giovedì 17 luglio 2008
martedì 20 novembre 2007
I VERI MASCHI SONO I "MAMMI"
Se ne vedono e sentono sempre di più: uomini che si occupano dei bebè, che prendono i congedi per paternità, che fanno le pulizie, che giocano con le figlie, che fanno le stesse cose delle mamme. Tra i padri celebri, se ne vedono anche all'estero: tipo Milliband, il ministro degli Esteri britannico, che ha preso il congedo di paternità nonostante gli impegni intarnazionali. E' successo anche nel governo di Berlino. In Italia, ma non solo, la domanda sotterranea è: ma questi padri non finiranno per essere un po' meno maschi"?
Se lo chiede anche il settimanale Time, con un bell'articolo pubblicato nell'ultimo numero, Fatherhood 2.0 , che è come dire Paternità 2.0. E la domanda, di fronte ai padri-mammi, si trasforma in un'altra: cosa significa essere un uomo oggigiorno? Si è modificata l'idea di mascolinità?
La risposta di Time, settimanale prima di tutto americano, è che sì, gli uomini sono cambiati, non solo i padri. Sono cambiati in meglio. E questi loro cambiamenti , questo allontaamento dalla vecchia idea di "maschio", li aiuta sul lavoro, nel matrimonio nei rapporti con i bambini...e li fa sentire meglio, sia fisicamente che mentalmente.
Due possbili svantaggi: 1) sempre di più madri e padri tengono più al rapporto con i figli che a quello fra di loro; 2) non sempre le aziende sono pronte ad accettare questi nuovi padri, che non mettono il lavoro davanti a tutto, e alcuni uomini sono ancora riluttanti nel prendere dei congedi per paternità.
Tutto questo negli Stati Uniti.
In Italia, paese dei "veri maschi" e delle "super mamme", siamo ancora più lontani. Però, se è vero che la vera rivoluzione, dopo quella delle donne, ora la stanno facendo i nuovi maschi,...bè può essere molto interessante. Anche perché vale la pena di riflettere su questo punto chiave: se anche i padri sacrificassero un po' il lavoro per i figli, le madri sarebbero automaticamente meno svantaggiate!
lunedì 16 luglio 2007
"E VAI, SI COMINCIA..." STORIA DI ANNA, ORMAI EX PRECARIA
Nel 1997 mi sono trasferita a Roma (per ragioni di cuore) e così è cominciata la mia avventura lavorativa romana.
Il mio primo lavoro? Operatrice telemarketing (all'epoca si cominciava appena a parlare di call-center). alla 3 F.
Premetto che, nonostante la laurea, non ho mai avuto problemi di accettare i vari lavori (tutti sono dignitosi e costruttivi), non me lo potevo neanche permettere, avevo appena comprato casa con relativo mutuo!!
(Dico questo perché conosco persone, soprattutto al Sud che preferiscono rimanere disoccupati piuttosto che fare un lavoro non consono ai propri studi!! Diciamo disoccupati e contenti, a questo punto). Lavoravo tre ore al giorno dalle 18 alle 21. Vendevo corsi per computer via telefono !!!! Incredibile ma ci riuscivo veramente!!!!! Contratto di Collaborazione Occasionale, paga L.400.000 netti. Nel frattempo mi guardavo intorno e mandavo curricula a destra e sinistra. Ho lavorato per circa due mesi, poi mi sono licenziata in quanto ho trovato un primo impiego da biologo.
Contratto a tempo indeterminato, e questa volta ho dettato io le condizioni!!!! Finalmente. Ora è più di 5 anni che ci lavoro. Mi piace, sono contenta della mia Azienda, massimo rispetto per il personale e in più guadagno anche bene.
Cordialmente Anna alias ladypiterpan"
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angela padrone
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Etichette: biologia, call center, collaborazioni a progetto, industria farmaceutica, informatore del farmaco, lavoro, maternità, precariato
domenica 20 maggio 2007
DONNE E DISCRIMINAZIONE - LA VENDETTA. TRENTA COSE DA SAPERE
Na, caro Stella, come stupirsi che nella politica italiana le donne non contino niente? E' così in tutta la società: con il solito alibi dellle società maschiliste secondo il quale in casa la "regina", quella che comanda veramente è lei. E lì stia. E' ancora così. Avevo cominciato a snocciolare i dati su donne, lavoro e figli. Qui ne ho altri. Riguardiamoli tutti insieme, perché fanno impressione. e si comincia a delineare un significato: forse le donne stanno utilizzando contro la società italiana l'unica arma loro rimasta. Sono discriminate e si vendicano non facendo figli.
