venerdì 29 giugno 2007
giovedì 28 giugno 2007
IL LAVORO, L'INNOVAZIONE E I VERI CONSERVATORI
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Etichette: antonio signorini, cinquantenni, giovani, innovazione, michele tiraboschi, nicola rossi, partito democratico, walter veltroni
mercoledì 27 giugno 2007
NON FATE PROGRAMMI PER IL FUTURO, A 70 ANNI SARETE OCCUPATI
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Etichette: corte dei conti, pensione, pensioni, ue
martedì 26 giugno 2007
DALLO SCALONE PRECIPITANO LE DONNE
Pubblicato da angela padrone alle 23:45 2 commenti
Etichette: anziani non autosufficienti, bambini, donne, famiglia, figli, pensioni, scalone, sud
lunedì 25 giugno 2007
GIOVANI, TREMATE: SPARISCE LO SCALONE
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Etichette: anziani, giovani, governo, pensioni, scalone, sindacati, ultrasessantenni
venerdì 22 giugno 2007
INVESTIRE NELLA CONOSCENZA O SPROFONDARE
Pubblicato da angela padrone alle 19:45 0 commenti
Etichette: conoscenza, europa, istruzione, mussi, ricerca, sapienza, università
giovedì 21 giugno 2007
LA MATURITA' SENZA MERITO E IL CAOS DELL'UNIVERSITA'
Pubblicato da angela padrone alle 11:53 0 commenti
Etichette: discriminazioni, maturità, merito, meritocrazia, pari opportunità, pregiudizi, privatisti, scuola, università
mercoledì 20 giugno 2007
GIOVANI E DISOCCUPATI, NON RIMPIANGETE IL '92
Disoccupazione mai così bassa dal '92. E' al 6,4%. Questa frase è interessante e a moltissimi giovani avrà fatto scattare il riflesso condizionato: "vedete, prima del '92 sì che stavate bene, pieni di posti di lavoro, peraltro sicuri, non precari come i nostri". La vignetta di Arnald qui accanto dimostra quanto sia forte il pregiudizio di chi pensa : nessuno stava peggio di noi.
Giornalisti sbadati, senza memoria, senza la voglia di spiegare. E chi non ha la voglia di spiegare (e di capire, prima), forse dovrebbe darsi all'ippica. Ma attenzione, perché anche lì ci vuole memoria.
Prima del '92, secondo i precisini dell'Istat (ma loro hanno delle ragioni, fanno gli statistici, non i giornalisti), non si possono fare paragoni, perché non ci sono le serie storiche. Non è che non ci siano, ma allora erano un po' diverse, perché a un certo punto l'Istat cambiò i metodi di calcolo. Bisognerebbe farsi spiegare, con un po' di buona volontà, cosa è cambiato e come. Ma intanto, chi era già nato e cresciuto sa benissimo cosa accadeva prima del '92. Non è che la disoccupazione fosse al 6% come oggi! Piuttosto era intorno all'11%, anche oltre, e come nel seguito degli anni '90. Tra i giovani i disoccupati erano uno su tre, più di adesso. E la disoccupazione intellettuale, cioè di quei laureati che si ritrovavano col pezzo di carta a non sapere che fare, è stata inventata negli anni '70.
Allora godiamocelo questo tasso di disoccupazione al 6%, perché è il più basso in almeno 35 anni!
E non si dica che adesso le cose per il lavoro temporaneo miglioreranno perché aboliranno lo staff leasing e il lavoro a chiamata. Perché sono forme di lavoro sempre esistite, che servono per i lavori stagionali (cameriere in un albergo al mare, per esempio) o classicamente per brevi periodi (hostess nei congressi). Non si faranno più perché il nome non piace? Leggete qui il pezzo di Marco Crippa sul bollettino della Fondazione Biagi.
Piuttosto è preoccupante l'enorme numero di persone che in Italia non cercano lavoro. Abbiamo uno dei tassi di occupazione più bassi d'Europa. E si tratta soprattutto di donne al Sud.
