda a memoria d'uomo. Per trovare percentuali analoghe bisogna risalire ai favolosi anni Sessanta, forse. Forse, perché l'Istat ci informa, correttamente, che questo è il miglior dato dal 1992. Na la limitazione all'anno 1992 è solo dovuta al fatto che è da quella data che l'Istat ha serie storiche confrontabili per legge, dopo che l'Istituto stesso fu riorganizzato. Però perfino io mi ricordo che negli anni '80 la disoccupazione era intorno all'11%, se non oltre.

Siamo quindi ormai vicini ai dati di paese "moderni", come l'Irlanda, la Gran Bretagna, la Danimarca...pazzesco, se si pensa alle lamentazioni che si alzano da tutte le parti: la gente ha il gusto di lamentarsi? Non credo. Credo però che non abbiamo l'esatta percezione di ciò che succede.

Per chi fosse scettico, l'Istat ci informa anche che il numero degli occupati è salito di 416 mila unità (metà dei quali sono immigrati). Quindi siamo a 23 milioni e 416mila occupati. E il tasso di occupazione sul totale della popolazione è salito un po': è al 59,1%. Ancora lontano dagli obiettivi della Ue, perché la situazione delle donne nel lavoro è scoraggiante: il dato dell'occupazione femminile è così basso rispetto ad altri paesi che ovviamente fa crollare la media. Se poi si vanno a guardare i dati scorporati si scopre che, come al solito, il Meridione dà risultati molto al di sotto della media. Però passi avanti ci sono, sarebbe folle non vedere.

Sull'ultimo numero di Panorama, intanto, c'è un servizio sui precari contenti....quelli che sono ben felici di usufruire delle possibilità di un mercato più flessibile rispetto al passato, quelli di cui parlo anche nel mio libro. Insoma, in Italia non tutto fa così schifo, anche se la sensazione di insoddisfazione generale va capita bene: e forse è ora di sfruttare queste "occasioni" che abbiamo, e non solo liquidarle come inutili. Credo per esempio che sempre più spesso incontreremo dei lavoratori post-moderni, flessibili o come li vogliamo chiamare, che guarderanno dall'alto in basso i loro colleghi con un misero posto fisso. E che non capiranno.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Trovo curioso come L'Italia abbia un tasso di dicossupazione del 5,6% e allo stesso tempo abbiamo gli stipendi tra i più bassi d'Europa.Deduco che il nostro é un paese dove la manodopera ha un basso costo.

Anonimo ha detto...

@angela
Interessante l'inserto di Panorama, già quando lo si era letto giorni fa era rimasto impresso per la sua visione "reale" della flessibiità, non infarcita dei soliti luoghi comuni che la vedono come la "madre di tutti i mali".

Cosa ne pensi si organizzare, insieme agli amici comuni e magari anche altri, un incontro portando una serie di lavoratori con il contratto flessibile che sono "felici e contenti, e che guardano davvero dall'alto in basso i loro colleghi che hanno un misero post fisso" ?

Si farebbe un ulteriore passo avanti.


@benny
Deduci male Benny. Abbiamo stipendi bassi perchè le aziende non hanno "fisicamente" soldi da versare oltre quelli che già danno.
Gli altri paesi a cui tu fai riferimento non hanno il nostro debito pubblico, è una cosa che non devi scordare mai.
Questo grava su tutti noi come un macigno, e non permette al paese di avere bassa tassazione, e quindi di rimbalzo non permette agli imprenditori di alzare i livelli degli stipendi.

prime

Ladypiterpan ha detto...

Un pò di provocazione...
Non ho letto i dati Istat e mi chiedo se è stato rilevato (o è possibile farlo)il dato di tutti quelli che il lavoro non lo cercano più. Anche questi possono essere importanti, o no? E i dati di tutti quelli che il posto di lavoro l'hanno perso, vengono rilevati?
Anna

angela padrone ha detto...

cara ladypiterpan...e tutti quelli che forse non hanno letto tutto il mio posto. Non è solo la disoccupazione a diminuire...l'occupazione è aumentata di oltre 400 mila persone. E' un risultato clamoroso, soprattutto vista la bassa crescita.
@prime
io non ho il tempo di organizzare, ma se ci riusciamo sarebbe una bella iniziativa :-)

Anonimo ha detto...

