sabato 24 novembre 2007

PARITA', LAVORO, PENSIONI: LA LUNGA STRADA DELLE DONNE

"Sul lavoro le donne fanno molta più fatica dei loro colleghi maschi ad affermarsi, in termini di stabilità, retribuzione e carriera". Testuale, dall'ultimo rapporto Isfol.
Ciò avviene nonostante le donne studino più degli uomini: nel 2006 il 57,3% dei laureati è costituito da donne. Unico difetto, se lo si può considerare tale: le ragazze continuano a preferire in larga misura lauree del settore umanistico. Questo certamente non sempre le mette alla pari nel mercato del lavoro. Ma i dati chiave sono altri tre:1) molte donne non entrano proprio nel mercato del lavoro, e sono quasi 10 milioni quelle in età lavorativa che non cercano un impiego (il numero degli uomini è circa la metà)
2) in Italia lavora solo il 47% delle donne (l'obiettivo fissato dall'Europa per il 2005 era il 57%)
3) il 67% delle donne ritiene il proprio orario di lavoro troppo lungo e fa fatica a conciliare il lavoro con gli impegni familiari. Insomma, ciò che dovrebbe essere normale (e per gli uomini lo è: cioè avere una vita familiare e anche un lavoro cui dedicarsi) per le donne è sempre il risultato di un doppio salto mortale. Quelle che ci riescono, garantisco, fanno una fatica enorme!

Aggiungo l'appello della campagna dei radicali "Proteggimi di meno, includimi di più", che propone l'innalzamento dell'età pensionabile per le donne, per portarlo alla pari con quello degli uomini. Ecco i due bei video della campagna e il link per firmare l'appello



3 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao sono valerio da roma e ho letto il tuo articolo sul city del 23-11 scorso!
io sono un ragazzo di 22 anni a cui mancano 7 esami per laurearsi in economia a roma 3 per la laurea di primo livello!nel frattempo sto anche lavorando sfruttando il mio diploma di ragioniere!e questo è uno dei motivi per cui ho una media bassa.leggendo il tuo articolo mi sono impaurito perchè è come s emi avessi detto che la mia laurea non conta nulla e che magari facendo un master rischio di perdere tempo!diciamo che io lavoro per investire sul mio futuro contando che avevo intenzione di fare un master all'estero!sapresti dirmi qualcosa anche magari rifacendoti all'articolo?cosa ne pensi?cosa mi cosnsigli?grazie,valerio

angela padrone ha detto...

Caro Valerio, non credo affatto che la laurea non valga, anzi! Bisogna però vedere se la fai bene, i voti, ecc, poi molti decidono di proseguire dopo i primi tre anni, proprio perché naturalmente si hanno maggiori opportunità. Ovviamente tuto serve, quindi anche un master all'estero (soprattutto perché ti darebbe la possibilità di acquisire un'ottima conoscenza di una lingua). Però è impossibile consigliarti così. Chiedi anche a qualche professore con cui hai dei rapporti.
Ma prima di tutto: se pensi che la laurea ti servità nello stesso lavoro che stai già facendo, allora chiedi consiglio al tuo datore di lavoro. Insomma, l'importante è fare dei percorsi coerenti e non allentare mai il contatto con il mondo del lavoro. Fai benissimo a investire sul futuro, ma solo tu puoi dire quanta voglia e possibilità hai di rischiare, e in quale settore. Il pezzo di carta, di per sé, conta poco, questo lo dicono tutte le aziende.
A te e a tutti i 22 enni in bocca al lupo
a.

Anonimo ha detto...

grazie per la risposta!bhè io di voglia ne ho tanta,ma non certo in questo stato!andare a fare un master o uno stage all'estero non è certo perchè poi voglio tornare qui!sinceramente sono abbastanza pessimista e poco fiducioso sul futuro italiano!quindi dato che di rischi stiamo parlando,io non ho voglia di rischiare qui!quindi in pratica ho 2 certezze,la prima è che non voglio continuare a fare questo lavoro e la seconda è che non ho voglia di rischiare qui!mi sembra tempo perso!purtroppo non credo piu!comunque molto bello e interessante il tuo blog!risp se vuoi saluti e grazie ancora!valerio

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