domenica 22 luglio 2007

PRECARI E CONTENTI: UN DANDY A TOKYO

Questa è la testimonianza di un dandy dei nostri giorni. Un giovane rappresentante della vita liquida, condizione nella quale qualcuno si trova a proprio agio, mentre altri soffrono. Anche lui, "Il Crea"(lo trovate tra l'altro su OPS ) dice di aspirare a un placido posto fisso, ma in realtà mi sembra che si trovi abbastanza bene a vivere come fa, lontano dai nostri luoghi comuni. Per ora la sua massima urgenza è trovare un editore: se qualcuno è interessato, si faccia vivo.

Ecco il racconto del Crea:

"24 luglio 2003. Mi sono appena laureato al Dams e il pensiero del lavoro ancora non mi tange. Aspirando a vivere come Lord Byron (nella foto), sperando comunque in qualche anno in più, mi do alla lettura e allo studio dell'inglese, conscio che un annetto sabbatico me lo possa prendere. Mi sono laureato in fretta a 24 anni appena compiuti, così l'idea di lavorare non mi ispira più di tanto. Agguanto qualche certificazione e imparo bene inglese e francese, così mi sento pronto, verso la metà del 2005, a concorrere per un qualche posto. Dedico così le mie attenzioni a un concorso che serviva solo a integrare i precari di una grossa azienda, non lo sapevo, e perdo circa 11 mesi. Ne trovo un altro alla Regione (sono di Cosenza) e mi affido al malcostume del chiedere al potente e affidarsi a lui. Il potente si finge interessato e perdo altri 6 mesi. Scopro un'opportunità nel mio comune di residenza, anche qui il potente si finge amico e via un altro semestre. Un paio di omuncoli e il loro "ci penso io, non preoccuparti" mi portano a un totale di due anni e mezzo di totale, assoluta disoccupazione. Domanda per il servizio civile, pubblicizzato come un'occasione per specializzarsi e pompare un po' il curriculum. Al colloquio il gentile, affabile responsabile mi accoglie dicendomi che non ho la minima possibilità di essere preso, perché mi manca l'esperienza. "Ma il servizio civile non serve a formare?" chiedo. Lui allora riflette, riflette e riflette ancora. Lì la proposta: "perché non fai il volontario per un anno? Dopo ti prenderò perché avrai l'esperienza necessaria." Sembra serio, magari non sta scherzando.Stavolta tocca a me riflettere. Un anno senza retribuzione per poi lavorare altri 12 mesi come servizio civile per circa 350 euro mensili, senza possibilità di impiego futuro... Eccitante! Così sarebbe come guadagnare 175 euro al mese con un contratto biennale. Non male, ma a me l'etichetta di "pollo" sulla schiena non piace, così declino con rammarico e torno a casa ridendo. Trovo finalmente un buon consiglio da uno sconosicuto: "vai all'estero, arraffa una bella specializzazione e impara un'altra lingua". Detto, fatto. Prenoto una scuola di lingue a Tokyo, coinvolgo il mio migliore amico ed eccomi ora a dividermi tra lavori, divertimenti e vita gaudente. Certo, ancora il servizio civile mancato mi rode, ma la vita è imprevedibile. Da quando vivo a Tokyo tengo un diario, la cui versione pulp è un libro ormai in fase di revisione. Se avessi il talento di Bukowski sembrerebbe uno dei suoi racconti, ma purtroppo non sono stato baciato da tanta grazia. E' volgare e blasfemo, quindi difficilmente troverò un editore in Italia: dopo i primi cinque o sei no, lo tradurrò in inglese. Per ora faccio il dandy, poi magari farò altro.
Il Crea"

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