domenica 23 settembre 2007

PRECARI E CONTENTI A "VIVA VOCE"



Per quelli che la mattina amano ascoltare la radio e magari anche intervenire in diretta: domani, lunedì 24, tra le 9 e le 10 potrete sentire anche la sottoscritta a "VIVA VOCE", la trasmissione di attualità di Radio 24, condotta da Alessandro Milan. Ci saranno ovviamente anche altri ospiti, che non spetta a me svelare, ma credo che la discussione sarà frizzante.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Buongiorno Angela, mi chiamo Arrigo, risiedo e lavoro (in proprio) a Milano. Viaggiavo in auto, stamane, ed ho ascoltato "viva voce" a Radio 24; sottosrcivo gran parte delle Sue dichiarazioni. Ma Le scrivo per questo motivo, a proposito della querelle tra detrattori e sostenitori del contratto a tempo determinato. Perchè NESSUNO, dico nessuno in Italia parla di ritoccare la giusta causa di licenziamento ? Non abolirla, ma estenderla e renderla meno "blindata". Il dipendente che allontana un cliente inviandolo di fatto alla concorrenza, l'addetto allo sportello che tratta a pesciate un utente, chi si abbandona ad espressioni e/o frasi offensive, cose così. Vogliamo poter mandare a casa questi individui ? Se fosse più semplice, a mio modesto parere le differenze tra un contratto e l'altro si affievolirebbero parecchio. Buona giornata e buon lavoro, arrigo

angela padrone ha detto...

Certo Arrigo, hai ragione. E' quello che ho cercato di dire alla fine della discussione di stamattina. Purtroppo ancora l'argomento in Italia è tabù, ma è esattamente uno dei nodi del mercato del lavoro bloccato. Io sto cercando di introdurre questo tema e come me tanti altri, ma è ancora più scottante della flessibilità, quindi bisogna farlo con cautela. Ma se si arrivasse a qualcosa su quel fronte anche il precariato dei giovani diventerebbe meno grave.

Giampiero Busato ha detto...

Cara Angela,
di nuovo io. Ho avuto uno scambio col direttore del Foglio sul tuo libro e, da ultimo, ho risposto così alla teorizzazione del "licenziabili e felici".

Accoglierei con favore l'istituto del licenziamento 'disinvolto' ma a un patto: l'introduzione del reato di favoreggiamento e induzione al precariato. Che, per precisione dei termini, sta alla flessibilità come il meretricio al fidanzamento. Chi usa gli strumenti della legge Biagi per rendere precario a tempo indeterminato il lavoro flessibile, truffando il lavoratore e lo Stato (cui versa somme ridicole nei casi di contratto a progetto) è tanto responsabile della stagnazione del mercato quanto chi ancora invoca le tutele dello statuto dei lavoratori senza rendersi conto che, per salvarne uno, ne affoga cento.

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