LA SQUADRA ROSA DI VELTRONI? NON HA IL VERO POTERE
La squadra rosa di Veltroni è la grande notizia...o no? Il fatto che nello staff del leader del Pd siano state nominate più donne che uomini è certamente un segnale da salutare con soddisfazione. Una bella notizia, molto "politically correct". Però i big del partito si sono subito affrettati a precisare che chi deciderà veramente sarà la direzione del nuovo partito (secondo tradizione). E, sempre secondo tradizione, in quella direzione entreranno i nomi che contano, tra i quali l'unica donna per ora sembra essere la senatrice Anna Finocchiaro, nome di spicco, ma purtroppo rara avis. Per le donne, insomma, per ora ci sono solo seconde file. Come sempre. Purtroppo, quando si scatena la guerra per il vero potere, le donne sono regolarmente accantonate. Per quanto tempo ancora lo accetteranno, sempre con il sorriso sulle labbra?
10 commenti:
Cara Angela, le tue considerazioni sono giuste, e hai fatto bene a farle.
Ma non basta.
Bisognerà, se c'è, svelare il meccanismo in base al quale le donne verranno escluse dalla prima fila.
Altrimenti, anche la seconda fila va bene: il potere è qualcosa che, innanzitutto, si conquista.
E se non c'è un subdolo meccanismo di esclusione (può benissimo darsi che ci sia, ma "se" non c'è) allora non ha senso dire "le donne sono accantonate": per parafrasare Eleanor Roosvelt "nessuno può accantonarti a meno che tu non glielo permetta". A meno che la lotta non sia sleale.
Il posto che hanno le donne nel resto del mondo nessuno gliel'ha dato: se lo sono prese.
cara donata, grazie per il tuo commento molto intelligente. come tu dici bisognerebbe, e si sono a lungo indagate le cause...però in questo momento il potere ancora ce l'hanno gli uomini, i quali ogni tanto concedono qualcosa alle più brave, le più toste, le più fortunate. però...ci possiamo permettere di aspettare altri tre o quattro secoli? oppure dobbiamo concludere che le cose sono così e basta? non ho una risposta, ma non smetto di lavorare (anche troppo!)
:-)
Purtroppo la risposta non ce l'abbiamo, i luoghi comuni dicono che noi donne non sappiamo fare squadra. Io mi chiedo però una cosa, come possiamo fare squadra se nei luoghi che contano siamo ancora poche?
Anna
Cara Angela, scusa se insisto: dire "il potere ancora ce l'hanno loro" equivale a dire "prima della Rivoluzione Francese il potere era ancora in mano all'aristocrazia e al clero". E' una pura osservazione di carattere storico. Non un punto di vista politico (E qui,se non sbaglio si stava parlando di politica).
Il potere ce l'hanno loto. Appunto. Anche nobili e preti avevano il potere in Francia, prima che gli venisse tolto. Poi sappiamo come è andata a finire.
Nessuno ha ammesso graziosamente nella stanza dei bottoni (che all'epoca ovviamente non c'erano) gli esponenti della borghesia, che se lo meritassero o no. Il potere se lo sono preso.
Quando il potere non ce l'hai e ritieni giusto averlo fai qualcosa per prendertelo: le donne italiane fanno ancora molto, molto poco. Lavorano, faticano spesso il doppio degli uomini, mandano, letteralmente, in molti campi, avanti il paese, ma per se stesse fanno MOLTO MOLTO POCO.
E le conseguenze sono quelle che sono. Io mi sono vergognata qualche anno fa, quando un otto marzo Carlo Azeglio Ciampi disse "Datevi da fare!" AVEVA RAGIONE.
Le donne italiane non scrivono ai giornali per denunciare le disciminazioni che subiscono - "ancora???" mi pare di sentir dire... be' se ancora le subiscono sì, ANCORA - non s'è mai udito, in tanti anni, un grido di protesta perché nel "salotto" di Vespa ogni volta che si parlava di cose "serie" eran presenti solo ed esclusivamente maschi e quando si parlava di scempiaggini ecco una serie di "belle signore" invitate. Quante donne hanno espresso pubblicamente, in questi ultimi anni, il loro disgusto di fronte all'uso rivoltante e idiota che si fa delle donne e del corpo delle donne nelle trasmissioni televisive. (Eppure le donne sono elettrici. E il padrone di Mediaset è attento agli umori delle elettrici). E quando - colpito dall'assurdità rispetto al mondo che conosce - qualche giornalista straniero lo ha fatto notare, anche dalle donne è stato trattato come un extraterrestre, nella migliore delle ipotesi, o come un insopportabile Pierino che farebbe meglio ad occuparsi dei fatti di casa sua, negli altri casi.
Ma, per l'appunto, a casa sua IN TUTTO IL RESTO D'EUROPA (forse Portogallo, che non conosco, escluso) LE COSE STANNO DIVERSAMENTE.
Non voglio neanche essere fraintesa: non AUSPICO un'altra "rivoluzione". La rivoluzione femminista c'è già stata, ha anche fatto i suoi danni, come tutte le rivoluzioni, e non si sente il bisogno che ce ne sia un'altra.
