martedì 10 luglio 2007

RAGAZZE, E' IL COLMO


Questo è proprio il colmo. Poiché qualcuno si è messo in testa che questo "scalone" va proprio abolito, l'ultima trovata che sta girando sui cosiddetti "tavoli" delle trattative e nel governo, è l'aumento dell'età per la pensione di vecchiaia per le donne. Attualmente è a 60 anni, mentre per gli uomini è a 65. Io sono sempre stata favorevole a un graduale aumento dell'età della pensione, magari su base volontaria, per le donne. Tra l'altro le donne vivono più degli uomini. Qualcuno sostiene che il motivo per il quale non si è resa uguale l'età di uscita dal lavoro per le donne sia un "riguardo": hanno già lavorato tanto, per figli, mariti, nonché per il proprio datore di lavoro...a 60 anni hanno diritto alla pensione! In realtà a quell'età molte donne che vanno in pensione continuano a supplire alle carenze del nostro welfare: si occupano ancora dei mariti, dei figli, dei nipoti e spesso dei propri genitori e suoceri, spesso non autosufficienti. Altro che meritato riposo!

Ciò detto, è scandaloso che questo discorso dell'età pensionabile delle donne si tiri fuori adesso, solo perché bisogna trovare i soldi per il famigerato scalone. Per mandare in pensione di anzianità dei 57 enni, per lo più maschi, dobbiamo mandare più tardi in pensione di vecchiaia le donne, che iniziano a lavorare mediamente più tardi e quindi hanno meno contributi?!. Non ho parole. Ragazze, soprattutto voi, ma rinnovo l'appello a tutti: fatevi sentire con Damiano, il governo, i sindacati, chi volete. Stanno facendo degli accordi corporativi sulla vostra pelle.

A proposito, segnalo su questo argomento un bell'articolo di Tito Boeri sulla Stampa di ieri: "Steccati a sinistra"

5 commenti:

Ladypiterpan ha detto...

Mi pare un modo come un altro per far ricadere la colpa a qualcuno...
in questo caso a noi donne!!

Cordialmente Anna

Anonimo ha detto...

Ma ridurre qualche privilegio? Abbassare qualche super stipendio parlamentare? Che so...qualcosa del genere, non servirebbe a trovare qualche spicciolo per il "Governo"?
Cara Angela, ho sempre più la sensazione di vivere in un mondo di privilegiati e di caste impenetrabili.
Ciao e complimenti ancora per questo blog e per il libro.
Francesca

Anonimo ha detto...

E non dimentichiamoci tra l'altro che tutte quelle donne con partita iva, dalle consulenti alle commercianti, non hanno diritto alla maternità e se decide di stare a casa anche solo un giorno dopo il parto, questo non gli viene conteggiata ai fini pensionistici. Ma probabilmente le parlamentari che dovrebbero sostenere e perorare queste cause non hanno mai lavorato un giorno in vita loro, nemmeno lo sanno. Tanto loro la pensione da parlamentari ce l'hanno anche con solo 2 anni di lavoro...

Anonimo ha detto...

Io penso che un punto davvero chiave nella questione dell'età pensionabile sta nelle risposte a queste due domande:
a) Chi pagherà il conto delle pensioni?
b) Chi pagherà il conto, perché dovrebbe farlo (a parte la coercizione)?

Anonimo ha detto...

e se si decidesse davvero e consapevolmente di non fare più figli?..io spargerei la voce..i figli non sono un regalo che facciamo anoi stesse, ma un servizio che si fa alla società e alla razza umana..cosa ne guadagnamo? soprusi? lavori dequalificati? schiavismo?..direi che è un po' troppo poco...!
credo che sarebbe ora di organizzarsi, mandare email, uscire dai blog e invadere le piazze

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