martedì 28 agosto 2007
lunedì 27 agosto 2007
OCCUPATI: PIU' 2. 600. 000 DISOCCUPATI: MENO 900. 000
La seconda è per chi sostiene che in Italia il lavoro va sempre peggio. Non è vero: in dieci anni gli occupati sono cresciuti complessivamente di 2,6 milioni, e gli occupati sono diminuiti di circa 900.000 unità.
L'Ansa parla di vero e proprio "boom". Ma, senza voler esagerare, mi sembra un buon risultato. Soprattutto per chi, come me, ricorda quanto fosse alta la disoccupazione negli anni '80 e '90, soprattutto tra i giovani. Per chi ama i numeri, nel 2006 il numero di occupati è stato pari a 22.988.000, in crescita di 2.660.000 rispetto ai 20.384.000 del 1997 (anno in cui è entrato in vigore il pacchetto Treu, ndr). Se per le donne c'è stato un grande balzo avanti, per gli uomini l'aumento dell'occupazione nel decennio è stata pari a 1.022.000 persone. I disoccupati sono diminuiti dai 2.584.000 del 1997 ai 1.673.000 del 2006, sempre in media d'anno, grazie a un calo di 479.000 disoccupati tra le donne e 431.000 tra gli uomini. In crescita anche le forze di lavoro in generale (la somma tra gli occupati e coloro che sono alla ricerca di un impiego) passati complessivamente da 22.968 del 1997 a 24.662 nella media 2006.
I problemi di cui ci si lamenta sempre non sono improvvisamente spariti ma, per un giorno, parliamo dei risultati positivi.
Ripeto, rimangono tanti nodi. Ma questi sono dati positivi.
Pubblicato da angela padrone alle 17:37 0 commenti
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venerdì 24 agosto 2007
LAVORO A CHIAMATA, TUTTI NE PARLANO...
Pubblicato da angela padrone alle 11:50 1 commenti
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martedì 21 agosto 2007
IL COMITATO LEGGE BIAGI
Pubblicato da angela padrone alle 16:49 6 commenti
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lunedì 20 agosto 2007
IL CALL CENTER DI FEDORA? UN SACCO DI RISATE
Il call center è tante cose, è un luogo della nostra realtà, non certo solo quell'intrico di luoghi comuni che spesso si legge. Può essere anche uno spunto per sorridere. E Fedora in questo è insuperabile. Leggete il suo blog Ilcallcenter e divertitevi. Questa invece è la storia di Fedora. Mi ha colpita e commossa. In più Fedora è nata nel mio stesso giorno: il 19 giugno. Bello, no?
"Fedora è il nome di mia nonna scomparsa tanti anni fa, e l’ho adottato per ovvie ragioni di precauzione nel lavoro che attualmente svolgo. Da bimba volevo fare la ballerina, ma non essendo filiforme ed eterea come una farfalla mi convinsi a lasciar perdere e mi indirizzai verso il mio secondo desiderio: girare il mondo e parlare le lingue straniere.
A soli 7 anni mi muovevo con i mezzi pubblici e andavo a prendere mia madre che lavorava in un albergo. Mentre aspettavo che la mamma finisse il suo turno, me ne stavo seduta ad ascoltare i fotomodelli americani che bivaccavano nella hall.Imparai così bene a pronunciare correttamente i fonemi (cosa che non saprei più riprodurre) che a scuola mi spacciai per “inglese” allo scopo di attirare l’attenzione dei miei compagni.
Buzzurra e maschiaccia non sopportavo di giocare con le femminucce perchè le consideravo delle pappamolle, e i maschi li picchiavo tutti i santi giorni. Finché, devo dire finalmente, qualcuno me le diede di santa ragione. Mi braccarono in tre sulla strada di ritorno da scuola e da quel giorno ritenni opportuno iniziare a giocare con le femmine a un due tre stella, all'elastico e alla corda. Le “bambine” per permettermi di giocare, mi facevano pagare pegno chiedendomi di parlare “in inglese” e a me non pareva vero di poter fare sfoggio di qualcosa che gli altri non conoscevano.
