venerdì 19 settembre 2008

ESAMI SENZA FINE, LAUREA SENZA VALORE


Anche l'Università italiana e i suoi meccanismi di valutazione finiscono nel mirino di chi chiede più serietà e selezione negli studi. Un articolo di Paolo Balduzzi su la voce "La lotteria Italia degli esami", attacca il sistema tutto italiano degli appelli mensili e della ripetibilità degli esami, nonché la facilità con cui viene dato il massimo dei voti ai laureandi. Sembra strano, ma nelle tante discussioni sull'università, la necessità di rilanciare il "merito", il valore dei professori e la loro propensione a essere presenti e disponibili per gli studenti, questo tema non è mai stato toccato. Eppure, qualunque studente universitario che abbia avuto contatti con altri ragazzi di università straniere, sa che l'Italia rappresenta una vera anomalia. Come dice Balduzzi, di solito all'estero gli esami si fanno una volta l'anno, alla fine del corso. Se l'esame va bene, si prende il voto e basta, se va male sono dolori. Nessuno può prolungare all'infinito la durata del corso di laurea e nessuno si può permettere di "rifiutare" un voto. In Italia si crea la situazione paradossale che il 30% dei laureati strappa il 110 e lode (una percentuale molto alta), ma abbiamo la media di durata degli studi più lunga. Va ricordato che l'appello mensile, è una "conquista" decennale, voluta fortemente dagli studenti. Ma è veramente nel loro interesse? Cioè, è nell'interesse di chi crede che gli studi universitari dovrebbero rappresentare la propria "dote" e quindi essere adeguatamente valutati poi nel mercato del lavoro? Si dirà che ci sono gli studenti lavoratori, che ci sono mille problemi, che c'è chi è più lento e chi è più veloce...ma tutto ciò non cambia il fatto che il confronto con i sistemi universitari stranieri lascia perlomeno perplessi. Una modifica di questi meccanismi probabilmente sarebbe utile anche a ridare dignità e valore al diploma di laurea.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Evviva i vecchi metodi ragazzi!

:-)

Gorizia oggi ha detto...

Credo che la qualità dei corsi di laurea sia veramente scaduta. Per non entrare nel merito delle tesi: si è passati dal paradosso di mesi e mesi di lavoro per la redazione di un testo (non per tutte le facoltà e le lauree) totalmente inutile, al "temino" che viene richiesto oggi

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