Su questo, e su una proposta degna di un grande dibattito si veda invece quello che scrivono gli economisti Tito Boeri e Pietro Garibaldi della Voce (peraltro non solo loro, l'ho sentita fare anche da altri giuristi ed economisti, ma sempre quasi chiedendo scusa): il lavoro, che all'inizio è giusto che sia sempre "temporaneo", acquisti una progressiva tutela, con il passare del tempo e la permanenza in un'azienda o posto di lavoro.
Io non so se è l'uovo di Colombo, ma varrebbe la pena scatenare un enorme dibattito su questo, perché è assurdo che il mercato del lavoro mantenga la forma di uno di quei dolci impossibili da affettare: fuori una crosta durissima (i supergarantiti che anche se si danno per finti malati o sputano al loro capo non li tocca nessuno) e dentro la frutta troppo soffice, che va raccolta con il cucchiaio (i precari per sempre, diciamo per brevità).
Pubblicato da angela padrone alle 09:39 2 commenti
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lunedì 18 giugno 2007
LEGGENDARI PRECARI
Ma...se in Italia c'è meno precariato che in altri paesi, se la legge Biagi con il precariato c'entra poco o nulla (e caso mai nel senso di una maggiore tutela), se il precariato c'è oggi come 20 anni fa (e forse meno), cos' è un'allucinazione collettiva questa dei poveri giovani, precari, schiavi, sfruttati, vilipesi, umiliati, traditi.....? Potremmo fare un concorso tra i lettori sugli attributi di questa povera generazione di giovani. Per oggi non dico altro, certe volte mancano le energie. Per favore, leggetevi questo articolo: Le leggende sulla Biagi
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UN LAVORO NEI BENI CULTURALI? SVEGLIA!
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sabato 16 giugno 2007
SAPETE L'INGLESE? ESERCITATEVI
Per trovare lavoro è essenziale conoscere bene le lingue,l'inglese in particolare. Questo è uno sketch di Russell Peters, comico canadese di origine indiana, che prende bonariamente in giro le differenze culturali e le nostre reciproche incomprensioni. Questa presa in giro degli italiani è deliziosa: godetevela, se potete...;)
Pubblicato da angela padrone alle 21:35 0 commenti
venerdì 15 giugno 2007
VI PRESENTO I PRECARI DI 20 ANNI FA
Pubblicato da angela padrone alle 17:29 3 commenti
Etichette: casta, collaboratori, collaborazioni a progetto, gavetta, giornali, giornalisti, giovani, immobilismo, lavoro nero, precari, stage
martedì 12 giugno 2007
GRILLO, BIAGI E L'ETERNO RITORNO DELLA COLONNA INFAME
Pubblicato da angela padrone alle 17:32 3 commenti
Etichette: alessandro manzoni, beppe grillo, capro espiatorio, colonna infame, daniel pennac, malaussène, peste
venerdì 8 giugno 2007
BEPPE GRILLO, FURBETTO DEI PRECARI
Michele Tiraboschi, allievo di Biagi e suo continuatore, dopo avere letto la prefazione al libro di Grillo "Schiavi moderni" (fatto semplicemente mettendo insieme lo sfogo di tante persone sul blog di Grillo, e premettendo una smilza e frettolosa introduzione) ha deciso di fargli le pulci. Nel bollettino della fondazione Biagi n. 23 , questa settimana scrive:
