mercoledì 6 giugno 2007

PRECARI E CONTENTI, IL CALL CENTER E' IL MIO REGNO

AGGIORNATO

Se credete di sapere tutto sui call center, definiti da tante parti moderne miniere di carbone, luoghi di schiavismo contemporaneo, fucine di precariato senza speranza, leggete l'esperienza di Dory.

" Ciao Angela,
sai, la mia storia è del tutto simile a quella di chiunque può dire di aver fatto un minimo passo avanti nei call center. Io ne conosco tanti come me. Mi sono laureata a 23 anni in Scienze Naturali. Ho avuto subito la fortuna di essere accolta sotto l'ala protettrice del mio correlatore di tesi, tanto che mi è stata data l'opportunità di lavorare nel Museo della mia città a contrattini intermittenti di poche lire al mese. E' andata così per tre anni, non c'è stata continuità, di certo, dato che lavoravo tre mesi sì, due no ecc. senza poter pretendere nulla.Nel frattempo ho trovato lavoro in questo call center. Sono entrata come operatrice telefonica. E' stata la mia prima esperienza lavorativa vera e propria, in ritenuta d'acconto (non sapevo nemmeno che fosse...). Mi sono barcamenata tra i due lavori per un annetto e mezzo circa, perchè non volevo perdere nessuna delle due opportunità: in museo aspettavo che arrivasse finalmente il mio turno (un concorso), in call center speravo di togliermi quanto prima "dai telefoni". Ti dico subito che però ho sempre fatto in modo di essere la persona più disponibile, di esserci sempre per entrambi i lavori. Ci sono stati mesi in cui entravo da una parte alle 8 del mattino e uscivo dall'altra alle 10 di sera, lavorando anche al sabato! Io penso che la costanza e la serietà siano sempre premiate. Se dipende solo da te. Pertanto al museo l'opportunità è volata: al museo il concorso è arrivato, ma l'ha vinto un'altra persona (che non ci aveva mai lavorato...). Quella è stata una cosa che mi ha fatto male, mi ha delusa, tanto che pian pianino, senza rendermene conto, ho cominciato ad accantonare i sogni da studente e ad alimentare quelli da lavoratrice vera.

Suona strano, lo so, ma è stato come crescere, maturare. Come niente vedevo che qui in call center i responsabili mi davano sempre più lavori da fare. C'è stato l'ultimo periodo come operatrice in cui rispondevo contemporaneamente a 9 numeri verdi diversi! e col tempo arrivavano responsabilità in più e il telefono si allontanava sempre più :-) Dopo due anni da operatrice sono diventata "supervisore" della sala e l'anno successivo "responsabile di progetto". Ora coordino (per dirla in "damianese") una sala intera, pianifico le attività e mi relaziono con i committenti. Credo di essere arrivata al punto d'arrivo, perchè come dicevo puoi essere lavoratrice indefessa quanto vuoi, ma ad un certo punto le dinamiche di carriera diventano altre. E quando il futuro non dipende più da te è più difficile pianificarlo, anche se diventa una sfida più bella.




In questi anni ne ho viste di delusioni, raccomandazioni, discriminazioni e ingiustizie. Ma è esattamente quello che accade in ogni ufficio d'Italia. Il call center è un'azienda normale, forse ancora più bella, perchè tra una chiamata e l'altra abbiamo il tempo di conoscerci e di stringere amicizie. Non è la schiavitù di cui parlano. Non è il lavoro insostenibile di cui dicono. Poi dipende dall'azienda per cui lavori, non parlo di altre realtà. Comunque in tutta questa storia concludo che ho iniziato qui all'inizio del 2000, nel 2001 ho avuto un contratto co.co.co, nel gennaio 2004 sono stata assunta. Tutto è sempre stato chiaro e trasparente. Mai illusioni né promesse non mantenute. Ma cambia poco, perchè come scrivo nel blog, lo stato precario resta, è insito ormai in noi giovani, nel nostro modo di vivere, non riesco ad immaginarmela diversamente. Anzi, c'è chi come me, ci sguazza. Per avere meno pensieri, no? Credo di essere stata anche troppo prolissa :-), pertanto ti saluto Dory. "



Qui aprite il blog di dory

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Lo schiavo non è colui che è in catene, ma colui che ha perso il senso della libertà.

Abbiamo perso tutti.

Saluti.


A.

Anonimo ha detto...

vero..concordo Achille..

Anonimo ha detto...

scusa Dory, non ti sembra un po'inutile una laurea in scienze naturali per lavorare in un call center?
non potevi scegliere di farti la tua gavetta lì dopo il diploma senza spendere soldi per foraggiare l'Università quando la società ti ripaga con queste mansioni?

Pilla ha detto...

Concordo con l'Anonimo.. e poi se gestire un call-center è un punto d'arrivo bella consolazione..

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