lunedì 1 ottobre 2007

KEN LOACH E IL PRECARIATO


Ho visto il film di Ken Loach, "In questo mondo libero". Potenza della stampa, del luogo comune e del sentito dire...: mi ero fatta l'idea che fosse un film sul lavoro precario! Ma sono molto contenta di essermi precipitata a vederlo perché è un bel film.


Il lavoro precario non c'entra quasi niente. Si parla invece dello sfruttamento illegale di lavoratori immigrati, a volte clandestini. Lo svolgimento ha molte connotazioni ideologiche...è giusto condannare lo sfruttatore di manodopera illegale, però chiediamoci anche perché quella manodopera c'è. Quei lavoratori vogliono lavorare, a qualsiasi costo. Nella storia c'è per esempio la figura di un immigrato clandestino iraniano, a cui viene rifiutato perfino il lavoro "illegale", perché non ha il passaporto. Ma lui "vuole" lavorare, perché ha una moglie e due figli che vivono in un tugurio gelido. E certo non vuole tornare in Iran dove lo incarcererebbero, lo torturerebbero, lo ucciderebbero.


Ma nella storia c'è Angie. E scusate se un po' mi identifico in una che ha il mio nome (quando avevo 13 anni un ragazzo mi regalò Angie dei Rolling Stones...!), è una mamma single e per lavorare e sopravvivere usa le unghie e i denti. Angie viene licenziata perché non ci sta a farsi mettere una mano sul culo da un superiore. Diciamo che anche questa vicenda è un po' tagliata con l'accetta. Di solito le situazioni sono più ambigue, più sottili, anche più insidiose. Comunque Angie è disoccupata e si inventa un lavoro autonomo, che lei comincia a svolgere con sempre meno scrupoli, fino a ritrovarsi bieca sfruttatrice, e fino a ritrovarsi degli incappucciati in casa che fanno sparire suo figlio per due ore e legano e imbavagliano lei...che se la fa sotto, letteralmente. E con lei anche lo spettatore.

Morale: 1) sul lavoro a volte è difficile superare pregiudizi e prevaricazioni, e si rischia an che di perdere il lavor se non si accettano dei compromessi, ma bisogna provarci; 2)fare incontrare domanda e offerta di lavoro è importante nella nostra società, soprattutto se si vuole dare un'opportunità a tutti. Ma se lo si fa violando le regole, calpestando la dignità umana, rubando e fregando allora tutto ciò va condannato; 3) le due cose non hanno niente a che fare una con l'altra.

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