sabato 15 marzo 2008

QUANTI SONO I PRECARI?


Guardate che meraviglia questa tabella sui tipi di contratti dei lavoratori, e non solo, in Italia. E' un'elaborazione dell'Isfol, contenuta in un pezzo pubblicato oggi sul sito della voce.info. Per chi ha tempo, segnalo anche il miio pezzo sul Messaggero di oggi.


Come potete vedere i contratti a termine veri e propri in Italia sono circa un milione. Poi ci sono un milione e 200 mila collaboratori, a progetto e similia, chiamati "finti" autonomi. E va bene. Siamo a 2 milioni e qualcosa. Poi ci sono "altri dipendenti"...473 mila. Azzardato, ma mettiamoli pure tra i precari. Ci vogliamo mettere altri 300 mila interinali e a chiamata? ok. Ma per quale motivo dovremmo mai metterci i part time a tempo indeterminato? O gli apprendisti? O il contratto di formazione lavoro ? O quelli che hanno un contratto di inserimento (lo dice la parola stessa) . Certo, non ci sono i lavoratori in nero e questo è il vero scandalo. Ma, come molti sostengono, il nero rischia di aumentare se si aumentano le rigidità. Ma, dimenticavo, siamo in campagna elettorale, i ragionamenti non sono all'ordine del giorno...

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Giusto per essere precisi... il contratto di inserimento e contratto di formazione e lavoro sono esattamente la stessa cosa

Claudio Resentini ha detto...

Qualche breve considerazione in riposta alle perplessità di Angela Padrone su un lavoro a mio avviso molto interessante e coraggioso:
1)L’articolo e la tabella in questione non parlano di precarietà, ma di atipicità
2)Part time, apprendistato, cfl, ecc. sono annoverati in genere dagli addetti ai lavoro tra le forme di lavoro atipiche, cioè diverse dal lavoro standard (dipendente o autonomo)
3)D’altra parte, è vero che le tutele, i diritti e gli status associati al lavoro standard divergono considerevolmente da quelli associati al lavoro atipico, delineando una possibile sovrapposizione tra l’area dell’atipicità e quella della precarietà che renderebbe del tutto plausibile e legittima una sostanziale identificazione tra lavoro atipico e lavoro precario (che però gli autori, prudentemente, si guardano bene dal fare)
4)La novità del lavoro dei due ricercatori sta nell’introduzione del concetto di “falso positivo” che cerca di superare il dualismo tra il contratto di lavoro formale e il rapporto di lavoro reale, operando un distinguo tra rapporti di lavoro che corrispondenti ai contratti stipulati e contratti che non vi corrispondono, ridisegnando cosi la mappa dell’atipicità. Per capirci: il part time resta lavoro atipico, ma il suo “grado di atipicità” (e di precarietà) varia considerevolmente a seconda che si tratti di una scelta “volontaria” oppure no
Cordiali saluti
ps: cfl e contratto di inserimento non sono la stessa cosa

Anonimo ha detto...

Condivido tutti e quattro i punti di Resentini. Il focus è l'atipicità, non la precarietà. Su questa si era espresso un altro bell'articolo della Voce.info che identificava le radici della precarietà nella discontinuità di 1) reddito e 2) di opportunità di lavoro. Io vedo lo studio come molto importante, perché mette in chiaro, appunto, con analisi qualitative e quantitative, dove sta la percezione di precarietà nel contesto degli atipici. Credo che sia utile incoraggiare questa strada di ricerca, per approfondire le necessità di chi valuta la propria posizione come involontaria...

angela padrone ha detto...

Grazie a Claudi e a Dario peri giusti commenti. le mie non erano critiche allos tudio che, anzi, terrò qui per consultarlo, perché secondo me illuminante e preciso. Apprezzo molto anche il tentativo di definire i "falsi positivi", sui quali immagino non ci possano essere certezze, però è effettivamente interessante provarci. Quindi, il lavoro mi sembra perfetto...quando mi lamentavo di quelli che mettono i contratti di inserimento o di formazione, gli stage o il part time tra i "precari" facevo riferimento a stime che esulano completamente da questo studio.

angela padrone ha detto...

scusate i refusi...(ma che, a furia di usare il computer si diventa dislessici?)

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