martedì 29 maggio 2007

PRECARI E CONTENTI, EX COMMESSA DI SUCCESSO

Questa è la storia di Francesca Venturo , laureata in arti e scienze dello spettacolo con 110 e lode, con l'idea di fare il lavoro che le piace: l'insegnante. Anche la sua storia, però, come quella di tanti giovani, è cominciata con un lavoro di ripiego. Poi il lavoretto è diventato un lavoro quasi stabile, anche se non era quello che voleva. Ma lei è riuscita a trasformare tutto in un'avventura. Ha scritto un libro esilarante sulla vita da commessa, per il quale sta ancora cercando un editore, e ha trasformato la sua tesi di laurea in un libro serio, "Parola e travestimento nella poetica teatrale di Edoardo Sanguineti", ed Fermenti. Ora fa finalmente la maestra, precaria , ma è il lavoro che voleva fare. C'è riuscita. Qui lei stessa racconta la sua storia:

"Andy Warhol aveva detto che ognuno di noi, nella vita, ha diritto ad almeno quindici minuti di celebrità.Ma la categoria dei precari ha di gran lunga superato le previsioni di Warhol: tutti i giorni si parla di loro, di noi.Gli insegnanti precari che popolano questa nazione non si contano più. Siamo frotte di postadolescenti – perché oggi l’adolescenza sembra non avere mai fine- che hanno sgobbato sui libri, dalle elementari alla laurea, al ritmo incessante e intimidatorio di un adagio che faceva più o meno così: «studia, studia se vuoi farti una posizione nella vita! Mica vorrai andare al mercato a vendere le uova, o in un negozio a fare la commessa! Mica vorrai fare il cameriere o, ancor peggio la PARRUCCHIERA! Studia o non sarai nessuno!».“Qualcuno” di sicuro lo siamo diventati, e non un “qualcuno” qualunque, visto che un giorno si e due no siamo sui titoli delle prime pagine, noi siamo diventati precari qualificati. Poi se ci metti che la tua prof di lettere ti aveva mandato al cinema a vedere l’attimo fuggente e il giorno dopo eri salito in piedi sul banco gridando con la mano sul cuore «oh capitano mio capitano!», il danno è fatto e non c’è più rimedio; ti iscrivi alla facoltà col maggior numero di disoccupati post lauream col cuor leggero.

LAUREATA E PORTINAIA

Ed eccoti qua precario, idealista e contento, però hai fatto esperienza, ed è questo che conta nella vita, le esperienze. Dunque: hai sostituito la portinaia durante l’estate e sei riuscito a scoprire che la vecchietta del quinto piano è gelosa del generale in pensione del piano terra perché la nuova inquilina del secondo piano, quella formosetta, quella giovane di cinquantaquattro anni, ogni volta che lo incontra fa cadere le chiavi a terra e si china a raccoglierle proprio davanti a lui; hai fatto la segretaria tutto fare in un sindacato dove non sei mai stata regolarizzata per il bene degli iscritti – i lavoratori veri- altrimenti avrebbero pagato il triplo per l’iscrizione (e qualche buona azione bisogna farla ogni tanto); hai servito il caffè al bar del teatro centrale, però che bello hai conosciuto tanti personaggi anche se ancora non sapevi cosa fosse un contratto; hai lavorato come volantinatrice dove ti pagavano dopo il millesimo volantino consegnato, come cameriera di pub vestita da piccola bavarese col grembiulino turchese, il bustino e la camicetta frou frou, ed infine, con la tua laurea in tasca, sei approdata all’agognato contratto.

QUELLE MAGLIETTINE...

Sì, certo, un contrattino: quello di commessa part-time.Così hai capito: non basta sapere cosa vuoi fare da grande, cosa vuoi diventare, non basta studiare: serve, sia ben chiaro, ma non basta. E mentre lavori come commessa cominci a perdere la pazienza; si perché dopo tre anni di: “scusi magliettine a vulcano?” “senta, avete sopra?” “io sto cercando un’accoppiata” “ma colori meno festivi?” “pantaloni a mezzo sedere?” “mi da qualcosa per sembrare un’altra?” “no questa giacca mi fa troppo Gestapo”, se prima ridevi divertita alle bizzarre espressioni delle madames clienti, ora il cervelletto comincia a litigare col cervellone.

UNA LAVORO SICURO ALLE ORTICHE

Quindi lasci tutto, anche il contratto part-time a tempo indeterminato e ti butti nella mischia: vai a fare la maestra –precaria s’intende- perché otto anni prima avevi superato il concorso e ora incominciano a chiamarti per le supplenze, tua madre, dopo aver appreso la tua eroica decisione, ti urla dietro con un misto di rabbia e preoccupazione: «Non puoi rinunciare ad un contratto di commessa per andare ad insegnare è una follia!» ma ormai la decisione è presa: chi te l’avrebbe mai detto che saresti tornata a scuola? Magari non dietro i banchi perché stavolta i banchi ce li hai davanti, però fa un certo effetto.E’ proprio allora che per la prima volta nella tua vita tiri le somme di una vita giocata sul presente, senza troppe aspettative dal futuro che fino ad allora ti sembrava un miraggio. Dunque: tanti lavoretti più una laurea più una stanza tutta per te in un appartamento da condividere con le amiche (si perché a casa coi tuoi non se ne poteva più) uguale: ti accorgi che tutto sommato non suona proprio male.

INVENTARSI UNA NUOVA VITA

Allora ti inventi una nuova vita, un po’ più a misura, un po’ più calzante: prendi tutte le frasi buffe delle madames, quelle richieste strambe che ti hanno fatto ridere tanto e innervosire un po’ e, durante le ore di buco, le metti insieme e scrivi un libro che fa il giro del web. Intanto, tiri fuori la tesi dal cassetto, quella che hai tanto amato e che ti ha fatto sudare tutte le sante notti dell’estate 2002, la spolveri, la infiocchetti e la spedisci agli editori finché qualcuno ti risponde e ti dice che ti pubblicherà.Nel frattempo continui a lavorare con contratto a tempo e a gridare “oh capitano” perché non hai mai smesso di crederci, consapevole che anche i passaggi più oscuri e stretti, quelli che ti trovi a percorrere senza capire bene come ci sei arrivata o come ne uscirai, prima o poi portano sempre dove avevi pensato di arrivare."
E questo è il blog di Francesca: la sindrome della commessa

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao, abbiamo visto il tuo blog e ci è piaciuto molto. Volevamo scriverti in privato ma non c'è il link alla mail, quindi facciamo da qui... cancella pure se credi. Siccome l'argomento del tuo blog è in parte inerente a quello del nostro blog ci chiedevamo se ti poteva interessare uno scambio link e se magari ti va di pubblicare una delle tue esperienze lavorative, chiaramente con rimandi/link al tuo blog :)

Ciao!

Federico
www.bloglavoro.com

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