GENERAZIONE PRECARI IN TRENO
Sette e mezza di mattina, in treno, al di là del corridoio tra i sedili, sono seduti due ragazzi. Avranno 25-28 anni, e sono diversissimi. Uno indossa una immacolata camicia bianca con polsini e gemelli, sfodera un computer e fulmineamente lo connette a internet con la sua carta sim, mentre parla incessantemente a bassa voce al cellulare attaverso un auricolare quasi invisibile. L'altro ha una testa di riccioli disordinati, adolescenziali, porta un maglione blu sopra una camicia azzurrina casual, scribacchia su una cartata di fogli, tra appunti vecchi e nuovi che maneggia come un giocoliere. Si guardano e ....si sono già incontrati da qualche parte, ma dove? Ma tu hai fatto l'università a Roma? Sì...anch'io. Economia? No, Ingegneria. Ah, no...però sono vicine...magari alla mensa. Sì, sì, sicuramente. Sì sì. E tu dove lavori? Ah, io invece,.... vado spesso a Milano. Due giorni alla settimana sono a Bologna...Comincia uno scambio fitto di informazioni sul lavoro, sulle esperienze, sulle prospettive di carriera, sulle amicizie. Si studiano, si prendono le misure. Uno se la tira un po'. L'altro è più curioso. Saltano fuori i casi di amici e amiche, anche loro alle prese con il percorso migliore da azzeccare. Quel posto non fa fare carriera. Chi vuole rimanere senza muoversi rischia di finire a fare report che nessuno legge. Per chi vuole spostarsi questo è il momento buono. Esperienze negative: da lì me ne sono andato di corsa, proprio non faceva per me. Altro che precari disperati. Alla fine hanno avuto un'illuminazione: Ma tu, vai a Ostia? Sì, ...ah! Ecco dove ci siamo visti: stessa spiaggia, stesso mare.
Nessun commento:
Posta un commento