"Come prova lampante dei misfatti della legge Biagi - quella legge che per Grillo ha inventato il precariato, e cioè quella "moderna peste bubbonica che colpisce i lavoratori (che) prima non c'era adesso c'è" (sic) - si riporta la testimonianza di un ragazzo che però, se leggiamo con attenzione, ha iniziato le sue peripezie nel mercato del lavoro nel lontano 1994. Ebbene a noi risulta che la legge Biagi sia entrata in vigore nel 2003. Qualcuno allora non sa contare o, se sa contare, è chiaramente in malafede. Ma c'è di più. Questo ragazzo cita anche il caso, più recente, della fidanzata che "lavora gratis, da più di un anno" nella Pubblica Amministrazione "con una promessa di avere un contratto Biagi!" Forse il ragazzo non lo sa, ma il Tribuno del popolo dovrebbe saperlo: la Biagi non trova applicazione nella Pubblica Amministrazione!" Continua Tiraboschi esasperato: "Certo avremmo potuto fare finta finta di niente anche questa volta e stare zitti, consapevoli che sfidare i Tribuni del popolo è sempre difficile se non impossibile. Si tratta pur sempre di potenti, e Beppe Grillo è sicuramente un uomo non solo influente ma anche molto potente (la multinazionale dei furbastri, direbbe in questo caso una nostra cara amica). E così abbiamo fatto in questi giorni , cercando di consolarci con il recente rapporto Ocse (vedi post e link del 4 giugno su questo blog) sull'Italia, dove si legge a chiare lettere che le riforme del lavoro degli ultimi anni hanno contribuito "in modo impressionante" (non da sole, ovviamente) a creare oltre due milioni e mezzo di posti di lavoro. (...) Tutti sono liberi di pensare quello che credono della legge Biagi e ovviamente anche di contestarla e disprezzarla. Sarebbe però importante intervenire su questo tema così complesso e delicato solo quando si ha qualcosa di valido e serio da sostenere. Messaggi deresponsabilizzanti e mistificatori, che esasperano gli animi, non solo non aiutano a risolvere i problemi, ma possono anche convincere qualcuno, come di fatto è avvenuto, che tutto sommato la morte di Biagi era qualcosa di scontato e comprensibile."
Tiraboschi aggiunge una testimonianza che fa venire lo scoramento: qualcuno gli ha mandato pochi giorni fa il libro di Biagi con questo messaggio: "Grazie Marco, sarai sempre in tutti i cuori dei disoccupati" Ora, se c'è una legge che può avere tutti le colpe del mondo ma non quella di aver creato disoccupati, è la legge Biagi. Però attenzione: quando in una società si individua un capro espiatorio, si può superare qualsiasi limite. Ebrei, musulmani, streghe, untori, e chi ne più ne ha più ne metta. In questo caso il limite si è già superato, perché Biagi è morto, ma al peggio non c'è mai fine, soprattutto se chi ha potere rilancia certe falsità, da vero furbetto del quartierino.
Aggiungo che nel bollettino Adapt troverete anche la testimonianza di un collaboratore di Grillo, Piero Ricca,( di cui ho parlato anch'io in un post dell'11 aprile), precario sfruttato e poi scaricato da Grillo. Della serie: quando il tribuno predica bene e razzola male...
Pubblicato da angela padrone alle 16:59 16 commenti
Etichette: beppe grillo, blog, giovani, legge biagi, piero ricca, precari, schiavi moderni
mercoledì 6 giugno 2007
PRECARI E CONTENTI, IL CALL CENTER E' IL MIO REGNO
Pubblicato da angela padrone alle 14:11 4 commenti
Etichette: call center, laureati, lavoro, precari, precari e contenti, precariato, schiavi moderni
lunedì 4 giugno 2007
LAVORO, RISULTATI IMPRESSIONANTI
Pubblicato da angela padrone alle 19:33 1 commenti
Etichette: giovani, laureati, lavoro nero, legge biagi, ocse, oecd, rapporto
sabato 2 giugno 2007
MILLE EURO BLUES SUL MESSAGGERO
Pubblicato da angela padrone alle 15:47 1 commenti
Etichette: blues, lavoro, masturbazione, max cosmico, messaggero, mille euro, musicista, passione, precariato, sesso
venerdì 1 giugno 2007
IL PATTO GENERAZIONALE? UNA SCIOCCHEZZA
Sapete cosè il patto generazionale? Per chi lo sa, dirò subito che mi sembra una patetica dichiarazione di impotenza e soprattutto una colossale ipocrisia.
