martedì 30 dicembre 2008
lunedì 15 dicembre 2008
CARITA' PELOSA
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giovedì 11 dicembre 2008
LA CRISI E LE DONNE
(pubblicato sul Messaggero di mercoledì 10/12/2008)
L’ETÀ della pensione per le donne, per ora, non si tocca. La condanna della Corte di Giustizia Europea, che bacchetta l’Italia per la diversa età minima alla quale donne e uomini possono prendere la pensione di vecchiaia nel settore pubblico, non basta a spingere il governo italiano a modificare le regole. Però ha spinto Destra e Sinistra a trovarsi unite di fronte alla malattia che affligge il lavoro delle donne in Italia: un livello già bassissimo (intorno al 47%) rispetto a tutti gli altri Paesi europei (media al 60%) in anni di crescita e che adesso, con la Crisi, rischia di scendere ancora di più. Toccato il fondo, a quanto pare, alle donne italiane non resta che ”scavare”.
«Abbiamo dimenticato l’emancipazione economica delle donne», ha provocato Emma Bonino, che sul tema ”In pensione quando, al lavoro come?” ha messo insieme nella stessa sala del Senato non solo il ministro Maurizio Sacconi e il suo opponente ”ombra” Pietro Ichino, ma anche l’economista Fiorella Kostoris e il giuslavorista Michel Martone, Valeria Fedeli della Cgil e Renata Polverini dell’Ugl, Luca Paolazzi della Confindustria e Milena Carone dell’Udi, e poi Anna Bonfrisco, Benedetto Della Vedova, Giuliano Cazzola del Pdl, e Francesca Marinaro e Donatella Poretti del Pd. Ospite d’onore perfino la centenaria Rita Levi Montalcini. Tutti, sostanzialmente, d’accordo che la situazione del lavoro delle donne in Italia è insostenibile e che l’arrivo della Crisi avrà due effetti: 1)la situazione delle donne peggiorerà; 2) si aprirà un’opportunità per cambiare qualcosa. Si sente il bisogno di una ”spallata” ha detto Ichino, difendendo la proposta di ridurre le tasse sul lavoro femminile. E anche chi non era d’accordo con lui ha apprezzato l’immagine della spallata.
In Italia ci sono 4 milioni di donne che sono fuori dal mercato del lavoro e che per questo non hanno gli stessi diritti degli uomini. Ci sono milioni di altre donne che lavorano e non ricevono nessun supporto dallo Stato, perché mancano gli asili nido, perché gli orari di lavoro delle aziende non sono flessibili e mal si adattano alla gestione della vita familiare, perché le donne faticano a fare carriera, guadagnano mediamente meno degli uomini, e infine, quando vanno in pensione, rischiano di ritrovarsi sull’orlo della povertà.
Se con un colpo di bacchetta magica, le donne italiane lavorassero nella stessa misura delle altre europee, il Pil dell’Italia farebbe un balzo del 15%, ha detto Luca Paolazzi, direttore del Centro Studi di Confindustria. Anche Emma Marcegaglia lo disse nel suo primo discorso da presidente. Anche alle imprese il lavoro delle donne serve. Anzi, servirebbe se ci credessero con convinzione.
Di più, ha sottolineato Milena Carone dell’Udi, la si smetta di parlare di ”aiuti alle donne”. Perché si continua a dire che gli asili nido sono ”per le donne”, quando in realtà sono per i bambini e per un’intera società che deve investire su di loro? Valeria Fedeli ha rincarato: «Dico no alla ”conciliazione”, (cioè a quelle politiche che dovrebbero permettere alle donne di lavorare e allo stesso tempo farsi carico degli impegni familiari), ma dico sì alla ”condivisione”». Che tradotto vuol dire: donne e uomini dovrebbero imparare a condividere carichi di lavoro e carichi familiari. Alla pari.
