giovedì 17 luglio 2008

MADRI INGLESI


La Gran Bretagna è un paese che in quasi tutte le classifiche internazionali sta molto più avanti dell’Italia. Per quanto riguarda la condizione delle donne nella società e nel lavoro, sembrerebbe anni luce davanti a noi. In Italia lavora solo il 46% delle donne, in Gran Bretagna invece sono molto vicini (con un 56% circa) all'obiettivo minimo fissato dalla Ue (il 60%), si fanno più figli che in Italia, e gli uomini sembrano molto più propensi degli italiani a svolgere ruoli ”misti”: il mito del macho latino non li ossessiona. Eppure in Gran Bretagna si discute di diritti delle donne proprio come da noi, anzi forse di più. Il governo sta progettando di estendere il diritto all’aspettativa facoltativa per le madri (dai 9 mesi a un anno). Attenzione, è saltata su l’Authority per le pari opportunità inglese: si rischia di rendere meno attrattivo per le aziende l’assunzione di una donna, e quindi si può ottenere l’effetto contrario, come già qualche segnale sembra indicare. E badate che in Gran Bretagna molte donne usufruiscono del part-time, che consente di svolgere bene il ”doppio ruolo” madre e lavoratrice, ma certo non permette grandi voli di carriera.Il punto di domanda è: ma insomma, le donne non avranno mai vere pari opportunità? Anche in Gran Bretagna resiste sempre lo stereotipo della donna-madre e del padre-lavoratore? Sia su The Times che sull’Independent, il tema è stato analizzato e discusso. Ancora una volta, più che sulle donne, l’attenzione sembra concentrata sugli uomini. (Si veda qui un riassunto della legislazione in tema di astensione dal lavoro per maternità-paternità(Non è il loro nuovo ruolo (ammesso che riesca ad affermarsi il ruolo di uomo-padre-casalingo), più di ogni altra cosa, quello che farà la differenza nelle famiglie, nelle aziende e nella legislazione?

5 commenti:

Marcello Valentino ha detto...

Mi rendo conto che l'Italia è ancora molto distante da certi paesi, ma è anche vero che negli ultimi 20 anni le cose sono cambiate, per fortuna!!!..
Per quanto mi concerne faccio parte di quella categoria di persone che rispetta l'altro sesso e che crede fermamente nella parità, solo che c’è ancora tanto da fare…
Io sono siciliano e in certi ambienti esiste ancora la mentalità che colloca la donna sempre sullo stesso piano: tu donna sei? Allora devi stare a casa ad accudire figli e marito, che lavora e porta a casa!...Brutta mentalità vero?!!
A presto.

angela padrone ha detto...

ciao marcello, ben arrivato qui: ho dato un'occhiata al tuo sito...è molto invitante! grazie per il commento, spero che le ragazze apprezzino;-)

Anonimo ha detto...

è giusto che la donna lavori e contribuisca all'economia della famiglia; così come è giusto che l'uomo collabori e contribuisca alle faccende domestiche e all'educazione dei figli.
Ma quando sento parlare di padre-casalingo mi vergogno!
E' noto che un uomo-casalingo, disoccupato, che aspetta a casa la moglie in carriera va incontro a sicura depressione. E questo lo stabilisce la natura, non le leggi.
L'uomo nella famiglia deve comunque mantenere il suo ruolo di punto di riferimento carismatico, capace di portare equilibrio, protezione e sicurezza nella famiglia, non deve nascondersi all'ombra della donna.
Da sempre, mentre la donna per natura ha un atteggiamento protettivo nei confronti dei figli, l'uomo svolge il ruolo di iniziatore dei figli, li avvia al mondo, li prende per mano e li libera dal seno protettivo ed ad un certo punto opprimente della madre.
Altrimenti i figli ne risentono (perdita di autostima, isolamento sociale, adolescenza prolungata, ecc.) e penso che anche le mogli non apprezzino la perdita della virilità da parte del proprio uomo.
MARCO

angela padrone ha detto...

Caro Marco, quando sento la parola "natura" non so se ridere o piangere. Per fortuna molti altri esseri umani non l'hanno invocata quando hanno inventato gli antibioti o hanno cominciato i voli spaziali. Secondo me i blog non sono compresi nelle leggi di natura...

Anonimo ha detto...

EEEEhhhhhhhhhhhhh??????????????
Caro Marco,
quelli che tu descrivi sono uomini di loro complessati e frustrati che nascondono la loro frustrazione dietro il ruolo di uomo in carriera e padre famiglia; hanno bisogno che delle persone come figli e moglie dipendano da loro.
Per fortuna ce ne sono tanti altri che si sentono appagati anche a dover fare il "mammo", anzi non ci fanno proprio caso.
Vivo in Inghilterra e dove lavoro, tutti quelli che ho conosciuto che lavorano part-time sono uomini e sono ben felici di uscire dall'ufficio ad una cert'ora per andare a prendere i figli e trascorrere il pomeriggio con loro!

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