STAGE UTILI O STAGE DA COLLEZIONE?
Segnalo qui un'iniziativa interessante. Sul blog Repubblica degli stagisti è in stato avanzato una classifica in progress con le migliori aziende per chi cerca uno stage. Ce ne sono già una cinquantina.
Mi permetto però di sollevare qualche dubbio sul senso di tutto ciò: si parla di aziende che diano rimborsi sostanziosi o altri benefit. Questo è positivo perché si incentiva la concorrenza tra imprese. Ovvio che per prendersi i migliori stagisti alcune aziende offrano di più. Però mi sembra che così si perda un po' il senso di uno stage.
Se uno stage è serio, e chi lo fa anche (cioè se non lo fa "solo" per metterlo nel suo già sterminato curriculum) il rimborso sia in fondo un dettaglio. Non irrilevante, per carità, ma un dettaglio. Quello che conta, credo, è sapere quanto "serve": cioè se in quell'azienda si impara qualcosa e se ci sono possibilità di mettere a frutto l'esperienza. Aggiungo che se io fossi un selezionatore, di fronte a un curriculum troppo lungo e vario, cioè pieno di esperienze fine a se stesse, mi insospettirei. Un'azienda che è disposta a prendersi e a pagare uno stagista per sei mesi ha tutto l'interesse a tenerselo, se quello è bravo. Si dice che le aziende prendono stagisti per farli lavorare gratis. In alcuni casi può essere, allora chi lo fa può scegliere di andarsene oppure di "forzare" l'azienda a riconoscere la propria utilità. Faccio due esempi: il primo è tratto dalla mia esperienza: alla fine degli anni 80, grazie a uno stage sono arrivata al Messaggero e non ne sono più uscita. Però altri che avevano fatto anche loro uno stage lì non sono stati assunti. Negli anni successivi ho visto passare per la redazione molti altri stagisti, e alcuni , solo alcuni, io li avrei assunti a occhi chiusi. Purtroppo l'azienda non lo fece. Ora non prendiamo più stagisti, forse perché sembrano portare più problemi che altro. E anche questo non mi sembra molto lungimirante.
Il secondo esempio è tratto dal mio libro: Precari e contenti. Andatevi a leggere la storia dell'ingegnere (donna) mandata a fare lo stage nella rimessa degli autobus e chiedetevi: quanti di voi se ne sarebbero andati sbattendo la porta?
Se poi invece "collezionare" stage è diventato uno sport ...allora è un altro discorso. Interessante. Ma lo stagista che colleziona stage non può aspettarsi a sua volta un granché dalla aziende stesse, o no?
Comunque, per chi vuole aggiungere un nome alla lista, accomodatevi. Male non fa.
23 commenti:
Cara Angela
sono contenta che l'iniziativa La Lista dei Buoni ti sia sembrata valida e che tu abbia deciso di citarla sul tuo blog.
Il mio punto di vista rispetto al rimborso spese è un po' diverso dal tuo: per me non è un dettaglio, ma invece uno degli aspetti più importanti. Potrebbe essere un dettaglio se parlassimo esclusivamente di stagisti universitari. Ma oggi a fare gli stage non sono solo i giovanissimi, studenti o neolaureati: sono anche persone che ormai la laurea l'hanno presa da tempo, e che hanno 25, 28, talvolta addirittura 30 anni. Ciò vuol dire che, se non riceveranno un rimborso spese dignitoso, dovranno andare a mendicare soldi da mamma e papà: e questo francamente non mi sembra dignitoso. Una persona adulta (e magari laureata) che spende 8-10 ore al giorno in un ufficio, dando il suo impegno e le sue competenze, dovrebbe essere messa in condizioni di mantenersi da sola.
Molti stagisti con i quali sono entrata in contatto in questi mesi mi hanno raccontato che durante i colloqui si sentivano chiedere "ma come farà a mantenersi? La famiglia l'aiuta?". Segno che le aziende sanno benissimo che non è "normale" chiedere a giovani già preparati e formati di lavorare gratis (pardon: continuare a formarsi...), e quindi si chiedono: chi pagherà al posto nostro?
Un'ultima annotazione. I limiti alla durata degli stage, a livello legislativo, sono molto blandi e aggirabili. Ciò crea una situazione allarmante: il "6+6" negli stage è ormai la norma. Questo vuol dire che molti giovani devono rimanere stagisti per UN ANNO INTERO! E francamente io penso che in tre mesi uno abbia bello che imparato quel che c'è da imparare: i restanti 3 mesi (o 9 mesi, in caso di proroga) sono davvero uno schiaffo alla dignità dei giovani lavoratori.
Ecco perchè spero che la Lista dei Buoni diventi sempre più lunga, e ti ringrazio di averle dato spazio sul tuo blog. Spero davvero che qualcuno dei tuoi lettori passi da me e faccia qualche segnalazione di azienda "virtuosa".
Ciao e buon primo maggio,
Eleonora
http://repubblicadeglistagisti.blogspot.com/
Come detto ad Elly + volte, sono i presupposti dell'iniziativa ad essere sbagliati, non l'iniziativa in se che invece è lodevole.