Ecco, tutto questo è venuto a galla a partire da quella sentenza sull’età pensionabile delle donne. Tema che Emma Bonino e i radicali utilizzano da tempo come ”leva” per affrontare un problema che è una vera emergenza nazionale e che, invece, spesso viene trattato come ” colore”.
Il ministro Sacconi non si è sottratto. Di mettere mano alle pensioni però non vuole parlare. Fa i calcoli e afferma che nel pubblico impiego le donne già tendono a lavorare più del minimo necessario e che, in fondo, l’equiparazione per legge dell’età tra donne e uomini, sarebbe una piccola cosa anche in termini di risparmio per il bilancio dello Stato: non più di 250 milioni di euro.
Sacconi però sa che in Italia il numero dei lavoratori è troppo basso e che questo, oltre a essere ingiusto nei confronti delle categorie penalizzate (le donne in primis), danneggia il nostro sistema economico. «Dobbiamo puntare alla flessibilità dell’orario di lavoro - ha sottolineato - e sull’offerta di servizi per le madri». Cioè asili nido, ma non solo: anche tagesmutter dice lui, cioè baby sitter di condominio o di quartiere, sulle orme dell’esperienza tedesca.
Ma basta? Sul Corriere della Sera di ieri Maurizio Ferrera ha messo in guardia dal rischio che la crisi penalizzi ancora di più gli outsider (donne e giovani), mentre partiti e sindacati continuano a pensare a chi già è protetto. Meno tasse alle donne, più ammortizzatori sociali per i lavoratori che rischiano il posto e non hanno cassa integrazione (e sono soprattutto donne), asili nido e servizi all’infanzia, congedi di paternità obbligatori. Tutto ciò servirebbe a fare argine contro un rischio sul mercato del lavoro delle donne. Le “tagesmutter” non bastano di certo.
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sabato 15 novembre 2008
DONNE E PENSIONI /2
Torno sull'argomento donne e pensioni, per riportare qui l'articolo che ho scritto in proposito sul Messaggero.
Aggiungo, rispondendo ad alcuni commenti al post precedente, alcune osservazioni:
1) nessuno può essere "compensato" per tutto ciò che gli tolgono durante la vita, soprattutto se c'è ancora tempo per rimediare. Meglio dare prima il giusto e poi trattare tutti uguali.
2) le donne (e non "la donna" che per fortuna non esiste) sono per l'appunto stufe di fare il doppio o il triplo lavoro, consentendo così a qualcun altro di dedicarsi completamente a uno solo, e èpoi magari fare carriera o coltivare i propri hobby
3) è necessario che tutti vengano trattati in modo paritario, rimuovendo gli ostacoli che impediscono alle donne, nel corso della loro vita, di avere le stesse chance dei maschi anche sul lavoro
4)anche i maschi dovrebbero fare tutta la loro parte di secondo e terzo lavoro, occupandosi di figli e anziani parenti
5) le donne alle quali viene graziosamente concesso di andare in pensione prima non si rendono conto che poi saranno povere, perché gli assegni sono bassi e lo diventeranno ancora di più dopo 20 anni.
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giovedì 13 novembre 2008
DIVERSE ETA' DELLA PENSIONE PER UOMINI E DONNE. CONDANNATA L'ITALIA
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mercoledì 5 novembre 2008
OBAMA E ANN
Ma, alla fine del suo discorso Barack Obama ha raccontato la storia di Ann Nixon Cooper, una signora di 106 anni, che per lungo tempo nella sua vita non ha potuto votare, per due motivi: perché donna e perché nera. Stavolta lo ha fatto. Sarebbe stato bello che Obama rendesse omaggio più esplicitamente alle donne, ai neri, ai giovani, che lo hanno portato alla Casa Bianca. Lo ha fatto solo indirettamente e in modo molto soft. Vuole essere, giustamente, il presidente di tutti. Speriamo, però, che non dimentichi coloro che hanno messo in moto il cambiamento e che più ne hanno bisogno.
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mercoledì 29 ottobre 2008
AMARE VERITA'
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domenica 26 ottobre 2008
VOGLIO ANCHE IO IL TORNELLO!