Ma si sa che le bugie hanno le gambe corte, e un giorno una bimba più intelligente di me, all’uscita da scuola, chiese a mio padre “Ma sua figlia è inglese?” e lui rispose “No, è cinese!”Volevo sprofondare dalla vergogna.E da quel giorno decisi che avrei studiato lingue ma non avrei detto più bugie. E così fu.
Ai tempi dei miei studi non esistevano le facoltà di comunicazione e scienze turistiche che ancora oggi sento come un tassello mancante per la mia formazione completa. Frequentai l'istituto Tecnico per il turismo e dopo la maturità mi iscrissi di nascosto alla famiglia agli esami di selezione per la scuola interpreti Silvio Pellico di Milano. Li superai brillantemente con inserimento direttamente al secondo anno, ma la scuola era privata e il costo annuale decisamente eccessivo per la mia famiglia.Con grande rammarico fui costretta a rinunciare ma non mi perdetti d’animo e cominciai a scrivere a tutte le agenzie di incentives trovando subito lavoro in una nota Agenzia di Incentive di Milano, tutt'ora operativa.Diventai un'esperta di viaggi, incentives, comunicazione, business travel, eventi, conventions e congressi. Ebbi l’opportunità di girare il mondo anche con residenze all'estero per mesi.Ho vissuto tre anni in Grecia, dove credo di aver trovato le mie vere origini. Lì mi sono sentita a casa come in nessun altro posto. Un giorno vi ritornerò, forse da vecchia, chissà.
Per molti anni mi sono dedicata alla libera professione lavorando come capo area per diverse agenzie, selezionando gli staff che poi ho gestito in Egitto, Grecia ecc. Mi sono dedicata anche all'organizzazione di viaggi accessibili per persone disabili. Quest’ultimo aspetto del mio lavoro è stato fonte di grande soddisfazione sia professionale che morale. Leggere la felicità che sprizza dagli occhi di un ragazzo, bloccato su una carrozzina, che può esaudire il sogno impensabile di partire per un safari in sud africa, mi ha ripagato abbondantemente delle fatiche organizzative.
Ma la vita personale, quella intima dei sentimenti, non mi è stata benigna.Una scelta sbagliata, un uomo insensibile, forse le mie fragilità a lungo represse, mi hanno fatto cadere in un vortice di depressione che a fatica ho superato dopo 3 anni, ma che ancora oggi devo tenere sotto controllo senza mai abbassare la guardia.
In questo periodo tetro sono uscita dal giro del lavoro. Rientrata dopo qualche tempo, ho faticato a restarci. Troppo faticoso, troppe apparenze senza sostanza. Mi sono fatta forza e ho imparato a gestirli. Il bisogno di lavorare, per guadagnare, per dimostrare a me stessa che sono in gamba mi ha dato sempre dato la spinta a non mollare mai. Così, travestita di sorrisi, ho continuato. Ma non dura. Forse sono cambiata io o forse i tempi, fatto sta che non riesco ad adattarmi all’ambiente che ruota intorno a questo lavoro. Mi sembra tutto falso, abbagliante, luccicante di lustrini ma pieno di nulla.
Ho un grande amore. Il mio gatto.Un amore che dura da 23 anni. Non me la sento più di lasciarlo da solo, è stanco e pieno di acciacchi.Pensare di lasciarlo due giorni da solo per me è insopportabile.
Ed ecco la decisione: rispondo ad alcune inserzioni, solo quelle che indicano la sede di lavoro, abbastanza vicina a casa e mi rispondono quasi immediatamente.