Ma nessuna battaglia e nessuna guerra è mai vinta UNA VOLTA PER TUTTE. Bisogna tener duro, pretendere SEMPRE, di essere trattate COME SI DEVE.
Le donne italiane di oggi sono AMPIAMENTE COMPLICI del modo in cui sono trattate.
Certo ci sono delle ragioni per questo. Per questo dico "bisogna indagare". Quando anche si sia riconosciuta la "sindrome di Stoccolma" ovvero il farsi volontariamente vittima del proprio carnefice, non bisogna comunque confondere il carnefice con la vittima.
Ma non bisogna aspettarsi dal carnefice la propria libertà.
comunque, cara Angela, nn conoscevo il tuo blog: ci sono entrata per caso oggi 'passando' per il sito del Messaggero.
Adesso ho appena avuto il tempo di dargli un'occhiata e mi pare che sia un ottimo spazio per reagire alla "sindrome di Stoccolma"...
ciao!
donata hai totalmente ragione...di più! perché non mi scrivi una mail, mi piacerebbe che mi raccontassi di te (trovi il contatto nella colonna a destra)
a presto
a.
Io credo che più di donne e uomini si debba discutere sul fatto di capaci ed incapaci.
Un politico uomo che frena la carriera di un buon politico donna è un'incapace.
Non so se son stato chiaro.
In gamba a tutti!
Ale
x ale: sei stato chiaro e in passato avrei anche condiviso. Ma oggi non più. Penso e spero che solo con le donne possa cambiare "la qualità" , cioè il tipo della politica, le cose di cui ci si potrà occupare. Naturalmente sarò smentita, ma oggi credo che vadano fatte delle "politiche attive" come per tutte le minoranze svantaggiate (anche se in teoria non siamo una minoranza), per creare una frattura, una discontinuità. Non mi aspetto che tutti siano d'accordo
Mentre gli uomini giocavano alla guerra, a creare idee e a costruire la storia, le donne sono state relegate ai ruoli di cura. C'è un bel libro di Marta Boneschi, "Santa pazienza", che racconta la vita delle donne dal secondo dopoguerra ad oggi a mio avviso estremamente interessante. Complice l'educazione, che è un condizionamento, le donne continuano a rimanere ai margini. Non sanno gestire il potere perché non hanno potuto esercitarsi e per gestire il potere occorre creare alleanze, le donne, invece, non sanno coalizzarsi.
Non amo molto i manualoni americani in cui pretendono di insegnarti tutto, ovvietà comprese, ma c'è un libro della psicologa e consulente Lois Frankel che si intotola "Le brave ragazze non fanno carriera". Già il titolo è illuminante.
cara angela, sono totalmente d'accordo con te: anch'io fino a qualche anno fa sarei caduta nella trappola "capaci/incapaci" ora non più. Del resto, modificando appena i termini della questione, c'è ancora qualcuno che intenda sostenere la tesi che fra bianchi e neri sia una questione di capacità/incapacità? Vogliamo dire che laddove una minoranza bianca ha governato una maggioranza nera è accaduto perché i neri erano incapaci di governarsi???
Non sono invece del tutto d'accordo con Bianca che dice che le donne non sanno gestire il potere.
Come ha detto una volta Anita Roddick, fondatrice del "Body Shop": "se sai come dividere due tavolette di cioccolata fra tre bimbetti urlanti hai tutto quel che ti serve per gestire una grande azienda".
Naturalmente è una battuta, ma la dice MOOOLTO lunga: secondo me non è affatto vero che le donne non sappiano gestire il potere - tra l'altro storicamente lo hanno fatto eccome! - ma sono state educate a pensare che non sia affar loro e comunque la maggior parte - e qui sono d'accordo con Bianca: a causa dell'educazione ricevuta - NON SI RENDE CONTO di saperlo fare. Non è neanche vero, come sento dire spesso, che le donne non sappiano fare squadra: le donne sono bravissime a fare squadra e anzi di solito PREFERISCONO lavorare in squadra! Del resto sono state, almeno fin qui, il 'motore' della maggior parte della famiglie, che sono di regola delle belle squadrette, per niente facili da gestire...
Ma, come dimostra in questi giorni la vicenda di Franca Rame - a proposito: ne vogliamo parlare? - le donne soffrono quando sono costrette ad agire rispettando sempre e soltanti tempi, criteri e valori maschili, e spesso si spazientiscono al punto da perdere ogni fiducia nella loro possibilità di fare qualcosa di buono per se stesse e per gli altri. Lo so perché ci sono passata anch'io.
Ma non bisogna arrendersi: il destino dell'umanità è legato in eguale misura alla capacità positiva di contribuire di uomini e donne e la nostra felicità di donne dipende dalla nostra capacità di imporci perché ci sia possibile vivere a modo nostro. Perciò non bisogna demordere...
P.S. Scusa se non ho trovato il tempi di risponderti privatamente ma sono giorni infernali...
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