PENSIONI, RAGAZZI SE NON VI ARRABBIATE ORA...
Domani, 30 giugno, è l'ultimo giorno per scegliere se lasciare il proprio Tfr come "liquidazione" oppure metterlo in un fondo pensione, per avere una pensione integrativa. Sono tanti quelli che non hanno scelto e, a seconda dell'azienda in cui lavorano, il loro Tfr finirà in un fondo oppure all'Inps. Ma non scegliere è la cosa peggiore. Io ho scelto il fondo per la pensione integrativa...
Lo so, questo è un blog per giovani che alla pensione, spesso, ancora non ci possono neppure pensare. Eppure, proprio chi è agli inizi può farsi una pensione integrativa decente, che lo salverà da una vecchiaia indigente. E chi ancora ha un lavoro precario dovrebbe veramente scendere in piazza, occupare il ministero del Lavoro o qualche altra cosa...altro che abolizione della legge 30 (che invece vi tutela). Dovete incazzarvi perché si parla di abolire lo scalone per chi oggi ha 57 anni e sta per andare in pensione con un assegno vicino all'80 per cento dello stipendio. Voi quante tasse dovrete pagare per chi va in pensione ora e prenderà la pensione altri 25- 30 anni? E voi quando mai potrete andare in pensione? Verso i 70 anni. E quanto varrà la vostra pensione? Diciamo il 40-45% del vostro ultimo stipendio? Io non parlo per me che prenderò una pensione intorno al 50% dello stipendio e cercherò di integrarla con una pensione integrativa e non potrò andare in pensione prima dei 65...ormai a questo sono rassegnata. Ma voi, che vi incazzate tanto per il precariato. Sbagliate obiettivo.
Leggetevi un bel libro dell'attuale ministro dell'Interno, Giuliano Amato, e di un professore di Scienza delle Finanze, Mauro Marè. Il libro si intitola "Il gioco delle pensioni: rien ne va plus". Il primo e l'ultimo capitolo spiegano perché è urgente riformare le pensioni, per salvare le giovani generazioni, e gli altri spiegano perché è vitale farsi una pensione integrativa. E' pieno di cifre interessanti e paurose. Ma la più paurosa di tutte è questa: in questo momento l'elettore "mediano" ha 46 anni. Il che significa che ancora pensa al futuro incerto, e ancora si sente un po' giovane, e ancora governi e sindacati devono rispondere anche ai giovani per avere i voti. Ma l'età dell'elettore mediano sta salendo rapidamente, in Italia più che in qualunque altro paese europeo. Fra 30 anni questo elettore "chiave" avrà 58 anni. E i governi e i sindacati non potranno più pensare ai giovani, perché saranno troppo pochi. Quindi, se voi non vi svegliate e non protestate perché si pensa solo alle pensioni degli anziani e non a quelle dei giovani, dopo non vi ascolterà più nessuno.Comunque leggete il libro, che vi apre la testa: Il gioco delle pensioni, Amato - Marè, Il Mulino.
Per Max Cosmico: puoi anche descrivere la tua possibile riforma: secondo me è interessante!
4 commenti:
Mi accodo volentieri a questo ottimo post, malgrado l'ora e qualche birra di troppo, per esprimere la mia opinione in merito.
Quello del precariato - ha ragione Angela - è un falso problema. A me possono stare benissimo i contratti atipici e flessibili, purchè accompagnati da uno stipendio più alto (visto che comunque come lavoratore mi accollo un rischio di "precarietà", che deve essere remunerato secondo una ben nota legge economica) e con contributi adeguati. Invece, con la legge 30, le imprese hanno uno strumento per farti fare un lavoro da dipendente e con pochi contributi.
Sistema pensionistico e mercato del lavoro sono strettamente interconnessi, è un serpente che si morde la coda e dunque è un sistema che va riformato integralmente e parallelamente.
Vi illustro ora come imposterei, con un colpo solo, la riforma del mercato del lavoro e del sistema pensionistico.