Si parte dal presupposto di considerare lo stage quello che non è: cioè lavoro.
A livello di legge, ma anche a livello etico e di obiettivi finali, lo stage è un riconosciuto come "formazione", e non come "lavoro".
Come indica giustamente Angela, perciò, la retribuzione se esiste è certamente gradita - non bisogna essere miopi in questo senso - ma è e rimane comunque un dettaglio. Un utile dettaglio, ma un dettaglio.
Non si fanno stage per guadagnare, si fanno stage per formarsi e imparare un mestiere, ed eventualmente per riuscire ad inserirsi in azienda con un contratto di lavoro reale - questa volta si.
Il fatto che anche persone adulte effettuino stage non cambia il motivo e la ragione per cui gli stage sono nati, e quello che è l'uso che di questi si deve fare, e neppure può modificare ad uso e costume delle esigenze di queste persone + mature un qualcosa che ha un suo equilibrio così com'è.
A te Elly non sembra dignitoso che queste persone mature vadano a mendicare soldi da papà e mamma, e da un certo punto di vista umano/etico quel che dici ha un senso, ma ti dovresti chiedere cosa hanno fatto queste persone prima di allora, come hanno fatto a rimanere nella loro condizione di disoccupati cosi a lungo, quanti lavori magari a prima vista "non di livello" hanno rifiutato, se hanno mai davvero certcato un lavoro, e via dicendo ... le domande da fare a questi "quasi adulti-disagiati" sono e saranno sempre infinite, perchè ogni singolo è un caso a se.
Il rimborso spese dell'ipotetico stage, quindi, nel loro caso non deve assolutamente essere un qualcosa che vada a sostituire uno "stipendio" e ne faccia da surrogato.
Se costoro hanno bisogno dello stipendio per vivere e per le loro necessità, devono cercare un lavoro vero, non uno stage ... oppure possono fare come molti dei nostri amici fecero e ancora tanti fanno, cercarsi un lavoro temporaneo che sostenga il loro stage.
Il nostro paese è in fondo pieno di call center, pizzerie, bar, ristoranti, negozi di abbigliamento ... insomma, di luoghi dove si lavora in maniera temporanea, dove si è sempre alla ricerca di nuovo personale temporaneo, e dove si possono tranquillamente guadagnare i soldi necessari facendo un lavoro vero, e non pretendendo di ricevere uno stipendio da dei momenti di formazione quali sono gli stage.
Una persona adulta, perciò, deve fare uno stage solo se sa che ha dietro una capacità economica di reggere lo stage, prendendolo per quello che + realmente: momento di formazione lavoro, e possibile/probabile porta di ingresso in una azienda con un vero contratto.
Essendo questa persona allo stesso modo pronta a quello che in italia sembra essere sparito per colpa di una visione che vuole i diritti acquisiti a livello di principio e non a livello di fatica: lo spirito di sacrificio.
Quello che è stato chiesto ai potenziali stagisti di cui parli è la domanda + normale del mondo, e non viene fatta perchè le aziende sanno che non è "normale" chiedere a giovani formati teoricamente di lavorare gratis.
Viene fatta invece perchè le aziende vogliono essere certe che il ragazzo sappia che lo stage non è lavoro, e che sappia distinguere, e che non si aspetti che lo stage sia lavoro, ma che capisca che lo stage è formazione.
Le aziende quindi cercano di far capire ai ragazzi qual'è la realtà, che spesso alcuni organi di informazione e non solo - anche tu del resto - maleinterpretano, probabilmente perchè non dotati di una conoscenza sufficientemente approfondita della problematica, delle sue sfaccettature, et similari, e partendo non dall'analisi della realtà a monte, ma da visioni di principio e di parte di matrice fondamentalmente ideologica.
Capitolo durata: anche qui non facciamo demagogia, non esiste una norma del "6+6", ne a livello universitario, ne a livello extra.
Non esiste un'azienda tra quelle che noi conosciamo - e sono tante davvero ti puoi fidare - che ha preso stagisti per un periodo + lungo a 6 mesi, con qualche eccezione arrivata a 9.
La base sono o 3 mesi, o 6 mesi.
Per l'aspetto dei 3 mesi, forse è sufficiente per lavori con basso contenuto di apprendimento tecnico.
In tanti altri settori dove invece l'apprendimento è di tipo + tecnico e complesso, sono necessari sempre almeno 6 mesi.
Capitolo CV: nel nostro piccolo, tutte le aziende che conosciamo, da quelle in cui facciamo parte fino a quelle dei tanti amici, non amano vedere CV scarni, ma neppure vedere CV troppo ricchi di stage.
Danno l'idea di una persona che ha poco chiaro quello che vuole fare nella vita, e che non ha reali obiettivi, ma come dice Angela, ama collezionare stage - e non sono pochi che lo fanno purtroppo.
Questo avviene in particolare a livello universitario, dove essendo necessario per laurearsi effettuare almeno 1 stage formativo per un minimo numero di crediti universitari, gli uffici stage sono presi d'assalto da molti ragazzi che fanno lo stage non per imparare, ma per laurearsi.
