IL DECLINO DELLA POPOLAZIONE...DI FRONTE AGLI SPAGHETTI AGLIO, OLIO E PEPERONCINO
"E' imbarazzante, ma dopo la nascita del primo figlio, il marito spesso non aiuta in casa, e questo fa sì che la moglie si preoccupi di non avere un secondo figlio". Questo è principalmente un atteggiamento culturale. I maschi sono accuditi a casa dalle loro madri e si aspettano lo stesso trattamento - niente pannolini, niente bucato - più tardi, dalle loro mogli. Inoltre al lavoro ci si aspetta che gli impiegati lavorino fino a tardi. ...Ecco perché serve una politica che incoraggi non solo più donne a lavorare, con più servizi per gli anziani, asili nido, orari flessibili e così via. Bisogna rendere la vita migliore e più facile sul lavoro anche per gli uomini".
A parte quest'ultima parte, frutto di menti abituate a guardare i problemi nella loro interezza (cosa che non ci appartiene), nessuno potrebbe dubitare che si parli dell'Italia. Invece è la citazione tratta dall'Economist di questa settimana, sull'invecchiamento e il declino della popolazione in Giappone.
Comunque Giappone e Italia, come sottolinea l'Economist nel suo editoriale, in questo si somigliano profondamente. Lo leggevo stasera mentre cucinavo a notte fonda, tornata dal giornale, un piatto di spaghetti aglio, olio e peperoncino...purtroppo mi mancava il prezzemolo. (Ma garantisco che, se fatti come si deve, anche senza prezzemolo possono essere sublimi: l'importante è che la pasta sia al dente, e scolata con la forchetta, che l'aglio sia cotto al punto giusto né troppo ma neanche troppo poco, che alla fine nell'olio sia stato messo un bel pezzetto di peperoncino, che io coltivo sul balcone perché non mi piace tanto quello secco nei barattoli. Il segreto è salare al punto giusto la pasta ma, importantissimo, anche l'olio. ;)
Leggevo quindi l'editoriale del mio giornale-mito, intitolato How to deal with a falling population. L'ho anche schizzato un po' d'olio... Ci sono un sacco di problemi sintetizza l'Economist, e i primi paesi a provarli sono Italia e Giappone, paesi che hanno in comune una forte cultura tradizionalista, che ha come corrispettivo il crollo della fertilità all'avanzare della modernizzazione. Nelle società meno tradizionaliste, invece, nelle quali il lavoro è compatibile con la famiglia e i figli, la fertilità resiste.
I consigli per i paesi che si trovano ad affrontare l'invecchiamento e il declino della popolazione sono quattro: 1) Spingere la gente a lavorare più a lungo. 2) Salari più flessibili e non rigidamente ancorati all'anzianità. 3) Più immigrazione. 4) Incoraggiare le donne a lavorare "fuori casa" con più aiuti per i figli e congedi parentali..
In mancanza di questi correttivi, nel giro di pochi anni la disponibilità di lavoratori giovani e con un alto livello di istruzione si ridurrà in modo allarmante, prospettando un grave declino dell'economia e dell'innovazione, mentre il sistema pensionistico rischia di saltare. Ce n'era abbastanza per mandare di traverso anche i migliori spaghetti del mondo, e ho dovuto aiutarmi con una intera lattina di birra.
2 commenti:
Ciao, condivido pienamente il punto che il lavoro domestico+accudimento del neonato grava eccessivamente sulla donna che avendo giustamente anche ambizioni lavorative spinge poi la coppia ad evere 1 solo figlio se non zero. A parte cosa possano fare lo stato e le aziende per agevolare la donna e la famiglia, ma la coppia cosa può fare? Secondo me tantissimo. Il congedo parentale per il neo papà può essere il primo passo di questa rivoluzione di modernità. Io ho appena fatto questa scelta e ho deciso di raccontare su un blog di un mio amico queste esperienza.
Saluti
Livio
http://www.humanitech.it/?p=581
Ciao Livio, benvenuto e complimenti sia per la tua scelta di padre che per la voglia di coinvolgere altre persone e raccontare. Mi dispiacerebbe se i padri non accorressero numerosi a discutere del tema da te lanciato, ma se posso contribuire stai sicuro che lo farò. Ci sto già pensando: d'altra parte l'argomento, come ti è perfettamente chiaro, interessa di riflesso anche noi donne!
Io poi, che faccio da madre e padre...sono doppiamente interessata. Purtroppo ho sempre dovuto dimostrare che né i miei impegni di madre né quelli eventuali di "padre" mi distoglievano minimamente dal lavoro. E ti garantisco che, nonostante le apparenze, è dura.
A presto
angela
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