IL CAPITALE UMANO? SIETE VOI
Capitale umano. E’ un solo grido, dai sette colli alle Alpi, da Roma a Trento. Capitale umano significa persone, lavoratori. E’ su di loro, su di voi, che le economie più avanzate devono puntare. Ne parla da ieri il festival dell’economia di Trento, e ne ha parlato oggi il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, nelle sue Considerazioni finali, appuntamento tradizionale del 31 maggio.
Capitale umano significa formazione, punto chiave che interessa i giovani e meno giovani in guerra tutti i giorni sul mercato del lavoro. Sento tanti ragazzi che si lamentano e dicono: ma che abbiamo studiato a fare, ma che ci facciamo con la laurea, le imprese non ci vogliono...quasi quai preferiscono i diplomati, con meno aspettative e più disponibilità.
Ma a Trento ieri Corrado Passera , ad di Intesa-SanPaolo, ha detto che l’Italia è in emergenza. Sapete perché? Perché abbiamo poca formazione, poca istruzione, pochi laureati. Sembra una contraddizione. «Non è solo una questione di numero di laureati - ha detto Passera - bensì di occupabilità di questi laureati. C’è poi un problema di formazione lungo tutto l’arco della vita». Oggi, sempre a Trento, ha fatto una relazione sulla formazione Brian Keeley, economista inglese: "In Italia un lavoratore si aggiorna per quattro ore l'anno, in Svezia per 40 ore...."Quale sintesi migliore del nostro scarso investimento in formazione?
L’altro tasto su cui ha battuto Passera ieri è «l’assenza di meritocrazia e la totale mancanza di mobilità sociale». Insomma, il punto è: cosa si studia, come si finalizza, quante occasioni ci sono di valorizzare le conoscenze. Ma questo, certo, non dipende dai singoli, che possono solo cercare la loro strada stretta verso le posizioni migliori.
E oggi a Roma Draghi, in uno dei passaggi chiave del suo discorso, ha chiesto un forte investimento nella scuola: un «forte cambiamento», che coinvolga docenti (il reclutamento, la distribuzione geografica e i percorsi di carriera sono governati «da meccanismi che mescolano precarietà e inamovibilità») costi (le risorse per studente destinate all'istruzione scolastica «sono più elevate in Italia che nella media dei paesi europei») e gli atenei («dovrebbero potersi fare concorrenza nell'attrarre studenti e fondi pubblici»). Il governatore ha ricordato che l’Italia è ancora uno dei paesi dove è più basso il tasso di occupazione: sono pochi gli italiani che lavorano o anche solo che ”cercano” un lavoro, soprattutto tra le donne. La nota positiva è che l’economia è in crescita. Ma per chi cerca un lavoro, ora e non domani, è come veder partire un treno mentre arriva in stazione. Riuscirà a prenderlo?
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