martedì 13 maggio 2008

MA DAVVERO E' GIUSTO DETASSARE GLI STRAORDINARI?

(Stachanov)

Coro unanime a favore della proposta di detassazione degli straordinari. Strano, visto che in Italia non si trova mai un accordo su niente. Eppure i dubbi sono legittimi. Già mi era chiaro che gli straordinari li possono fare solo alcuni lavoratori e, statisticamente, sono frequentati soprattutto dai lavoratori maschi. Come ha sottolineato Pietro Ichino, è una misura maschilista, che amplierà il gap tra le retribuzioni degli uomini e quelle delle donne.
Ma oggi devo segnalare due interessanti articoli che allargano ancora di più il campo dei dubbi. Su Noisefrom Amerika, l'intervento di Alberto Lusiani che avanza l'ipotesi secondo la quale la detassazione degli straordinari alla fine andrà a svantaggio dei redditi medio-bassi e, alla fine comporterà un aumento delle imposte per i lavoratori. Strano, ma vero.
Ancora più interessante mi sembra l'articolo di Matteo Richiardi su lavoce.info, che mette in luce una tale serie di effetti negativi da rimanere sgomenti.
Sintetizzando, in Italia non è che si lavori poco, dice Richiardi, piuttosto sono pochi quelli che lavorano. E sono poche le donne che lavorano. Aumentando il numero delle ore di chi ha già ha un lavoro, si approfondisce il problema. Si aggravano anche i problemi di quelli che già lavorano troppo, e non sono pochi: tra le altre cose i workalcoholics si ammalano di più e, alla lunga, rappresentano un costo per la società. Inoltre, non possono prendersi cura dei figli e dei familiari in genere. Le nuove tendenze nel mondo del lavoro vanno quindi nella direzione opposta.

Aggiungerei che, al di fuori delle fabbriche, non è detto che chi lavora più a lungo "produca" anche di più. Bisognerebbe piuttosto guardare i risultati.

La controproposta è semplice: perché non abbassare le tasse su tutto il lavoro? Qualcuno potrebbe rispondere che in Italia abbiamo bisogno di aumentare la produttività, ma ripeto: non credo che la detassazione degli straordinari aumenti la produttività oraria (anzi, potrebbe essere anche il contrario). In Italia comunque la media di ore lavorate a settimana è di 37 ore, superiore di gran lunga a Olanda, Germania, Danimarca, Belgio, Irlanda, Svezia, canada, Australia, Francia e Gran Bretagna. Viceversa abbiamo uno dei tassi di occupazione più basso del mondo occidentale. 59,4% : meno di noi lavorano solo in Polonia.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Grande questione.

In ottica PMI, la detassazione dello straordinario assume un valore ancora + basso.

Certamente la misura prevista sull'IVA, oppure una diminuzione generalizzata delle tasse sono qualcosa di + utile.

Ci staremo tutti - tempo indeterminato, atipici, professionisti, piccoli e medi imprenditori - di nuovo piegando alle richieste e/o alle promesse fatte verso le Grandi Imprese?

Anonimo ha detto...

Si tratta di un tipico esempio di operazione finalizzata a legalizzare l'evasione fiscale e contributiva già in atto con la pratica credo assai diffusa degli straordinari "fuori busta".
Senza contare che il generale spostamento della tassazione dalla parte fissa della retribuzione a quella variabile oltre a minare il principio costituzionale della progressività del prelievo fiscale, contribuirà al generale spostamento del baricentro della contrattazione verso la parte "esentasse".
Non so in quanti paesi lo stato, contro gli interessi collettivi che dovrebbe tutelare, aiuta così tanto gli evasori fiscali, e non solo, con leggi ad hoc che legalizzano i comportamenti illeciti più diffusi.
D'altra parte siamo anche il paese delle leggi ad personam...

Anonimo ha detto...

E' bene ricordare che per Berlusconi la progressività dell'imposizione fiscale è un feticcio da abbattere non un principio costituzionale o un criterio di giustizia sociale. Non so se qualcuno si ricorda quando all'inizio della sua "carriera politica" teorizzava l'aliquota unica (se non ricordo male il 35%) su tutti i redditi. In questo periodo con il ritorno al potere di Berlusconi e con questo clima di "riformismo bipartisan" mi sembra assolutamente utile e necessario richiamare il più possibile i principi costitutivi del nostro vivere civile per evitare che qualcuno ne faccia carta straccia.

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