mercoledì 30 aprile 2008

ICHINO SPIEGA AI LAVORATORI IL LORO POTERE



Vi segnalo il sito di Pietro Ichino. Il professore, giuslavorista di fama e lunga esperienza, ora eletto con il Partito Democratico, sarà di fatto un ministro del Lavoro ombra, e il migliore che il Pd potesse desiderare al punto che perfino l'opposizione ha cercato di "strapparglielo". Vedremo chi sarà il suo alterego al ministero ma se il ministro sarà Maurizio Sacconi credo che si svilupperà un rapporto interessante. Entrambi hanno una visione moderna del lavoro, e anche Sacconi ha una lunga esperienza in proposito. Tra l'altro ha scritto insieme a Michele Tiraboschi un libro che dà un quadro completo, utile ai giovani che pensano al loro domani nel mercato del lavoro:"Un futuro da precari?". Vedremo e ne riparleremo.

Sul sito di Ichino intanto segnalo subito un link a un documento che spiega i vantaggi delle liberalizzazioni della semplificazione dei contratti nazionali e dell'importanza decisiva della contrattazione aziendale decentrata: "Hire your best employer". Naturalmente la sua è una visione innovativa, moderna, che punta migliorare le condizioni dei lavoratori guardando al futuro, non al passato. E' anche una visione non condivisa da tanti, forse spesso neanche capita. Mi sembra comunque che ci darà parecchi spunti da discutere.

lunedì 28 aprile 2008

ESAME DI COSCIENZA SULL'IMPRESA



AGGIORNATO

Vorrei fare un esame di coscienza. E invito i miei lettori precari, flessibili, autonomi (ma loro ne hanno meno bisogno di altri), dipendenti a tempo indeterminato, a unirsi a me. Per decenni la nostra società in buona parte ha vissuto un forte pregiudizio collettivo contro gli imprenditori, al punto che io fin da ragazzina mi sono sentita un po' in colpa per il mio cognome, "padrone". I padroni, diciamolo, in una larga fetta della mentalità collettiva italiana non sono visti con simpatia. Questo è frutto della nostra storia, ma è anche abbastanza incomprensibile, perché non esiste forse paese occidentale nel quale tanta gente sia "padrona" di qualcosa, fosse anche solo la macchina, o la casa. Ma quante sono le piccolissime imprese in Italia? Un numero enorme, se messo a confronto con altri paesi, dove invece domina la grande e media impresa. E' vero che noi, soprattutto al Sud, abbiamo il mito della pubblica amministrazione, del posto sicuro, che appunto significa ufficio pubblico...e qui il discorso di prime su flessibili o precari capita proprio a puntino...



Ma, insomma, è ora di uscire da questo pregiudizio e di diventare adulti. I paesi di religione protestante hanno sempre visto gli imprenditori con occhio benevolo, perché la loro capacità di iniziativa e il loro, anche piccolo, successo, era considerato un segno di grazia divina. Ma l'Italia, in questi anni, se si è "salvata" è stato proprio per gli imprenditori, piccoli e/o meno piccoli, comunque gente che lavora spesso anche quando gli altri vanno al cinema, che non ha lo stipendio sicuro alla fine del mese, e che ogni giorno si pone il problema di come migliorare il giorno dopo (o non peggiorare rispetto ai propri concorrenti). Credo che ormai abbiamo parecchi motivi per uscire da quei pregiudizi e vi invito a leggere l'articolo di oggi di Massimo Giannini sulla Repubblica, il cui titolo "Lady Bovary e viale Astronomia" gli fa torto. Con l'elezione di Emma Marcegaglia a presidente (in alto a destra), la stessa Confindustria, che magari agli occhi di alcuni non aveva sempre incarnato l'anima migliore dei nostri imprenditori, ha dimostrato di essere un passo avanti e di rappresentare una delle parti più dinamiche della nostra società. Altro che quote rosa. Due donne ai vertici della Confindustria e dei Giovani Imprenditori (Federica Guidi, nella foto in alto a sinistra), due donne giovani e in gamba anche se una, la Marcegaglia con un peso e una responsabilità di gran lunga maggiori, sono un segnale di fronte al quale i passettini uno avanti e due indietro della politica fanno arrossire. Quindi, mi associo agli auguri.
Aggiungo qui il link al discorso della Marcegaglia al momento della sua nomina. Gli spunti di riflessione sono molti. Sottolineo in particolare il paragrafo dedicato allo sviluppo del capitale umano e al collegamento di questo tema, collegamento strettissimo, con il capitolo del sistema educativo. Per il sistema delle imprese è particolarmente lungimirante puntare su questo argomento che non porta risultati immediati, ma può cambiare di qui ad alcuni anni la faccia di un Paese.