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venerdì 24 ottobre 2008
LE AGENZIE DEL LAVORO CAMBIANO PELLE
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giovedì 9 ottobre 2008
UN OTTO? VALE COME UN DISTINTO!
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lunedì 29 settembre 2008
DISOCCUPAZIONE IN SALITA, DONNE IN DISCESA
Per la prima volta dopo molti anni, la disoccupazione riparte anche in Italia. E’ arrivata al 6,7%, dal 5,7% dell’anno scorso. Un pessimo segnale, doopo che negli ultimi anni il numero dei disoccupati da noi è stato a livelli estremamente bassi, direi record per l’Italia, e più bassi di altri paesi europei, come la civile Francia. L’Italia però ha un peccato originale: il numero degli occupati, e di coloro che cercano lavoro, storicamente è molto più basso che in altri paesi. Il motivo è presto detto: mentre la percentuale di uomini che lavora è più o meno uguale al resto d’Europa, da noi le donne non lavorano. O comunque quelle che lavorano sono pochissime, se si fa il confronto con l’estero. Il dato nazionale è intorno al 46% (corretto) ma nel Sud si precipita a poco oltre il 30%. Questo è il nostro buco nero.
Tenendo fermi questi dati, va detto che negli ultimi anni i miglioramenti ci sono stati (nonostante la bassa crescita e la bassa produttività): il numero degli occupati negli ultimi dieci anni è costantemente aumentato. E’ aumentato un po’ anche il numero delle donne occupate, ma in misura estremamente più bassa di ciò che si potrebbe e dovrebbe aspettare (e che ci viene richiesto dagli accordi europei). Anche questa volta il numero degli occupati aumenta dell’1,2%. E’ poco, meno degli anni precedenti. Ma il mercato del lavoro comunque non ha l’encefalogramma piatto.
Però il dato della disoccupazione è preoccupante, ed è in linea con la tendenza di altri Paesi: pochi giorni fa l’allarme è suonato anche in Spagna, dove il tasso di disoccupazione sta schizzando verso l’alto e preoccupa un’economia che negli ultimi anni aveva fatto gridare al miracolo. Il rallentamento della crescita in tutto l’Occidente non può non avere riflessi su l mercato del lavoro. Quindi succede ciò che era facile aspettarsi.
Tuttavia nell’aumento della dicossupazione c’è anche un altro fattore: l’aumento di quelli che cercano lavoro. Magari poi non lo trovano, ma sempre più persone, soprattutto donne, si mette in cerca di un posto. Quest’anno sono 291 mila persone in più. Anche questo è un dato che può essere a doppio taglio. C’è chi lo legge come un segno di crisi: le famiglie non ce la fanno ad andare avanti e quindi alcuni membri tradizionalmente non occupati (vedi le casalinghe) si cercano uno stipendio per ”arrotondare”. Tuttavia questa interpretazione è riduttiva. E’ da paese moderno che sempre più donne entrino nel mercato del lavoro. E’ in questa direzione che vanno storicamente le economie industrializzate contemporanee, e sempre più questo fenomeno dovrebbe avvenire anche in Italia. Che poi alla domanda di posti di lavoro non corrisponda un’offerta adeguata e molte aspettative vadano deluse è esattamente ciò intorno a cui ci si dovrebbe interrogare. Infatti sono le donne le più penalizzate in questo momento, lo rilevano esattamente le cifre Istat: i nuovi disoccupati sono esattamente loro, le donne, e in particolare le donne del Sud.
Allora ci dobbiamo chiedere: cosa stanno facendo le nostre imprese, il governo, le istituzioni pubbliche e private, per favorire l’incontro di domanda e offerta di lavoro? Cosa si sta facendo per aiutare le donne a entrare nel mercato del lavoro e a rimanerci, senza atti di eroismo? Cosa si sta facendo per favorire le famiglie in maniera moderna a conciliare lavoro e vita privata, per tutti, uomini e donne? Un esempio solo: quanti nuovi posti negli asili nido sono stati creati negli ultimi mesi? Quanti posti saranno creati nei prossimi 2-3-5 anni? La Ue ci chiede di dare un posto nei nidi almeno al 30% dei bambini. Attualmente da noi ce l’ha solo uno su dieci. le mamme degli altri 9, per lavorare, devono arrangiarsi.