- IN ITALIA LAVORA IL 45% DELLE DONNE - LA MEDIA IN EUROPA E' DEL 60%
- IL77% DELLE ATTIVITA' DOMESTICHE IN ITALIA E' SVOLTO DALLE DONNE
- LE DONNE IN ITALIA LAVORANO IN MEDIA 8 ORE AL GIORNO, GLI UOMINI INVECE 7 ORE AL GIORNO
- SOLO 1/4 DEL LORO LAVORO E' REMUNERATO, CONTRO I 2/3 PER GLI UOMINI
- UNA DONNA SU DUE NON E' REMUNERATA PER IL LAVORO CHE SVOLGE
- AL SUD SOLO 4 DONNE SU 10 HANNO UN LAVORO
- TRA LE DONNE DEL SUD CON BASSA ISTRUZIONE SOLO UNA SU 3 HA UN IMPIEGO
- TRA I 15 E I 24 ANNI LE LAUREATE SONO IL 60% - I MASCHI IL 49%
- A TRE ANNI DALLA LAUREA IL GUADAGNO DEI LAUREATI SUPERA DEL 29% QUELLO DELLE LAUREATE
- SOLO IL 3,6% DELLE LAUREATE APPARTIENE ALLA CATEGORIA "LEGISLATORE, DIRIGENTE, IMPRENDITORE".... GLI UOMINI SONO L'11,7%
- TRA LE DONNE CON FIGLI PICCOLI SOLO IL 53% LAVORA
- DOPO LA NASCITA DI UN FIGLIO SOLO IL 30% DI CHI LAVORAVA RIPRENDE IL LAVORO
- IL 18%TRA I 25 E I 34 ANNI LAVORA IL 58,8% DELLE DONNE - MA TRA GLI UOMINI 25-34 ANNI IL TASSO DI OCCUPAZIONE E' DELL'80%
- I BAMBINI CHE VANNO AL NIDO SONO IL 13,5% - AL SUD IL 5,4%
- AL NORD TRA LE DONNE DI 35-44 ANNI ACCOPPIATE E CON FIGLI LAVORA IL 68,2% - TRA LE SINGLE IL 91%
- AL SUD LAVORA IL 36,5% DELLE DONNE TRA I 35 E I 44 ANNI ACCOPPIATE E CON FIGLI- TRA LE SINGLE DEL SUD LA PERCENTUALE E' DEL 70,5%
- SI CALCOLA CHE 100 MILA DONNE AL LAVORO IN PIU' FAREBBERO AUMENTARE IL PIL DEL 0,28% LA SPESA PUBBLICA
- PER LA FAMIGLIA POTREBBE CRESCERE DEL 30%
- PER RAGGIUNGERE LA MEDIA EUROPEA DOVREBBERO LAVORARE IN ITALIA 900 MILA DONNE IN PIU'
- IL LAVORO NERO O IRREGOLARE IN TUTTA ITALIA E' STIMATO VICINO AL 14%, CIRCA TRE MILIONI DI PERSONE - AL SUD E' OLTRE IL 22%
- IL LAVORO A TEMPO DETERMINATO E' DEL 14,7% PER LE DONNE - DEL 10,5% PER GLI UOMINI
- IL PART-TIME TRA LE DONNE E' DEL 26%, MA PREVALENTEMENTE AL NORD - IN EUROPA E' DEL 30%
- IL TASSO DI NATALITA' IN ITALIA E' DI 1,2 FIGLI PER DONNA
- IL TASSO DI NATALITA' IN FRANCIA E' DI 2 FIGLI PER DONNA
- IL TASSO DI OCCUPAZIONE DELLE DONNE CON FIGLI MINORI DI 6 ANNI IN ITALIA E' DEL 53%
- IL TASSO DI OCCUPAZIONE DELLE DONNE CON FIGLI MINORI DI 6 ANNI IN FRANCIA E' DEL 65%
- IL RAPPORTO TRA POSTI NIDO E NUMERO BIMBI IN ITALIA E' DEL 10%
- IL RAPPORTO TRA POSTI NIDO E BAMBINI IN FRANCIA E' DEL 40%
- I BAMBINI NATI FUORI DAL MAYTRIMONIO DA NOI SUPERANO DI POCO IL 10%
- I BAMBINI NATI FUORI DAL MATRIMONIO IN FRANCIA SONO UNO SU DUE
Pubblicato da
angela padrone
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11:56
Etichette: discriminazioni, donne, figli, gian antonio stella, lavoro, maternità, natalità