mercoledì 23 aprile 2008

UNO STIPENDIO PER I PADRI?




Vergogna. Vergogna profonda. E’ il sentimento che provo, quasi più della rabbia, di fronte al pezzo scritto oggi da Michele Brambilla sulla prima pagina del Giornale, con un titolo al quale una mano pietosa ha messo un punto interrogativo: ”Uno stipendio alle mamme?” Ma lui il punto interrogativo si intuisce che non ce lo avrebbe messo.
Comincia con un ”Noi mariti e padri di famiglia...”, dal quale si capisce che anche il signor Brambilla ha una famiglia e dei figli. Allora, senza fare tanti giri di parole, invece di stare ad analizzare le sue argomentazioni, che sinceramente trovo di interesse sotto zero (anzi mi stupisce e, ripeto, mi vergogno di appartenere alla stessa razza animale di chi pensa cosa simili) vorrei chiedere al signor Brambilla: ma perché lui non fa il padre e non se ne sta a casa a badare ai suoi bambini (onestamente dispiace mettere di mezzo degli innocenti, che sicuramente non sarebbero felici di questa soluzione, però...)invece di fare il giornalista? Non sarà che gli piace pavoneggiarsi con la sua firma su un grande giornale? Ama il suo lavoro? Ha una passione? Vuole guadagnare un bello stipendio? Gli piace dire a amici e conoscenti che è editorialista? Vuole semplicemente sentirsi parte attiva della società?. Assurdo: crescere dei figli è molto più importante e gratificante. O no? Non suona molto meglio la parola ”padre”, invece che giornalista, o se è per questo, falegname, impiegato, ingegnere?



Michele Brambilla è un ”padre”, questo è importante, il resto è inutile. Lui dovrebbe essere d’accordo. Dopo che lui avrà fatto questa ”libera scelta”, lo invito a chiedere anche lo stipendio per pulire e rassettare. E allora, solo allora, potremmo riparlarne. Comunque, io tutelerei anche lui, e perciò sarei contraria anche allora, perché temo che dopo sei mesi della sua meravigliosa vita di ”padre” stipendiato e a tempo pieno, di fronte ai mucchi di panni sporchi, di piatti da mettere in lavastoglie, di calzini da raccattare dalla stanza dei ragazzi, di giornate di solitudine e di deserto intellettuale, senza neanche la speranza di prendere un bel caffè al bar vicino alla redazione con i colleghi, potrebbe avere delle crisi depressive.



PS: Brambilla giustamente dice che è inutile pensare a uno stripendio alle donne, basterebbero sostanziosi sgravi fiscali ai padri di famiglia maschi, quando la moglie sta a casa. Infatti. Infatti tutto il mondo parla di come incentivare il lavoro delle donne, magari con sgravi fiscali sul reddito femminile. Ecco perché il famoso quoziente fiscale familiare taglia le gambe alle donne, che grazie a mariti come lui fanno una fatica pazzesca a lavorare e magari si sentono anche in colpa. Ecco perché è una schifezza.

lunedì 21 aprile 2008

ADDIO GIULIANO


Un post che nessuno vorrebbe mai scrivere.