Ipotesi:
- una delle cause del precariato e del disincentivo a stipulare contratti regolari da parte delle aziende (dunque, non ricorrendo all'abuso della Biagi) sono gli alti contributi;
- l'effetto è, per quelli della mia generazione, un accantonamento di diversi anni di contributi irrisori (dovuti ai contratti atipici: in un anno di co.co.pro. verso come contributo quello che il mio collega - regolarmente assunto - versa in un mese) e pochi anni di contribuzioni più sostanziose, con un contratto regolare che ipotizziamo arriverà più tardi (diciamo a 35 anni)...dunque, alla fine della vita lavorativa, avrò un'aspettativa di una pensione minima o comunque bassa.
Il mio ragionamento allora è il seguente:
- se un'impresa non ha incentivo a farmi un contratto regolare ed assumermi per gli alti contributi, allora riduciamo di molto questi dannati contributi!
- infatti, per uno della mia generazione è preferibile avere un contributo annuo basso ma per più anni di contribuzione (diciamo 40, se un'impresa è incentivata ad assumerti prima dei 35 anni ipotizzati, in questo stimolata dalla riduzione dei contributi di cui al punto precedente), piuttosto che contributi più alti ma per meno anni;
- in altre parole, il mio interesse non è tanto quello di accumulare chissà quale pensione con i contributi attuali (un miraggio, visto che tanto le imprese non ti assumono!), ma di iniziare a lavorare quanto prima possibile con un contratto più regolare (e per regolare, si badi bene, intendo con contributi non ridicoli! Per me si potrebbe sempre trattare di un contratto atipico e flessibile, ma con contributi decenti!).
La mia generazione, in questo modo, "baratta" il miraggio di una buona pensione (come era per le generazioni precedenti) con l'aspettativa di iniziare a lavorare prima e con una pensione non minima ma almeno decente.
Precariamente Vostro,
Max Cosmico
santa polenta!
sono sempre più confusa.. :(
Cara Angela,
riguardo i fondi pensioni si è già tanto in ritardo!!!
Il mio TFR lo verso già da 6 anni in un fondo chiuso, il fonchim.
Di questo quello che mi preoccupa è che, visto l'interesse di tutte le società assicurative e bancarie sui fondi appena nati, mi auguro che almeno, dopo 40 anni e passa di versamenti (visto l'andazzo), l'INTEGRAZIONE all'assegno pensionistico vada a finire veramente nelle nostre tasche e non in quelle di qualcun altro...
Riguardo un punto nel commento di Max Cosmico, ossia che le aziende non assumono perchè i contributi sono troppo alti non sono d'accordo!!
Secondo me le aziende non assumono perchè anche loro si sentono PRECARIE!!!
Soprattutto le nostre aziende italiane.
Tantissime non riescono a rinnovarsi e soprattutto hanno paura di rischiare!!!
Hanno paura di intraprendere.
Spaventa la globalizzazione in senso lato!!
Quindi meglio accontentarsi di quello che si ha e magari, perchè no, fare soldi semplicemente risparmiando sul lavoratore...
Allora quando è che diventiamo tutti coraggiosi? Mah....
Cordialmente Anna
Salve ! , sono un imprenditore dal 1988, e ho creato nella mia vita imprenditoriale un centinaio di posti di lavoro, ma proprio adesso mi trovo in difficoltà ad assumere giovani, mi si chiede di dare il c... per i contributi, sono d'accordo che i contributi vadano e devono essere pagati, ma se un azienda ha costi elevatissimi di gestione e si trova in difficoltà, haimè ragazzi, e veramente un casino.A volte non ci si rende conto che i costi superano i ricavi nonostante ci siano preposti eccellenti sul posto di lavoro, ma questi contributi a mio avviso dovrebbero essere meno pesanti.Infatti dopo aver fatto due conti in azienda, mi sono accorto che non potrò assumere nessuno , malgrado io ne abbia veramente bisogno.
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