PERCHE' LE DONNE NON SFONDANO IL SOFFITTO DI VETRO? COLPA DEL TENNIS
A proposito di donne e lavoro, ho trovato un interessante studio sulle diverse performance di uomini e donne messi sotto pressione sul lavoro: i risultati vengono tratti dall'analisi di partite di tennis ad alto livello. Proprio così! Se vi va di spolverare un po' il vostro inglese, leggetevelo...
La domanda di Daniele Paserman, economista, nel suo paper "Gender-linked performance differences in competitive environments: evidence from pro tennis" , pubblicato su Vox, è: visto che le donne sempre di più sono entrate nel mondo del lavoro, perché non riescono a superare il soffitto di vetro nelle posizioni e nelle professioni più prestigiose? Non è che magari, quando sono sotto pressione, reagiscono meno bene dei maschi? E quindi il gap è in qualche modo giustificato?
Lo studio analizza i risultati di campioni e campionesse di tennis in situazioni ad alto impatto emotivo. Il risultato? Quando un punto è decisivo per il match, le donne tendono a un gioco più "conservativo", cioè cercano di rischiare meno, ma sbagliano anche di più. A quanto pare, le frega l'emozione. Divertente il fatto che tra i commenti allo studio ci sia quello di uno scommettitore professionale che conferma...nel tennis è ovvio.
"Of course - dice l'autore, politely - it would be inappropriate to extrapolate from a single study of a very select group of individuals to the broader labour market.( ...) Nevertheless, - aggiunge il nostro autore, sempre politely - the finding of such a robust gender difference in performance under pressure, even in the extreme right tail of the talent distribution, is sufficiently interesting that it should stimulate further research into this possible explanation for the persistence of the gender gap".
Invito lettori e lettrici a suggerire situazioni e campi di attività nelle quali le donne hanno performance migliori degli uomini. E tuttavia il gender gap persiste. Un dubbio: forse le donne lavorano troppo e giocano troppo poco a tennis con i loro colleghi?
2 commenti:
Cara Angela,
innanzi tutto volevo farti i complimenti per il tuo blog, davvero ben fatto e dibatte un tema che anche a me sta molto a cuore (forse perchè ci sono dentro) che è la cosidetta flessibilità. Sto scrivendo anche io un blog e se ti fa piacere dacci anche un'occhiata (http://somministrato.blogspot.com).
Ce ne sono cose da dire su questo tema...ma non voglio andare in OT (out of topic) sul tuo post.
Le donne sono chiuse da una visione abbastanza maschilista del lavoro. E come dici nel tuo post, chi "conta" (guarda casa quasi sempre vecchi matusalemmi uomini...vero Berlusconi? vero Prodi?), tende a dire "sì, certo le donne ormai hanno raggiunto lo stesso livello dell'uomo in tutto, ma...". E' il classico "ma" che stronca l'ascesa nella scala gerarchica del lavoro.
Parliamoci chiaro, c'è sì un maschilismo di ritorno, ma in Italia c'è soprattutto un'allergia alla meritocrazia (sia che venga da donne o da giovani), chi ha il potere di comando arriva lì seguendo un iter di "anzianità" non di meritocrazia, per cui chi ha voglia di aspettare forse prima o poi arriva da qualche parte....ma contando l'allungamento dell'età media (e ora dell'età in cui andare in pensione), non sono molto ottimista.
Un piccolo appunto se mi è permesso, sperando di non essere tacciato anche io come maschilista, ma non è che le donne sotto pressione tendono troppo ad assomigliare agli uomini? Copiare gli stessi difetti prettamente maschili mi sembra un "passpartout" per le poche donne in carriera...un vero peccato, mi aspetto invece un approccio differente, una visione appunto femminile.
E quando lo troviamo il tempo per giocare a tennis?
Quando un uomo della mia età, un 30enne per intenderci, pensa a migliorarsi nella carriera lavorativa, una donna di pari età sta pensando a togliere il pannolino a qualche bimbo che implora, penosamente la mamma!!!
Spesso siamo costrette a fare delle scelte non semplici, o la famiglia o la carriera.
Le donne che sfondano il soffitto di vetro sono ancora poche!!!
E’ pur vero, però, che soltanto adesso c’è finalmente una presenza maggiore femminile nel lavoro e quindi, considerando anche l’aria che gira nella nostra Italia gerontocratica, forse quando la mia generazione (da 30 e meno) avrà 60 anni ne possiamo riparlare!!!!
Cordialmente Anna
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