Alla fine dei due mesi, penultimo giorno di lavoro, ormai convinta che non avrebbero rinnovato il contratto, ricevo una chiamata che mi informa che mi avrebbero fatto una proposta per lavorare direttamente con l'azienda (e non più con l'interinale). Vengo assunta a tempo determinato per 6 mesi e, alla scadenza, per un altro anno che scadrà il prossimo 18 febbraio 2008.Quella è la data definitiva, come la chiamiamo noi, del “dentro o fuori” e visto e considerato la mia tenera età (39 compiuti il 19 giugno), e considerato il fatto che non assumono più, probabilmente resterò a casa e dovrò pensare di partire per qualche paese straniero come capo centro (sebbene non penso che potrà essere fattibile perchè dovrei abbandonare il mio vecchio gatto che ha bisogno di me in questi suoi ultimi anni, lustri, decenni di vita).
Attualmente gestisco anche i flussi di chiamate dei clienti Alto Valore. Credo che su questo incarico abbia inciso la mia esperienza di lavoro a contatto con personaggi e manager capricciosi, inclusi i loro budget miliardari, con operazioni ad altissimo rischio commerciale, che si sa, alterano il valore delle cose decuplicandolo.Ogni tanto, seduta alla mia postazione, mi sento un pesce fuor d'acqua, ma sono testarda e non mollo.Certo non è il massimo, considerato che mi sembra di aver fatto un salto all’indietro, ma attualmente mi sta bene e preferisco guardare gli aspetti positivi che questo lavoro mi offre piuttosto che fare recriminazioni sterili e inutili.
Il mio luogo di lavoro è confortevole anche se si potrebbe sempre migliorare.Ci sono molte regole che trovo necessarie per la buona convivenza e un rendimento maggiore. E' vero che la severità e la mancanza di flessibilità negli orari ai quali siamo tenuti potrebbe essere fastidiosa, ma ritengo che sia un ottimo modo per garantire l'ordine. Siamo in tanti e non è possibile fare deroghe su deroghe. I giovani imparano così a essere puntuali e precisi, allenamento dovuto e non una schiavitù come qualcuno pensa. I miei colleghi non sono tutti italiani e provengono dai luoghi più disparati: Egitto, Marocco, Spagna, Sud America… Alcuni dei miei capi potrebbero anche essere miei figli e alcuni colleghi sono già nonni. La selezione è ferrea. Siamo controllati scrupolosamente in tutto quello che facciamo allo scopo di migliorare la qualità del servizio. Cosa che condivido avendo gestito per un anno e mezzo un piccolo call center di recupero crediti.Spesso chi telefona crede che tra una chiamata e l'altra ci siano stereo, balli sui tavoli mentre i telefoni squillano all'impazzata. In realtà sono le solite dicerie di gente poco informata o in malafede. Restiamo sempre in postazione e in cuffia. Non sono ammesse riviste, non si mangia in postazione, ci si deve vestire in modo decoroso. Le pause sono preventivamente stabilite e ogni variazione deve essere segnalata ai coordinatori. E' umano che tra una chiamata e l'altra tra colleghi ci scappi una chiacchierata ma mai a scapito del cliente che telefona e che ha la precedenza assoluta su tutto. Periodicamente si frequentano dei corsi di aggiornamento obbligatori in orario di lavoro che permettono di essere in linea con le direttive aziendali ma soprattutto per darci un feed back di come stanno andando le cose. Il tutto con test finale e generalità di chi lo compila.Tutti noi dobbiamo essere preparati e non possiamo permetterci di non restare al passo con gli altri.
Un lavoro serio e per molti versi divertente.Io mi diverto tra i numerosi applicativi, più scopro cose che non conosco e più imparo. Quando a freddo ripenso alle mille domande tutte diverse che mi pongono i clienti mi stupisco del fatto che a tutte riesco a trovare una risposta e una risoluzione a volte con l'aiuto di un coordinatore.
