martedì 8 maggio 2007

I GIORNI DELLA FLESSIBILITA'...O DELLA PAURA?


«Vivete in un Paese che tutti voi volete più prospero, più giusto, più funzionante, come un sogno, ma coloro che sognano e sperano hanno però paura del cambiamento, perchè cambiare significa assumere rischi». Ecco il rimprovero, più ancora che una risposta, del presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo agli studenti che lo hanno "interrogato" al workshop "I giorni della flessibilità, come affrontare la società del rischio" all'Università Luiss di Roma.
Una platea di oltre 200 studenti oggi pomeriggio ha fatto, per una volta, le domande sul tema della flessibilità e del mercato del lavoro. Sotto esame Antonio Catricalà, presidente dell'Autorità garante per la concorrenza, Renata Polverini segretario generale Ugl, Bruno Tabacci, deputato Udc, Maurizio Sacconi, senatore di Forza Italia, e Michel Martone docente della Luiss . Anche a non voler essere filo-confindustriali o anti-qualcosa, le trovo che le risposte sono degne di riflessione.
LE DOMANDE DEGLI STUDENTI
"In quali settori sono più urgenti le liberalizzazioni?"
"Chi pagherà le nostre pensioni?"
"Come si concilia la riforma del Tfr con il precariato?"

MONTEZEMOLO
"Veniamo da anni di trasformazione e di poca cultura del mercato, con leliberalizzazioni vicine allo zero e un mercato ancora così chiuso. È il Paesedelle corporazioni"
"Ma c'è una parola chiave che è il merito perchè spesso si richiama al rischio e alla capacità.
"Occorre moltiplicare le opportunità ma anche distribuire il rischio", "è strano che certa sinistra non se ne renda conto, ma nel mondo di oggi le grandi diseguaglianze hanno a che fare con il rischio perchè viviamo in una società in cui il rischio è allocato in modo non simmetrico".
Montezemolo ha quindi fatto l'esempio dei dipendenti del
pubblico impiego che anche quando "nullafacenti e perfino delinquenti non sono licenziabili" in contrapposizione ai dipendenti privati "più o meno vulnerabili". Il presidente di Confindustria ha anche parlato della diseguaglianza tra "imprese visibili al fisco e imprese invisibili e a pubbliche amministrazioni in bancarotta permanente e permanentemente ripianate".
Domani seconda puntata.

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