mercoledì 20 giugno 2007

GIOVANI E DISOCCUPATI, NON RIMPIANGETE IL '92





Disoccupazione mai così bassa dal '92. E' al 6,4%. Questa frase è interessante e a moltissimi giovani avrà fatto scattare il riflesso condizionato: "vedete, prima del '92 sì che stavate bene, pieni di posti di lavoro, peraltro sicuri, non precari come i nostri". La vignetta di Arnald qui accanto dimostra quanto sia forte il pregiudizio di chi pensa : nessuno stava peggio di noi.


Giornalisti sbadati, senza memoria, senza la voglia di spiegare. E chi non ha la voglia di spiegare (e di capire, prima), forse dovrebbe darsi all'ippica. Ma attenzione, perché anche lì ci vuole memoria.


Prima del '92, secondo i precisini dell'Istat (ma loro hanno delle ragioni, fanno gli statistici, non i giornalisti), non si possono fare paragoni, perché non ci sono le serie storiche. Non è che non ci siano, ma allora erano un po' diverse, perché a un certo punto l'Istat cambiò i metodi di calcolo. Bisognerebbe farsi spiegare, con un po' di buona volontà, cosa è cambiato e come. Ma intanto, chi era già nato e cresciuto sa benissimo cosa accadeva prima del '92. Non è che la disoccupazione fosse al 6% come oggi! Piuttosto era intorno all'11%, anche oltre, e come nel seguito degli anni '90. Tra i giovani i disoccupati erano uno su tre, più di adesso. E la disoccupazione intellettuale, cioè di quei laureati che si ritrovavano col pezzo di carta a non sapere che fare, è stata inventata negli anni '70.


Allora godiamocelo questo tasso di disoccupazione al 6%, perché è il più basso in almeno 35 anni!
E non si dica che adesso le cose per il lavoro temporaneo miglioreranno perché aboliranno lo staff leasing e il lavoro a chiamata. Perché sono forme di lavoro sempre esistite, che servono per i lavori stagionali (cameriere in un albergo al mare, per esempio) o classicamente per brevi periodi (hostess nei congressi). Non si faranno più perché il nome non piace? Leggete qui il pezzo di Marco Crippa sul bollettino della Fondazione Biagi.
Piuttosto è preoccupante l'enorme numero di persone che in Italia non cercano lavoro. Abbiamo uno dei tassi di occupazione più bassi d'Europa. E si tratta soprattutto di donne al Sud.
Su questo, e su una proposta degna di un grande dibattito si veda invece quello che scrivono gli economisti Tito Boeri e Pietro Garibaldi della Voce (peraltro non solo loro, l'ho sentita fare anche da altri giuristi ed economisti, ma sempre quasi chiedendo scusa): il lavoro, che all'inizio è giusto che sia sempre "temporaneo", acquisti una progressiva tutela, con il passare del tempo e la permanenza in un'azienda o posto di lavoro.
Io non so se è l'uovo di Colombo, ma varrebbe la pena scatenare un enorme dibattito su questo, perché è assurdo che il mercato del lavoro mantenga la forma di uno di quei dolci impossibili da affettare: fuori una crosta durissima (i supergarantiti che anche se si danno per finti malati o sputano al loro capo non li tocca nessuno) e dentro la frutta troppo soffice, che va raccolta con il cucchiaio (i precari per sempre, diciamo per brevità).

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Cosa dire? Che sei l'unica giornalista seria ad essersi espressa seriamente su questo mi sembra banale... Sono due giorni che la stessa statistica gira nelle versioni che più aggradano a chi la deve dare...

Come sempre, è un piacere leggerti! :)

Fede

Ladypiterpan ha detto...

E' giusto godersi il tasso di disoccupazione più basso degli ultimi anni!!
E' vero anche, che, secondo il sindacato Nidil-CGil, continuano ad aumentare il numero di contratti a tempo determinato che nel 2006 ha raggiunto la soglia del 51% delle nuove assunzioni.
Oltre al miglioramento delle tutele, ricordiamoci anche di far entrare in esse, un aumento di reddito per i precari, VISTO che i redditi medi dichiarati(nel 58% dei casi) NON SUPERA I 10.000 EURO LORDI ANNUI!!!!!!!!!
Forse è anche per questo che qualcuno rinuncia a ricercare un posto di lavoro, non credi?
Saluti by Anna

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