@ladypiterpan
E' interessante quello che dici, in particolare su un target di persone ben preciso, cioè quelle comprese tra 35 e 50 anni.
Questi sono al limite dei giovani (si è giovani fino a 40 anni) ma pienamente nei senior.
Una volta che si trovano in una azienda in crisi che è costretta a licenziarli, hanno enormi difficoltà a ritrovare il giusto posto di lavoro.
E' un target che si dovrebbe tenere d'occhio, vi stiamo facendo uno studio sopra proprio in Confin.

@angela
Le persone non mancherebbero certo, è una iniziativa per il post-vacanze ...

:-)


prime

angela padrone ha detto...

bè, la citazione di Panorama era quasi ironica: mi fregano l'idea, quasi il titolo e nemmeno mi citano??!! shame on them
però tutto sommato mi fa piacere, perché credo molto nelle idee e nella loro capacità di camminare da sole, anche senza la mamma!

Ladypiterpan ha detto...

@t Prime
Hai perfettamente ragione riguardo quello che dici. Che si fa quando ci si viene licenziati tra 40 e 50 anni! Ci si reinventano nuovi lavori. Io ho conosciuto diversi colleghi del mio settore che l'hanno fatto. Tieni presente che parlo di persone molto qualificate, laureati in discipline scientifiche.
Riporto qui l'ecatombe del farmaceutico degli ultimi anni (me
li sono conservati i numeri, personalmente...nessuno ha mai parlato di questo).

ago-04 Pfizer Cessione del contratto per
190 informatori della linea "Searle" alla società Marvecspharma Services srl.
mag-05 Keryos Riduzione di personale: risoluzione del rapporto di lavoro con
22 informatori in esubero rispetto alle esigenze della società.
feb-06 Solvay Pharma e Fournier Pharma: cessione di rami d'azienda alla società X-Pharma srl di
70 informatori della Divisione Minerva linea "General" dalla società Solvay Pharma (lavoratori ed alcuni farmaci) e
128 informatori della linea "Thylmer" dalla società Fournier Pharma (solo i lavoratori)
set-06 Wyeth procedura di mobilità per
120 informatori (e 38 dipendenti dello stabilimento di Aprilia)
dic-06 Merck esubero di
160 informatori per tutto il gruppo Merck (compresi Gentili e Neopharmed), fino al 31 dicembre 2006 dimissioni incentivate, da gennaio sarà mobilità. Ai 160 bisogna aggiungere 40 esuberi di sede.
gen-07 Pfizer Italia S.r.l. Cessione di ramo d'azienda di due linee "Labs" e "Power" alla società Marvecs pharma srl per un totale di
440 informatori, pari a circa un terzo dei circa 1100 informatori della Pfizer Italia di allora.
gen-07 Bayer mobilità per
71 informatori e
9 capi zona della linea "primary care" ex Schering.
lug-07 AstraZeneca esubero 160 informatori
140 informatori linea primary care
15 informatori linee specialist
5 informatori posizioni CAM/RAM
lug-07 Simesa esubero
140 informatori
ott-07 Merck Sharp & Dohme Riduzione dell'organico aziendale
144 attraverso la cessione di ramo d'azienda dalla linea "Corum" alla X-Pharma srl e
126 mediante dimissioni incentivate.
dic-07 Roche esubero di 217 persone:
34 interni e
183 informatori.
dic-07 Rottapharm
non rinnovati i contratti di 31 colleghi assunti come agenti.
dic-07 Marvecs esubero
153 informatori
dic-07 Sanofi Aventis preannunciati
400 esuberi
dic-07 Novartis preannunciati
120 esuberi
Come potete leggere, tanti miei colleghi, hanno ricevuto una bella lettera natalizia!

Ah, proposito, ho dimenticato di scrivere che, molti di questi posti di lavoro persi, sono stati ricreati con contratti a tempo determinato...
Bella mossa, no??

Allora, quando si parla seriamente di flexsecurity in questo "strano" nostro Paese?
Anna

Anonimo ha detto...

@ladypiterpan
Alla politica interessa poco di queste figure perchè hanno scarsa rilevanza ai loro occhi.

Per il resto, per parlare di "flexsecuriy" in maniera seria in questo paese è necessario prima iniziare a sdoganare la flessibilità in alcune specifiche mentalità.

Questo paese vive troppo di sussidi e poco di liberismo.

Basta pensare che è riuscito a trasformare una parola di per se proattiva e positiva - cioè "flessibilità" - in una parola pessimista e negativa - cioè "precarità".

Iniziamo a fare informazione reale e con una flessibilità "vera" e "reale" in tanti aspetti delle nostre vite lavorative, arriverà anche la "flexsecurity" di cui parli.

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