Al di là dei freddi numeri, che pure dobbiamo tenere presenti, queste sono le domande chiave che dovrebbero guidare l’interpretazione delle cifre. Altrimenti i dati possiamo anche giocarceli al lotto, e sperare così di risolvere quei problemi che sembrano insolubili.
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venerdì 26 settembre 2008
DILEMMA ALITALIA
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martedì 23 settembre 2008
COME LAVORARE BENE E RIPRENDERSI IL TEMPO
Pubblicato da angela padrone alle 18:01 11 commenti
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venerdì 19 settembre 2008
ESAMI SENZA FINE, LAUREA SENZA VALORE
Pubblicato da angela padrone alle 11:33 2 commenti
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lunedì 15 settembre 2008
SCUOLA: LUTTI, AUTOCRITICHE E WEB
Pubblicato da angela padrone alle 00:48 3 commenti
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mercoledì 10 settembre 2008
PRIMO GIORNO DI SCUOLA. Diario di bordo
Pubblicato da angela padrone alle 09:57 0 commenti
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domenica 7 settembre 2008
DONNE, SCUOLA, LA POLITICA A CACCIA DELLA REALTA'
Pubblicato da angela padrone alle 11:24 2 commenti
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giovedì 7 agosto 2008
I PRECARI E I MALATI DI BRUNETTA
Pubblicato da angela padrone alle 15:52 7 commenti
venerdì 1 agosto 2008
COMPITI DELLE VACANZE
Pubblicato da angela padrone alle 10:21 1 commenti
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venerdì 25 luglio 2008
IL LIBRO VERDE DI SACCONI
Un welfare delle opportunità, dedicato ai giovani e con l'obiettivo di ricostruire la fiducia nel futuro.
Sono questi i primi concetti chiave espressi nella prefazione al Libro verde sul lavoro del ministro Maurizio Sacconi. "La vita buona nella società attiva- Libro verde sul futuro del modello sociale" è il titolo. Come si vede, il lavoro è sullo sfondo. Come scrive Sacconi nella prefazione , la questione del lavoro si inserisce in un contesto di cambiamento sociale, economico e culturale, e "un aumento della qualità dell'occupazione e delle occasioni di lavoro per un arco di vita più lungo si traduce in maggiore salute, prosperità e bene essere per tutti". Si pensa, aggiunge Sacconi, "a un welfare delle opportunità, che si rivolge alla persona nella sua integralità". Un welfare che "potrà offrire migliori prospettive soprattutto a giovani e donne, oggi penalizzati da una società bloccata e incapace di valorizzare il proprio capitale umano".
In questa cornice si sottolinea che il lavoro non deve essere considerato "una maledizione o, peggio, una attesa delusa, ma costituisca fin da subito nel ciclo di vita la base dell'autonomia sociale delle persone e delle famiglie".
La prefazione si conclude indicando come obeiettivi e temi da discutere: le disfunzioni, gli sprechi e i costi attuali; la sfida della transizione verso un nuovo modello che accompagni le persone nell'intero ciclo di vita; la sostenibilità finanziaria di qualunque politica; un sistema di protezione universale, selettivo e personalizzato che misuri su giovani, donne e disabili, in termini di vera parità di opportunità, l'efficacia delle politiche; la possibilità di fondare su questa base grandi programmi di natalità, di politiche della famiglia, della formazione e dell'occupabilità, di prevenzione sanitaria.
Il ministro apre una consultazione su questo libro, che ora tutti possono leggere. Vorrei raccogliere qui , nel nostro piccolo un minimo di dibattito. Mi pare che si prefiguri un modello di flexicurity. Una flexicurity all'italiana forse. Comunque credo che valga la pena leggersi tutto il libro verde (io lo farò nelle prossime ore) e approfondire. Lo trovate sul sito della Fondazione Marco Biagi Adapt.
