sabato 29 settembre 2007

... E OLTRE LA PENSIONE


Per una volta riprendiamo il discorso della pensione e andiamo ancora oltre. [Questo non interessa ai più giovani? Sbagliato, perché il mercato del lavoro è un filo unico che non può essere torto o tagliato da qualche parte senza che tutto il gomitolo ne risenta. Perciò dovremo parlare anche dei famosi "insider" oltre che dei soliti "outsider", e di anziani]. Tutti noi un giorno saremo anziani, ma siccome la vita media si è allungata e si protende ormai verso i 100 anni, dovremo prepararci da giovani a vivere bene anche oltre il traguardo dei 60-65 anni. ! ;-D

Il Censis oggi teneva un convegno sulla longevità come risorsa, nel quale illustrava l'esperienza di una organizzazione onlus, che ha messo in atto dei corsi- pilota dedicati agli anziani, con la filosofia della "longevità attiva". Chi aveva partecipato ai corsi alla fine aveva più amici (anche nuovi) , si sentiva meglio, più utile agli altri, e con un migliore rapporto con le nuove tecnologie (che aiutano tanto noi, figuriamoci chi è anziano!). Non è poco. Il Censis ci ricorda che "se gli anziani disponibili fossero messi in condizione di impegnarsi in attività di economia sociale si potrebbe generare nel Paese un valore di 128 miliardi di euro, pari all'8,7% del Pil". Se poi gli anziani facessero una vita "migliore", uscendo dal circolo vizioso della solitudine-depressione-uso e abuso di farmaci il Censis calcola che si potrebbero risparmiare 700 milioni di euro di farmaci. Come minimo. A me il tema sembra molto interessante e apre orizzonti amplissimi. Ne riparleremo.

5 commenti:

angela padrone ha detto...

commento io per prima...qui! Intanto per dire grazie a valeria che ci ha avvertito dello slittamento, ma ce ne eravano accorti, avendo sentito tutto il dibattito sulla pena di morte. Comunque, ho messo qui accanto il link alla registrazione, quindi chi vuole lo può ascoltare quando vuole.
Quanto poi a donne e pensioni io sono perfettamente d'accordo in linea di principio con la Bonino e la proposta radicale, e sono d'accordo con Valeria, però io stessa penso che dovremmo studiare delle forme di flessibilità anche in uscita. Purtroppo non è semplice perché il sistema previdenziale ha parecchie "gambe", non è un "tubo", dal quale da una parte si entra e dall'altra si esce quando si vuole. Comunque dobbiamo riparlare di questo tema, che non è affatto lontano dalle questioni del precariato e della flessibilità :-D

Anonimo ha detto...

Ciao Angela, approfitto di questo spazio per salutarti, farti ancora i complimenti per il tuo libro e per segnalarti che sul mio blog stanno arrivando i primi commenti circa "precari e contenti".
Se ti va fai un salto!
Cari saluti
Francesca

Anonimo ha detto...

Io invece cara Angela vorrei lanciare un altro sasso nello stagno anziani. Non so se lo hai notato, ma spesso, di fronte alle scuole elementari capita di imbattersi in anziani con tanto di divisa (o giubetto catarfrangente,) con paletta e tesserino del comune che fermano il traffico mentre passano i bamnbini. Davvero lodevole. Loro occupano il proprio tempo libero facendo un servizio che altri (gratis) non farebbero. Non so. Da una parte sono molto contento che vivano questa terza età attiva. Insomma nessuno pretende che stiano a casa ainvecchiare precocemente. Dall'altra, però, trovo assurdo che pur di non creare un servizio pubblico a pagamento, si ricorra alla manodopera gratuita di queste persone. Ho detto che non devono stare a casa a invecchiare. Ma possono andare nelle biblioteche, magari a scuola (e dare lavoro a tanti insegnanti precari), andare a fare una moderata attività sportiva (si fa per dire moderata, mio padre ha 73 anni e fa la Roma Ostia tutti gli anni). Forse ho le idee un po' confuse tra la voglia di vedere delle persone ancora attive, che affrontano l'ormai lunga terza età con dignità e ilò solito panorama di nullafacenza o di lavori di riparazione per le generazioni più giovani. Non dico che sia mio desiderio mettermi a fermare il traffico di fronte alle scuole, ma è un compito tra i compiti di una figura professionale, come quella di educatore o insegnante che porterei vlentieri a termine.

angela padrone ha detto...

Caro Arnald, io credo che tutti abbiamo le idee confuse su questo argomento. Ma dobbiamo parlarne e cercare di chiarircele perché questa è una realtà enorme, più grossa del lavoro dei giovani: tra qualche anno di giovani italiani non ce ne saranno più e saranno ricercatissimi. A quel punto subiranno la concorrenza feroce di indiani e cinesi (già avviene ma ancora non ci ha sommerso). E il vero problema saranno gli anziani. Deetto che un anziano di 65 anni non è la stessa cosa di uno di 87... e saranno cazzi, scusate l'espressione! (ma è quasi mezzanotte e devo parlare di Ken Loach)

Anonimo ha detto...

Un saluto a tutti!

Adesso il mio motto è:
BILLO - Building Intergenerational Lifelong Learning Organisations.

Piero

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