OCCUPATI: PIU' 2. 600. 000 DISOCCUPATI: MENO 900. 000
Un milione e 700 mila donne in più hanno trovato lavoro negli ultimi 10 anni. Questo è il fatto più clamoroso degli ultimi dati Istat sulla forza lavoro in Italia. Siamo uno dei paesi dove l'occupazione femminile partiva da più indietro, e ancora è molto al di sotto della media europea (noi siamo al 45%, l'Ue vicina al 60%) ma indubbiamente un milione e 700 mila posti di lavoro in più cominciano a fare una bella differenza . Le donne hanno ancora molta strada da percorrere. Comunque in questi anni non siamo state ferme e questo è un grande risultato per tutti. .... E questa è la prima considerazione sui dati Istat.
La seconda è per chi sostiene che in Italia il lavoro va sempre peggio. Non è vero: in dieci anni gli occupati sono cresciuti complessivamente di 2,6 milioni, e gli occupati sono diminuiti di circa 900.000 unità.
L'Ansa parla di vero e proprio "boom". Ma, senza voler esagerare, mi sembra un buon risultato. Soprattutto per chi, come me, ricorda quanto fosse alta la disoccupazione negli anni '80 e '90, soprattutto tra i giovani. Per chi ama i numeri, nel 2006 il numero di occupati è stato pari a 22.988.000, in crescita di 2.660.000 rispetto ai 20.384.000 del 1997 (anno in cui è entrato in vigore il pacchetto Treu, ndr). Se per le donne c'è stato un grande balzo avanti, per gli uomini l'aumento dell'occupazione nel decennio è stata pari a 1.022.000 persone. I disoccupati sono diminuiti dai 2.584.000 del 1997 ai 1.673.000 del 2006, sempre in media d'anno, grazie a un calo di 479.000 disoccupati tra le donne e 431.000 tra gli uomini. In crescita anche le forze di lavoro in generale (la somma tra gli occupati e coloro che sono alla ricerca di un impiego) passati complessivamente da 22.968 del 1997 a 24.662 nella media 2006.
I problemi di cui ci si lamenta sempre non sono improvvisamente spariti ma, per un giorno, parliamo dei risultati positivi.
La seconda è per chi sostiene che in Italia il lavoro va sempre peggio. Non è vero: in dieci anni gli occupati sono cresciuti complessivamente di 2,6 milioni, e gli occupati sono diminuiti di circa 900.000 unità.
L'Ansa parla di vero e proprio "boom". Ma, senza voler esagerare, mi sembra un buon risultato. Soprattutto per chi, come me, ricorda quanto fosse alta la disoccupazione negli anni '80 e '90, soprattutto tra i giovani. Per chi ama i numeri, nel 2006 il numero di occupati è stato pari a 22.988.000, in crescita di 2.660.000 rispetto ai 20.384.000 del 1997 (anno in cui è entrato in vigore il pacchetto Treu, ndr). Se per le donne c'è stato un grande balzo avanti, per gli uomini l'aumento dell'occupazione nel decennio è stata pari a 1.022.000 persone. I disoccupati sono diminuiti dai 2.584.000 del 1997 ai 1.673.000 del 2006, sempre in media d'anno, grazie a un calo di 479.000 disoccupati tra le donne e 431.000 tra gli uomini. In crescita anche le forze di lavoro in generale (la somma tra gli occupati e coloro che sono alla ricerca di un impiego) passati complessivamente da 22.968 del 1997 a 24.662 nella media 2006.
I problemi di cui ci si lamenta sempre non sono improvvisamente spariti ma, per un giorno, parliamo dei risultati positivi.
Ultima considerazione: qualcuno dice che questi posti di lavoro sono di cattiva qualità, perché ci sarebbe stata la diffusione di lavoro a termine. Il lavoro a termine è certamente cresciuto, anche se sembra che sia cresciuto di più prima della legge Biagi, e non dopo. Io sono tra quanti sono convinti (vedi anche Comitato legge Biagi) che, proprio grazie alle riforme di Treu e Biagi, tante persone in più abbiano trovato un lavoro. La disoccupazione oggi è scesa al 6%, il che è un dato record. Se i lavori a termine improvvisamente sparissero è possibile che si tornerebbe a livelli di disoccupazione ben più alti.
Ripeto, rimangono tanti nodi. Ma questi sono dati positivi.
Ripeto, rimangono tanti nodi. Ma questi sono dati positivi.
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