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martedì 22 luglio 2008
RACCOMANDATI
Io ho sempre odiato raccomandazioni e raccomandati. Anzi, a dire il vero, ho sempre temuto le raccomandazioni come la peste: in due sensi. Primo, che mi fregasse qualche raccomandato. Secondo, che se avessi cercato una raccomandazione, sarei potuta incappare in qualcuno che odiando il raccomandante, avrebbe "bocciato" anche me. Meglio sbagliare da soli, è sempre stato il mio motto. (Presunzione?!)
Tutte le ricerche dicono che gli italiani invece credono nelle raccomandazioni... soprattutto sono convinti che servano agli altri. Lo sport nazionale è accusare i raccomandati di avere penalizzato "il sottoscritto". A volte ho sentito anche racconti di raccomandazioni finite male, cioè di promesse non mantenute. Quanti, invece, sono in grado di raccontare una raccomandazione andata "a buon fine"? Perché non provate a farlo? Sarebbe interessante. magari ci spiegherete che spesso é "una necessità"...Anonimamente, certo.
Pubblicato da angela padrone alle 10:18 8 commenti
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lunedì 21 luglio 2008
I SALDI E L'ANIMA DEL COMMERCIO
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giovedì 17 luglio 2008
MADRI INGLESI
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martedì 15 luglio 2008
INVENTIVA A DUBLINO
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martedì 1 luglio 2008
CULLE VUOTE, PADRI ASSENTI
Pubblicato da angela padrone alle 10:11 9 commenti
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domenica 29 giugno 2008
LAVORO, UN PATTO DI RESPONSABILITA'
Pubblicato da angela padrone alle 15:31 4 commenti
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mercoledì 25 giugno 2008
"ATTACCO MORTALE ALLA SCUOLA" ?
Pubblicato da angela padrone alle 16:15 2 commenti
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mercoledì 18 giugno 2008
STABILIZZAZIONE PER I SOMMINISTRATI
Dalla viva voce di Gianni Bocchieri, vicepresidente di Assolavoro, associazione delle agenzie di lavoro: ecco cosa ambia dopo gli accordi tra rappresentanti dei lavoratori e delle agenzie.
Pubblicato da angela padrone alle 12:57 3 commenti
martedì 17 giugno 2008
ESTATE, TEMPO DI LAVORO...
come comportarsi prima di andarsene in vacanza e soprattutto cosa cercare di fare quando gli altri vanno in vacanza. Della serie: mica vi vorrete rilassare d'estate? le vacanze sono la migliore occasione per lavorare bene e mettersi in mostra! So che alle vostre orecchie sembra un po' forte. Il mondo cambia, lo capisco e l'America ben poco sa delle abitudini italiane... In effetti, però, devo dire che anche quando ho cominciato io era così, e allora non ci pesava, tanta era la voglia e l'entusiasmo. Chissà voi cosa ne pensate.
Pubblicato da angela padrone alle 18:38 3 commenti
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domenica 15 giugno 2008
DONNE, PENSIONI E TROGLODITI (NON FELTRI PERO')
Pubblicato da angela padrone alle 17:12 4 commenti
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venerdì 13 giugno 2008
ALZARE L'ETA' DELLA PENSIONE PER LE DONNE?
Pubblicato da angela padrone alle 10:24 6 commenti
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martedì 10 giugno 2008
SCUOLA DEL MERITO...E DEL DEMERITO
Pubblicato da angela padrone alle 16:48 4 commenti
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giovedì 5 giugno 2008
UN EX DANDY RACCONTA
Pubblicato da angela padrone alle 12:28 5 commenti
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mercoledì 4 giugno 2008
PIU' TUTELE PER I SOMMINISTRATI
Pubblicato da angela padrone alle 19:03 0 commenti
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