Per chi non lo sa, dirò che il primo firmatario è Luca Josi, ex giovane socialista e ora imprenditore tv. Il patto generazionale è stato lanciato ormai alcuni mesi fa e consiste, brevemente, nella constatazione che l'Italia è governata da una cosiddetta gerontocrazia, i cui rappresentanti non hanno nessuna intenzione di mollare il potere. Nel testo si fa riferimento con una certa invidia a paesi che hanno leader quarantenni o cinquantenni (Gran Bretagna, Spagna, Stati Uniti). E infine, visto che non si può, e non si vuole, obbligare nessuno a scendere dal trono con le cattive maniere, un gruppo di "giovani" (si fa per dire visto che l'età media credo sia più vicina ai 50 che ai 40) fa una proposta per il futuro: chi firma si impegna a lasciare cariche di responsabilità allo scoccare dei 60 anni.
Avendo sentito Luca Josi alla radio stamattina, sono andata sul sito pattogenerazionale.it , ho letto l'appello, ho scorso un po' i nomi degli aderenti. A parte che è esilarante, perché ci sono anche dei sessantenni... Primo firmatario è Luca Josi, secondo (ed è sorprendente) Alessandro Profumo (nella foto), classe 1957, presidente della Superbanca nata dalle nozze tra Unicredit e Capitalia. Dispiace solo che nel testo Josi dichiari democratico interesse per le opinioni di chi legge, mentre poi si scopre che l'unico modo per interagire con il sito stesso è...aderire! Non sono previsti spazi per dissentire o, semplicemente, comunicare le proprie considerazioni. Bella prova, cari futuri sessantenni democratici.
Il patto generazionale, veramente, ha dei lati positivi oltre che dei lati negativi. Dividerò gli uni e gli altri in due gruppi.
A favore del patto:
- Mette in discussione chi è al potere. Questa è sempre un'opera meritoria e non facile. Fare gli esami a chi comanda dà fastidio. Domandargli se si sente ancora titolato a fare quello che fa, attira perfino disprezzo. Per questo il patto merita un bel 10.
- Affronta il tema dell'invecchiamento e dell'età. Credo che sia uno dei temi fondamentali della nostra società. Nessuna delle stagioni della vita è rimasta uguale a 20-30 anni fa. E' bene parlarne, anche se non è proprio l'obiettivo del patto. Comunque un 6+ di incoraggiamento.
- Dà visibilità a chi lo sottoscrive. Visto che l'obiettivo è scalzare chi governa e prendere il suo posto, uno dei modi è farsi conoscere. Per questo si è tentati di firmare comunque. Voto 5 e 1/2.
- E' ipocrita. Nessuno può credere sul serio che la maggioranza dei firmatari, se raggiungesse posizioni di potere, le lascerebbe di propria volontà a 60 anni. Ma come, dopo che ci sono arrivati così tardi! Voto 5
- L'età media si alza in tutti i paesi del mondo. L'Italia è il paese (insieme al Giappone) con la più alta aspettativa di vita. La percentuale degli anziani è in tumultuosa crescita. L'età media dell'elettore è 46 anni e nel giro di pochi anni supererà i 50. Perciò si parla, con ragione, di alzare l'età della pensione. A 60 anni di solito si è in buona salute, ancora si crede nel sesso, e si spera di vivere all'incirca altri 30 anni. Voto 3
- Il potere bisogna conquistarlo. I giovani hanno sempre fatto le rivoluzioni, almeno ci hanno provato. Hanno inventato dei nuovi modelli di vita da raggiungere. Niente di tutto ciò si vede in Italia. Non c'è nessun nuovo modello che i giovani vogliano imporre. Anzi, a volte si lamentano di volere più sicurezze. Il patto generazionale suona come l'ennesima lamentazione di una generazione che non ha saputo lasciare la propria impronta. Voto 1
Pubblicato da angela padrone alle 17:30 1 commenti
Etichette: alessandro profumo, discriminazioni, donne, età pensionabile, giovani, luca josi, patto generazionale, quarantenni, quote rosa, sessantenni