giovedì 13 novembre 2008

DIVERSE ETA' DELLA PENSIONE PER UOMINI E DONNE. CONDANNATA L'ITALIA


La Corte di Giustizia Europea ha condannato l'Italia per la discriminazione tra uomini e donne, dovuta alla diversa età di accesso alle pensioni di vecchiaia: 60 er le donne 65 per gli uomini. Ne avevamo già parlato qui a proposito della campagna dei radicali: equiparare, innalzare.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Ok donne, in nome di questo governo di merda e di questi giornalisti di merda: immoliamoci a lavorare, con tanto spirito di sacrificio (perchè fino adesso, ovviamente, non ne facciamo) e facciamoci anche, perchè no, ammazzare dal lavoro!!!!!!
Ok, siamo pronti??????
Altrimenti il duce...si arrabbia.... e soprattutto si arrabbia con questi giornalisti che non sanno fare il loro lavoro, cioè quello di leccare il culo ai loro padroni.
Amen

Loud ha detto...

Una cosa strana perché in passato la stessa Corte aveva ricordato che la differenza di età pensionabile era ammessa in quanto garantiva, in sostanza, una sorta di ristorno delle distinzione (anche sommerse) della donna rispetto all'uomo, reintragrava la disparità nei fatti come per es. il fatto che mediamente la donna guadagna meno dell'uomo, il fatto che una maggiore difficoltà nel progresso di carrierea, il fatto (fondamentale e assolutamente realistico) che la donna ha sempre un secondo lavoro: quello in casa.
Ora ha cambiato idea? Bizzarro.
Io mi trovavo più d'accordo sulla prima tesi della Corte, considerandola in sostegno della donna.

Loud ha detto...

Ti avevo scritto un nuovo commento, ma non è andato a buon fine...

Da una rapida lettura della sentenza, il punto cruciale sta nel fatto che l'Inpdap è sia datore di lavoro che istituto previdenziale e quando le due qualità vengono riunite nella stessa persona non rileva il fatto che la distinzione di età pensionabile sia postulata dalla legge ordinaria, perché l'istituto crea disparità di trattamento quando opera pensioni ad età diverse.

Sentenza, par. 21:
"è chiaro che la pensione che rientra nel regime pensionistico gestito dall’INPDAP è versata dallo Stato in qualità di datore di lavoro, criterio che la Corte ha ritenuto essenziale".

Resta lecito avere una diversa età pensionabile per i lavoratori delle imprese private, giovando di pensioni a carico dell'Inps (mentre i dipendenti dell'Inps ricevono la pensione dall'Inpdap).

Impossibile risolvere il problema se non trasferendo la competenza previdenziale riguardo ai dipendenti dell'Inpdap stesso ad altro ente pensionistico, come l'Inps con conseguente aggravio..., salvo meccanismi di reintegro di bilancio da una parte all'altra

Ciao
Luca

Anonimo ha detto...

trovo giusto che le donne vadano in pensione di vecchiaia a 65 anni, a condzione che gli uomini partoriscano e allevino anche loro dei figli.

Anonimo ha detto...

www.areagiuridica.com reca un caso di illegittimo demansionamento estromissione eliminazione dall'ufficio di un lavoratore,condanna datoriale (inottemperata) al reintegro esclusivamente nelle precedenti mansioni.Conseguenze.

ansia ha detto...

thanks for sharing this usefull information.

ansia ha detto...

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