mercoledì 9 maggio 2007

ERASMUS, CHE INVIDIA


Permettetemi di essere invidiosa! Erasmus...solo il suono mi fa pensare a tutto quello che mi sono persa, essedomi io laureata prima che il programma nascesse. Per andare all'estero ho dovuto lavorare in fabbrica e come au pair. State certi che un'esperienza in un'università straniera mi avrebbe fatto un gran bene (e non solo alla conoscenza, bensì anche al cuore!.
Sono passati 20 anni da quando è nato il programma di scambi tra università europee Erasmus, ci sono passati 173 mila studenti italiani e un milione e mezzo di europei, sono stati scritti libri, girati film sulle loro esperienze indimenticabili.
Prodi oggi ha lanciato una proposta: rendiamo obbligatori 6 mesi all'estero per tutti quelli che si devono laureare. Mitico! Al povero Mussi, ministro dell'Università e della Ricerca, sono venuti i capelli dritti. Ha subito precisato che la proposta è bella, ma di massima, si vedrà. Io credo che cambierebbe molte, molte cose, se si facesse. Anche perché, non sottovalutiamo, portare all'estero i nostri studenti deve significare anche portare in Italia gli stranieri...e bisogna attirarli gli studenti stranieri!

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono il coordinatore del progetto www.planeterasmus.net.
Sono convinto con te che la proposta di Prodi sarebbe una cosa fantastica.
L'esperienza Erasmus, che ho avuto la fortuna di vivere, è qualcosa di straordinario capace di arricchire enormemente qualsiasi persona.
Un saluto da Madrid
Domenico

Anonimo ha detto...

Anche io credo che l'esperienza di erasmus sia una esperienza utilissima per uno studente (e non solo), ma... con quali soldi?
Renderla obbligatoria non implicherebbe un ulteriore esborso alle famiglie per la laurea del/dei pargoletti?
Laurea che, spesso, non garantisce affatto del rientro dei soldi investiti, erasmus o non erasmus..

Anonimo ha detto...

Fare un'esperienza all'estero e' fondamentale, non solo dal punto di vista culturale, ma sopratutto per quanto concerne la crescita personale. Una buona esperienza di vita all'estero - se fatta, ovviamente, come si deve - aiuta a divenire degli esseri umani piu' completi e migliori. Come finanziarla? Beh, lo stato dovrebbe dare una mano, ma anche il giovine dovrebbe stringere i denti e lavoricchiare mentre si trova all'estero. Io, che provengo da una famiglia non molto agiata, lavorai e studiai, sudando un po'. Oggi, pero', grazie a quella esperienza sono divenuto una persona piu' completa.
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Anonimo ha detto...

Sono d'accordo: viva l'Erasmus!!!
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Anonimo ha detto...

Esaltiamo pure dell'Erasmus, ma è uno dei modi più efficaci per catalizzare la fuga dei cervelli. Formiamo gli studenti, gli diamo la possibilità di "testare" l'ambiente universitario estero, e poi questi appena arrivati alla laurea SE NE VANNO. L'Italia ha bisogno delle persone che ha cresciuto e formato, perchè è un grande paese che così perde vigore in un'era in cui la natalità è già al minimo storico da svariati anni.
Inoltre pur facendo positivamente incontrare studenti di diverse nazionalità, non stimola di fatto le università a migliorarsi, ma delega allo studente il compito di andare a cercare fuori ciò che dovrebbe trovare invece dappertutto.

QUELLO CHE SERVE ALL'ITALIA, almeno per le facoltà scientifiche, sono PROGRAMMI DIDATTICI RIGA X RIGA STANDARDIZZATI E AGGIORNATI STABILITI DALL'UNIONE EUROPEA, in modo tale che da Madrid a Berlino fino a Roma e oltre tutti studino le stesse cose sugli stessi testi tradotti nelle varie lingue comunitarie e facciano gli stessi esami.

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