E' morto a 28 anni, Giuliano Gennaio, un giovane che si impegnava in politica, che aveva grandi progetti per il futuro. Io l'ho incontrato solo alcune volte ma so che già era tra i punti di riferimento fissi di tante persone che hanno a cuore il destino della politica e dei giovani in questo Paese. Leggete cosa scrivono di lui i suoi amici., anche su Coalizione Generazionale , qui, su generazione blog, e su I have a dream, sul blog di prime, sul sito dei radicali e Enrico Cisnetto sul Messaggero.

domenica 20 aprile 2008

LE NUOVE FRONTIERE DEL LAVORO E I GATTI DI DAMIANO




"Dipingo gatti perché i gatti sono terapeutici e in Italia chi fa il ministro del Lavoro ha bisogno di molta terapia". Cesare Damiano, il ministro che dipinge i gatti (qui accanto una sua opera), praticamente ormai ex ministro, chiude la conferenza dell'Ocse di Venezia sulle sfide del mercato del lavoro.



Negli ultimi tre giorni si è parlato molto di training, di formazione per i lavoratori di domani, e di flexicurity, che sia alla danese o no. Damiano raccoglie il tema ma sottolinea soprattutto l'esigenza di sicurezza. E' quasi solo in questa sottolineatura e rimarca così la peculiarità dell'Italia. Ha il coraggio di parlare di protezioni e tutele del lavoratore non solo nel mercato del lavoro, come hanno fatto un po' tutti, ma di protezioni nel posto di lavoro. A tanto, parlando pochi minuti prima di lui, non era arrivato neanche il rappresentante delle organizzazioni sindacali presso l'Ocse, J. Evans. I due però hanno condiviso la cautela e l'attenzione al lavoratore in carne e ossa, stretto tra le forti esigenze diflessibilità, che già oggi gli si chiedono, e le prospettive future, con le aziende che chiudono, cambiano, e chiedono nuove competenze. E la recessione che sembra profilarsi all'orizzonte, di cui nessuno sa predire le dimensioni. Io credo che il richiamo di Damiano sia più che altro un tributo alle tradizionali paure e timidezze italian, che invece di cercare traguardi più avanzati si arrocca in difese disperate del passato. E credo che questa politica non faccia bene a nessuno, né al Paese, né alle imprese, né ai lavoratori. Questi ultimi rischiano comunque di vedersi franare il terreno sotto i piedi, se non altro per la forte spinta che viene dal mercato globale, senza avere ottenuto nuove frme di tutela e di promozione. Se comunque Damiano ha ragione quando si interroga sulle reali possibilità di crescita che ci aspettano e quindi sulle condizioni del mercato (che rischiano di non essere in ascesa), vorrei riportare qui alcuni punti chiave del discorso di Mr Evans, rappresentante inglese di sindacati all'Ocse. Ineguaglianza, distribuzione dei guadagni tra profitti e salari, sicurezza all'interno dell'espressione "flexicurity", ruolo dei contratti collettivi. Non c'è nulla di scontato in questi termini, ma è giusto non dimenticarli. Così, come il rappresentante della commissione europea per la strategia di Lisbona, Mr Prats-Monné ha ricordato che accanto all'aumento del ruolo dei servizi, dell'economia della conoscenza e della caccia ai talenti, si profila un nuovo problema: un mercato polarizzato, nel quale accanto a lavori ad alto contenuto di conoscenza e di competenza, aumenteranno anche i lavori a bassissimo contenuto di conoscenza "very low skilled jobs". E anche questo è un problema che non va sottovalutato.Fatte queste avvertenze, riporto il link ai due articoli che ho scritto sul Messaggero, pescando nel vastissimo panorama della tre giorni di discussioni di Venezia.

martedì 15 aprile 2008

COMANDARE COME UNA DONNA


Inutile incaponirsi a pensare ai risultati elettorali.