Le chiamate che arrivano sono le più variegate. Confesso che essendo abituata a trattare con un certo tipo di persone, preferisco comunque il capriccioso ma signore, rispetto al cafone arrogante. Almeno nel primo caso posso sperare di cogliere un velo di intelligenza, nell’altro invece devo essere particolarmente carica e reattiva per sfondare il muro della stupidità.L'impegno a trattare con certi clienti mi porta spesso ad avere mal di testa, ma il più delle volte riesco a gestirli senza “sforare” in comportamenti poco professionali. Fortunatamente i maleducati non sono molti. Il più delle volte i clienti sono persone per bene che ringraziano e con qualcuno ci scappa pure la risata.Ecco, è proprio questo il lato più bello del mio lavoro. Sentire magari che una persona è angosciata da qualcosa o magari ha poco credito (e chissà quando può fare una ricarica perchè non se la può permettere in quel momento) e spiegare che invece non è come crede risolvendogli un problema piccolo ma allo stesso tempo enorme per lui, per me è come dare un pezzetto di paradiso a chi ne ha bisogno.Non sarà nulla in questo mondo consumistico, ma per me è moltissimo.
Nel tempo libero mi dedico al mio gatto Mas e alla mia cricetina Polpetta, che ho dovuto far operare per un tumore maligno che me l'avrebbe portata via in quindici giorni, mi diverto a creare template e a sognare la mia futura azienda di cui fatico a vedere una possibilità di realizzazioneMa si sa, i sogni son duri a morire e per fortuna non mi abbandonano. Guai se non ne avessi."
Pubblicato da angela padrone alle 00:13 3 commenti
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giovedì 16 agosto 2007
GRILLO ACCETTERA' LA SFIDA DI ICHINO?
Pubblicato da angela padrone alle 14:35 8 commenti
Etichette: beppe grillo, ichino pietro, legge biagi, precari, sfida, v-day
martedì 14 agosto 2007
ECCO LA COPERTINA...FINALMENTE
Già, quanto mi sono arrovellata su questa benedetta copertina :-(
All'inizio ne era stata scelta una che era già il frutto di lunghe e defatiganti ricerche...ma non mi piaceva (se la cercate su internet la troverete). Interrogati su questo, tutti i mei amici e ispiratori nel migliore dei casi storcevano la bocca. Figuratevi il mio stato d'animo. Ho cominciato a rompere l'anima a tutti...ho scocciato i miei colleghi del Messaggero per serate intere, ho asfissiato mia figlia, sottoponendo a lei, poveretta innocente, foto su foto. :-(
Sappiate però che non basta trovare una foto bella, per trasformarla in una copertina. Bisogna vedere di chi è quella foto, se il proprietario è disposto a vendertela, e quanto costa. Insomma, un inferno.
Una domenica mattina, tanto per fare delle prove, mi metto in ciabatte davanti al computer ....E fotografo i miei piedi, per avere qualche idea da mandare a Francesco. Lui, carinamente, viste le foto mi prende un po' in giro: "Ma sai che hai dei bei piedini?!" Io giustamente all'inizio non l'ho preso sul serio....per farla breve alla fine ho messo insieme scarpe calzini, calzettoni, ho comprato anche uno smalto che non mi sarei mai messa, e sono andata nello studio di Francesco, dove abbiamo fatto le prove.. le foto sono venute fuori. Una di queste è diventata la mia copertina. E' piaciuta a tutti. A tutti dà l'idea di quello che cerco di dire nel libro, dove convive precarietà e voglia di rimettersi in piedi. Se guardate bene, nella seconda immagine "dentro" il computer i piedi sono nudi. Come siamo tutti nei momenti più belli e più difficili. Comunque, il libro esce tra un mese e questa è la mia copertina, che mi piace proprio un sacco. Grazie Francesco :-D
Pubblicato da angela padrone alle 10:51 11 commenti
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sabato 11 agosto 2007
MAX COSMICO "Sono caduto dallo scalone"
Il mood è un po' ombroso, ma lo scalone effettivamente ha colpito duro. Complimenti Max preparati all'autunno, ne vedremo delle belle!
