IMMOBILISMO, PIGRIZIA E ETICA DEL TEMPO LIBERO
Ho già accennato alla contrapposizione tra etica del lavoro e etica del tempo libero. Credo che sia una chiave dei nuovi rapporti sul lavoro e nella società. Vorrei aggiungere un concetto interessante, che è stato sviluppato stamattina su RaiUno nella trasmissione Radio Anch'io: la pigrizia. La pigrizia può essere vista non solo come una parte di sé, un lato importante ma marginale, bensì farne un concetto che spiega il dilagare di un atteggiamento nazionale. Nella puntata della trasmissione di oggi se ne parlava a proposito di un libro di un giornalista, Roberto Petrini, "Economia della pigrizia". Una chiave solo apparentemente semplice, che però apre molte porte, dal lavoro alla vita familiare, alla creatività, alla ricerca e innovazione industriale e universitaria. Nella foto il libro Oblomov , dello scrittore russo Gontcharov , eterna icona della pigrizia.
Ora, vicino a pigrizia mettiamo "Immobilismo". Così finisce per saldarsi, secondo me, nella cultura italiana, l'etica del tempo libero che pervade ora il mondo occidentale, e il tradizionale amore della pigrizia. Non dimentichiamo che gli italiani hanno spesso fatto loro lo slogan del Gattopardo: "che tutto cambi perché nulla cambi". Questa in fondo è spesso stata, nel corso della storia, la nostra lettura della realtà e la nostra filosofia di vita, a parte alcuni decenni del dopoguerra, fino agli anni '70 (e solo per una parte della società). Ma l'idea "nulla cambi, nulla comunque cambierà", è talmente scritta sulla pelle degli italiani (per secoli popolo vittima di scorrerie altrui e quindi poco protagonista delle decisioni pubbliche) che poi si salda entusiasticamente ad altre correnti emergenti nel più ampio calderone mondiale.
Interessante l'articolo sul blog del lavoro di Time su flessibilità e tempo libero. Oggi tutti vogliono più tempo per organizzarsi la vita, mentre è in drastica diminuzione la percentuale di chi accetta di lavorare per il lavoro in sé. A confronto ci sono i dati di una ricerca fatta nel 1992 e ripetuta ora. La domanda è: "vuoi un lavoro con più responsabilità? Nel '92 rispondeva "sì" il 68% degli uomni e il 57% delle donne. Nel 2007 risponde sì il 52% degli uomini e il 36% delle donne. E stiamo parlando degli Stati Uniti d'America, la patria del lavoro e del carrierismo. Ecco perché penso che l'etica del lavoro stia rapidamente cedendo terreno all'etica del tempo libero, giusto o sbagliato che sia. E in Italia (per il discorso della pigrizia di cui sopra), il terreno era già fertile...
1 commento:
Spero faccia piacere a tutti se mi permetto di segnalare un iniziativa veramente interessante dedicata al mondo della Sicurezza sul Lavoro, della Tutela Ambientale, della Qualità, della Privacy e dell’Etica.
Visitate il sito www.si-web.it e fatemi sapere le vs. osservazioni.
Grazie
Gianluca
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