Vi propongo questo geniale articolo tratto dal blog di uno dei siti più letti del mondo Huffington Post: "Leading like a girl: for men only?". La domanda è: un uomo che comanda con tratti femminili oggi ha grandissime probabilità di avere un successo strepitoso, sia egli un manager o un politico...E una donna? Una donna, al contrario, ha grandissime probabilità di sbagliare, qualunque stile assuma. Se è troppo maschile, come la Clinton, non va. Se è troppo femminile, per carità. Dunque?


Non importa che, come risulta da una ricerca Catalyst, le donne portino risultati eccellenti nelle società in cui finalmente raggiungono posizioni di vertice. Non importa che i migliori trader in Borsa siano quelli che "agiscono da donna", come si dice nell'articolo dell'Huffington...Ciò che importa è che comandare non è visto come un mestiere da donna. C'è ancora qualcuno che lo pensa, a tal punto da fare ricerche per vedere se è il testosterone quello che conta. Basta. Solo gli uomini , a quanto pare, possono permettersi di comandare come una donna.

sabato 12 aprile 2008

QUE VIVA ZAPATERO!







Zapatero! Che meraviglia. Un governo con più donne che uomini. Sta facendo vergognare il resto del mondo. Ma dove si trovano politici così?

venerdì 11 aprile 2008

LOTTIZZAZIONE ROSA


Gli indecisi si decidano, domenica finalmente si vota(qui accanto un fac simile per evitare errori: la croce va messa su un solo simbolo, non a metà su due, anche se sono alleati).
Siamo tutti disincantati e scettici, ma la speranza che qualcosa di buono ne possa uscire, in fondo in fondo, ce l'hanno quasi tutti. Io comunque ce l'ho. Ma pensiamo già al dopo. Chiunque vinca dovrà affrontare il problema delle donne, quello che finalmente si sta imponendo come una vera emergenza del mercato del lavoro italiano: le donne che lavorano sono poche. Ma sono ancora di meno quelle che contano qualcosa e che potrebbero veramente influire sulla gestione delle aziende.
La voce, già pensando al dopo elezioni, fa una proposta, per fortuna avanzata da un uomo: il nuovo governo dovrà fare una serie di nomine in enti e aziende controllate dallo Stato. Perché non nominare, al 50% , delle donne? L'articolo "Aspettando una lottizzazione rosa" di Carlo D'Ippoliti sottolinea: "In un momento di competizione particolarmente aspra, e perfino di rischio declino, l'Italia discrimina e rifiuta l'apporto fondamentale di competenze, capacità, conoscenze, di alcuni tra i suoi più preziosi cittadini, le donne." E ciò avviene "non per ragioni di calcolo razionale o convenienza economica, ma per motivi culturali, di carenze istituzionali, di preservazione e conquista del potere da parte di élites chiuse".


Quindi la lottizzazione dopo le elezioni si faccia, come tanto si fa, ma comprenda anche le donne. Qualche giorno fa il Corriere Economia ha fatto uno speciale con i nomi e i curriculum di donne manager che possono essere considerate ottimi candidati per questi posti nelle grandi aziende controllate dallo Stato. Un'opera intelligente e meritoria. Si aggiungano altre candidate. E non si abbia paura di sbagliare: una percentuale di nomine sbagliate è normale. Consentiamo anche alle donne di sbagliare o di rivelarsi non all'altezza. Ci sono tanti uomini che non lo sono!

mercoledì 9 aprile 2008

TORCIA OLIMPICA E PRIMATI ITALIANI



Questa è troppo bella...e poi dà anche il senso del nostro stato di cose.

Avrei voluto parlare della pessima performance dell'Italia nella crescita e nella produttività, rilevata dall'Ocse. (Andate a guardare le statistiche, sono impressionanti). Purtroppo il tempo non mi basta per fare un ragionamento. Vi lascio la vignetta come suggestione.