Pubblicato da angela padrone alle 10:50 3 commenti
giovedì 9 agosto 2007
CARUSO, GRILLO E IL BENE DEI LAVORATORI
Cosa c'entra tutto ciò con Marco Biagi e Tiziano Treu? Come può questo Francesco Caruso dire delle frasi di cui non riesce neanche a valutare il peso, ammesso che ne valuti il significato? Ho molto tentennato prima di scrivere, oggi. Ho sentito che Caruso ha detto che Treu e Biagi sono degli "assassini" e che è colpa loro se avvengono incidenti mortali sui luoghi di lavoro. Ero molto incerta se scrivere, per vari motivi.
Primo: quella frase, quel concetto è una tale enormità, rivolta a due persone delle quali una è morta, uccisa, e ancora spesso tirata in ballo indebitamente per i problemi del mercato del lavoro che aveva cercato e voluto contribuire a risolvere o quanto meno migliorare; è una tale enormità pronunciare una frase del genere che verrebbe voglia di tacere, chiudere gli occhi e sperare che la gente dimentichi. Ma non sarebbe giusto.
Secondo: le leggi sul lavoro di Tiziano Treu e di Marco Biagi hanno tentato, e solo in parte sono riuscite, a "regolamentare" il lavoro, a far emergere il lavoro nero, a dare tutele ai lavoratori più deboli e una cornice di legge a nuove figure lavorative emerse in tutto il mondo . Il loro intento, in modi e misure diverse, era proprio dare garanzie, aiutare il lavoratore. Se ci sono realtà illegali nelle quali la legge non viene rispettata, la colpa non è certo di chi ha fatto la legge, al contrario.
Terzo: purtroppo gli incidenti sul lavoro avvengono in tutto il mondo, occidentale e non. In Italia sono in leggera diminuzione, grazie alle leggi e alle campagne anche di stampa, degli ultimi anni. E' stata ora varata una nuova legge (anche se credo che nulla valga i controlli). Perché non ci si concentra sulle cause di queste terribili vicende, invece che parlare a vanvera? Si crede di fare un favore a qualche lavoratore? Temo di no.
Ultimo punto: il presidente Napolitano è intervenuto per dire che è indignato per le parole di Caruso. Meno male. Avrebbe forse dovuto anche leggere, prima di far scrivere un bigliettino di ringraziamenti formale al suo ufficio pubbliche relazioni, il libro di Beppe Grillo "Schiavi moderni", nel quale si scrive che la legge Biagi è la "moderna peste bubbonica che ha introdotto il precariato in Italia". Questa frase non è molto diversa da quella di Caruso. E non aiuta neanche un solo lavoratore. E' solo demagogica, tende a consolare chi ha delle difficoltà, senza porsi il problema di come si può migliorare. A me, che negli anni non ho mai smesso di prendere a cuore le vicende di tanti giovani che vogliono entrare nel mondo del lavoro, dà una tristezza infinita.
Pubblicato da angela padrone alle 20:00 5 commenti
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martedì 7 agosto 2007
DIFENDIAMO I DIRITTI DEGLI UOMINI, IN NORVEGIA
lunedì 6 agosto 2007
L'ALTO APPRENDISTATO PER IL LAVORO: E' ORA DI PRESENTARE LE DOMANDE
Pubblicato da angela padrone alle 00:58 1 commenti
Etichette: adapt, alta formazione, fondazione marco biagi, laureati, legge biagi, master, precariato, università modena
giovedì 2 agosto 2007
AMICI SUL LAVORO? SARA' MEGLIO, SE NO....
Pubblicato da angela padrone alle 21:44 0 commenti
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mercoledì 1 agosto 2007
TRA I PRECARI TIRA UN VENTO NUOVO...NONOSTANTE TUTTO
Pubblicato da angela padrone alle 14:26 1 commenti
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