mercoledì 30 maggio 2007

MONTEZEMOLO A SCUOLA COPIAVA, ORA CHIEDE BEI VOTI


Ci sono due mondi che non si incontrano mai: le aziende italiane, i loro rappresentanti, e i giovani di belle speranze (deluse).


Luca Cordero di Montezemolo, presidente degli Industriali e fustigatore di politici, oggi ha rappresentato il primo mondo in un convegno alla Luiss a Roma: «La mission di tutte le università italiane - ha detto - è quella di avvicinare i giovani al mondo del lavoro e per farlo c'è bisogno di atenei di qualità» ha detto agli studenti della sua università in occasione dell'undicesime edizione del career day «I giovani e il lavoro - la Luiss per l'orientamento», giornata dedicata alla caccia di nuovi talenti da parte delle aziende italiane e straniere. Per mettere i ragazzi a loro agio, Montezemolo ha raccontato: «A scuola ero il campione del mondo del copiare, anche chi copia ha speranze di successo».


Poi però si è fatto serio: «Il rapporto tra mondo delle imprese e studenti è il tema dei temi - ha continuato - dobbiamo far sì che fin dalle scuole elementari le materie studiate si avvicinino il più possibile al mondo delle professionalità. L'università deve essere attiva e non passiva».


Gli studenti presenti erano tutti armati di curriculum e l’hanno potuto lasciare a novanta aziende, tra le quali la Banca d'Italia, Eni, Bmw, Fiat, Coca Cola. Puntare sulla meritocrazia, ha detto Montezemolo. Che significa premiare i più bravi e dare a tutti l’opportunità di avere successo. Però, ha ammesso, l’Italia è bloccata, e per ora predica bene ma razzola male.


Infatti, e qui parliamo di quell'altro "mondo", le statistiche sono deprimenti: secondo un’indagine sugli stipendi di laureati e diplomati, fatta dalla società OD&M per Miojob e Repubblica, i laureati italiani sembrano ben poco incentivati. I loro stipendi sono mediamente più alti di quelli dei diplomati, 24 mila euro l’anno, ma solo di un’inezia. E negli ultimi due anni sono cresciuti di meno. E’ comprensibile poi che molte voci dicano: ragazzi andate all’estero che qui non vi si fila nessuno. E infatti a leggere i blog è tutto un recriminare, un accusare. E forse hanno ragione i miei amici ingegneri che , nonostante le statistiche a loro favore, si sentono poco valorizzati. Illuminanti i racconti di quelli che dicono: all’estero mi danno un bello stipendio e mi trattano bene. Certo, bisogna essere bravi. Ma in Italia, spesso, bravi e non bravi sono uguali. Evviva le piccole imprese italiane.

1 commento:

Anonimo ha detto...

La scuola elementare deve formare i futuri cittadini, non i futuri lavoratori!

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