Ciao Arnald, sei in vena!

venerdì 4 aprile 2008

UN ANNO DOPO: ECCO I RISULTATI


E' passato un anno da quando ho iniziato a tenere questo blog. Per "festeggiare" pubblico il commento che mi ha lasciato uno dei giovani iscritti a un master in alta formazione a Modena, dei quali avevo parlato in uno dei miei primi post "Pamela, Stefano, Sergio e la legge Biagi" . Sergio accenna a quest'anno come una grande esperienza e crescita. Ci fa capire che anche il lavoro va bene, ma non scende in dettagli. Lancio qui un appello perché mi contatti, anche privatamente: ne vorremmo sapere di più. Comunque, per gli scettici...


Aggiungo qui il link alla Bacheca della Fondazione Biagi (di cui vedete due immagini sopra), che offre delle opportunità di stage interessanti, di formazione, di specializzazione e esperienze in Italia e all'estero: vista la splendida esperienza di altri laureati, credo che veda la pena di esplorare, anche per chi risiede in altre città. e riporto in fondo al post il riferimento a un'offerta di stage in particolare segnalata dall'ufficio di Placement della Fondazione, con tutti i recapiti utili.

Ecco il commento di Sergio:
"Beh...ragazzi è passato un anno dal mio ultimo post!Bilancio...direi positivo!!!,,,e sicuramente non per lo stipendio ma per quello che questa splendida esperienza(sicuramente fortunata per me, ma anche per qualche altro collega)mi ha insegnato in termini professionali ma sicuramente anche di vita!!..ho conosciuto tante persone e da queste anche quelle che lontane dai miei ideali o modi di fare ho veramente imparato tanto!!..oggi la situazione del nostro Paese sicuramente non è brillante, ma paradossalmente vi posso garantire che a noi il destino ha offerto un'opportunità!!...nonostante gli eventi che hanno segnato quest'anno della mia vita (cambiare città, perdere una persona speciale con cui sono cresciuto affrontando tutti i duri anni di università e del cammino di crescita)posso dire con fermezza che quest'esperienza mi ha formato, mi ha fatto CRESCERE!...buona vita a tutti e come una persona speciale con cui ora non condivido più la mia vita mi scrisse nella lettera della dedica per la mia laurea: SE TU PUOI SOGNARE PUOI REALIZZARE!!!
Ciao Sergio C:"
E ecco l'opportunità di stage:
Rif.S9
Il servizio placement della Scuola internazionale di alta formazione in Relazioni industriali e di lavoro di ADAPT - Fondazione Marco Biagi segnala un’opportunità di stage nell’ambito della certificazione, seguito da un percorso di alta formazione presso un’importante organizzazione operante a livello internazionale. Caratteristiche:- attività principali: collaborazione e supporto allo sviluppo dell’integrazione tra la certificazione dei contratti di lavoro e la certificazione nell’ambito della qualità, dell’ambiente e della sicurezza, della responsabilità sociale e della comunicazione sociale;- obiettivo: conoscenza e acquisizione delle competenze professionali nell’area indicata;- formazione richiesta: Laurea in materie giuridiche o economiche;- luogo: Provincia di Vicenza.In allegato si inviano altre segnalazioni di opportunità di stage e di lavoro, nonché di esperienze di studio e lavoro all’estero, consultabili anche nella sezione " Bacheca" del nostro sito.I candidati sono invitati a prendere visione dell’informativa sulla privacy e ad inviare il loro curriculum vitae (comprensivo del consenso al trattamento dei dati personali) al seguente indirizzo:


csmb@unimore.it, indicando in oggetto il codice di riferimento.


Servizio Placement Scuola di Alta formazione in Relazioni Industriali e di LavoroUniversità degli studi di Modena e Reggio EmiliaLargo Marco Biagi n. 10, 41100 Modenahttp://www.fmb.unimore.it/


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