mercoledì 10 settembre 2008

PRIMO GIORNO DI SCUOLA. Diario di bordo




Seconda media, primo giorno di scuola dell'era Gelmini.





La scuola comincia mentre infuriano le polemiche su giornali, radio, tv e web. I genitori e i ragazzi hanno scoperto fortunosamente che il rientro in classe era stato fissato, durante l'estate, al 10 settembre. Peccato che alla fine dell'anno scolastico tutti pensavano che le scuole a Roma ricominciassero il 15. Tanto peggio per chi aveva deciso di fare le vacanze nella prima metà di settembre (negli uffici le vacanze si pianificano verso maggio).
I giorni precedenti al rientro sono stati occupati dai preparativi e, per molte famiglie, dalla pianificazione dei pomeriggi che ci aspettano, con incroci difficili tra orari scolastici, palestra, musica, e altre attività che la scuola non garantisce a sufficienza (per esempio lingua straniera, gruppi scout, eccetera), nonché orari di lavoro dei genitori, arruolamento di baby sitter, nonni, eccetera. Ma il primo scoglio si è presentato proprio oggi: a che ora usciranno i ragazzi? Ci sarà un orario provvisorio, si sono detti i genitori, che si illudevano di basarsi su un empirica esperienza pluridecennale (la propria di studenti e di genitori). Nessuna comunicazione ufficiale della scuola, nessun cartello sul portone (perfino Martin Lutero, in tempi ante-internet aveva usato questo sistema per diffondere le proprie tesi e lo aveva trovato abbastanza comodo). Diciamo il minimo. No, l'unica era svolgere un'inchiesta personale e, stamattina, la voce ufficiale della scuola è stata un gentile bidella (ma forse chiamarla così è scorretto, me ne scuso) che, interrogata, comunicava gioiosamente che la scuola faceva subito l'orario pieno con la mensa e tutto. I ragazzi delle sezioni a tempo pieno, quindi, usciranno alle 16,10. Il motivo di tanta efficienza? "Gli insegnanti quest'anno ci sono tutti!" La Gelmini ha fatto il miracolo, e questa sembra una bella notizia.

Però. Però ci potremo chiedere se per i ragazzi sia giusto cominciare fin dal primo giorno con un orario così lungo, o se invece, non fosse meglio partire con tre-quattro ore di lezione e poi passare, nel giro di pochi giorni, all'orario pieno. Questo non se lo chiede nessuno. "Gli insegnanti ci sono". Gelmini o non Gelmini, la scuola ruota, questo è il punto, intorno agli insegnanti: se loro non ci sono, tanto peggio per i ragazzi e le famiglie; se ci sono, tutti sui banchi per otto ore fin dal primo giorno. Ma cosa è meglio per gli studenti? Vogliamo chiedercelo?

L'Ocse intanto ci informa per l'ennesima volta che la scuola italiana ha prestazioni scadenti, che gli insegnanti da noi sono più numerosi che in altri paesi, che guadagnano meno, lavorano meno e, aggiungiamo noi, nessuno sa più come vengano selezionati. Si parla ora tanto di merito, di qualità...ma chi e come scoprirà se un insegnante è capace di insegnare, se è competente, se sa trasmettere entusiasmo, regole, capacità ai suoi alunni? Su questo, purtroppo, c'è un notevole silenzio. Però si dibatte sul maestro unico. Chiaro che negli anni tutti siamo giunti a pensare che era meglio dividere il rischio attraverso più docenti piuttosto che puntare su un solo maestro che, se incapace, ci sarebbe rimasto sul groppone per molti anni. Insomma il problema vero è la competenza e l'autorevolezza degli insegnanti. Non la divisa, i voti o altri dettagli. Agli studenti, dei problemi dei prof, che siano personali o sindacali, importa poco. Sono i prof che devono interessarsi dei problemi degli studenti e non sarà certo aumentando le ore di lezione fino allo svenimento che migliorerà la preparazione. Lo dimostra il fatto che nelle scuole straniere si passa più tempo a ricreazione e meno sui banchi. Eppure si impara di più. Per approfondimenti, due interessanti articoli in merito al maestro unico sulla voce.info qui e qui.

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