Le donne in piazza per dire "Basta!"
Un milione in piazza, sì, ma non è la prima volta. La cosa nuova di questa domenica 13 febbraio è che da almeno 30 anni non si vedeva una piazza trascinata dalle donne, nella quale le donne sono state il soggetto dominante, le portatrici del messaggio più forte.
E’ presto per dire se questo cambierà qualcosa. Tante volte in passato, nei decenni passati, le donne hanno creduto di essere una forza di cambiamento. Invece l’Italia degli ultimi 15 anni è un paese tristemente ”scollacciato” ma nel quale le donne non hanno nessuna funzione alta. Tirano avanti la carretta, questo sì. Ma, diciamolo, non basta. Come non basta agli uomini, che infatti non fanno altro che lottare per il potere e per imporre la loro visione del mondo.
Il problema non è tanto la dignità delle donne, come si dice. La mia dignità non è intaccata dalle donnine di Berlusconi. Il problema è l’Italia. Un paese nel quale le donne negli ultimi decenni non hanno fatto la politica. Non hanno deciso quali erano i temi importanti, non sono riuscite ad avere potere e non sono riuscite a parlare di potere. In una parola, non sono state protagoniste.
Per chi, come me, ha vissuto stagioni più esaltanti e poi si era illusa che il tema delle donne fosse ormai un problema ”risolto”, è stata una sconfitta intellettuale enorme. Abbiamo dovuto prendere atto che viviamo in un paese ”non civilizzato” da questo punto di vista. E ”questo punto di vista” se ne tira dietro tanti altri: il lavoro, i giovani, la libertà del mercato, la protezione dei più deboli. Perfino la vitalità (la mancanza di vitalità) del tessuto produttivo, credo che sia dovuto allo scarso peso delle donne. Berlusconi rappresenta tutto questo. E le donne che hanno trascinato se stesse e gli uomini in piazza oggi rappresentano una speranza di cambiamento. Almeno una speranza, per un giorno. Ma non basta.