Nelle aziende perciò ci ritroviamo spesso persone che non vogliono imparare, ma non vedono l'ora che il tempo passi per portarsi a casa i crediti e laurearsi.
Non esiste una comprensione quindi, in estrema sintesi, di cosa sia realmente lo stage, di quale sia la sua utilità, di quali sono le principali caratteristiche che lo compongono, di quali sono i reali obiettivi a cui deve mirare e portate, e via dicendo.
Cerchiamo di fare da ora una buona informazione sugli stage, evitando affermazioni demagogiche che fanno male per prima cosa ai ragazzi stessi, i quali si trovano spaesati, e pensano di avere diritto a prendendere delle cose che non sono, e sono portati da siti come il tuo a pensare allo stage come lavoro invece che come formazione.
:-)
Un abbraccio
qualcuno però mi riesce a spiegare come mai solo in Italia nella maggior parte dei casi offrono uno stage come inserimento?Eppure all'estero non funziona affatto così...(e non ditemi che all'estero sono più preparati)
Una frase, nel commento-fiume dei Prime, mi ha colpito in particolare: "Una persona adulta deve fare uno stage solo se sa che ha dietro una capacità economica di reggere lo stage".
Ciò significa che loro pensano che lo stage lo possano fare solo due categorie di persone:
1) i figli di papà, che hanno i genitori pronti a supplire all'azienda mantenendo lo stagista
2) i muli, disposti a lavorare 8-10 ore al giorno in ufficio e poi andare a lavorare 3 ore di sera in pizzeria - andando a letto alle due di notte e svegliandosi dopo sei ore per essere pronti e pimpanti in ufficio alle 9.
Francamente questa visione mi trova in totale disaccordo: perchè da essa emerge una realtà classista, in cui a farcela sono solo i privilegiati e (se non scoppiano prima) gli stakanovisti. Mentre per fortuna la nostra bella e malconcia Italia è piena di persone normali, con una formazione normale, che ambiscono a lavori normali.
Eleonora
http://www.repubblicadeglistagisti.blogspot.com/
Io sto facendo uno stage che scade a giugno, dopo 12 mesi (che dovrebbe essere il limite massimo legale di stage nella stessa azienda).
Condivido il post. Il mio stage è "retribuito" per 9(3 'gratis', 3 retribuiti + 6 retribuiti). Ma il punto è che io avevo accettato di farne uno gratuito (mentre molti altri avevano rifiutato) e solo in seguito - per non so quali motivi - ho scoperto che avrei ricevuto dei soldi.
Ho sempre considerato i soldi non percepiti come un investimento sulla mia formazione. Che poi li abbia percepiti non cambia il mio approccio.
Ma un buco per uno stagista non c'è proprio al messaggero?
Un saluto, Luca.
Un'altra piccola annotazione sul commento-fiume dei Prime: quando scrivono "Se costoro hanno bisogno dello stipendio per vivere e per le loro necessità, devono cercare un lavoro vero, non uno stage", forse non si rendono conto che nella maggior parte dei casi uno CERCA lavoro e TROVA stage.
I numerosi stagisti con cui sono entrata in contatto in questi mesi mi hanno raccontato che la prassi spesso è questa: mettere come "esca" l'annuncio di un posto di lavoro "vero", e poi proporre a chi avanza la sua candidatura uno stage "perchè noi cominciamo sempre così un rapporto". Eh no, così non si fa...
Eleonora
http://www.repubblicadeglistagisti.blogspot.com/
@benny
devi sempre considerare il sistema aziendale di cui è composta l'italia: 97% di pmi e microimprese. All'estero questo è diverso, e su una cosa del genere può incidere.
Ma a prescindere da questa che può essere una delle caratteristiche, lo stage è formazione, quindi viene offerto correttamente in periodo studio-università, e anche dopo: sta alla persona sapere se è la cosa che fa per lui o meno.
@luca
la tua è certamente la visione + corretta e normale di cosa è uno stage.
Per la durata, dovremmo controllare + chiaramente la cosa onestamente non siamo certi del tutto, comunque il limite dovrebbero essere o 12 o 18 mesi.
@eleonora
perdona, ma fai sempre demagogia. Qui nessuno a detto quello che dici tu mediante una conclusione probabilmente semplicistica.
E' stato detto che ogni caso è un caso a se, e che ogni persona deve rendersi conto se uno stage è ciò che fa per lei o meno, con particolare riferimento logicamente a fattori quali l'età, la presenza di figli, la presenza o meno della possibilità di essere aiutati nel periodo di inserimento.
Elly, da sempre chi ce la fa più facilmente sono coloro che hanno possibilità economiche, oppure coloro che hanno le migliori relazioni, oppure coloro che hanno capacità fuori dal comune, oppure coloro che sono degli stakanovisti.
Ma non ce la fanno solo questi.
Ma questi sono e saranno sempre i favoriti, vuoi per fortuna di nascita, vuoi per bravura e capacità personali, vuoi per forza di carattere.
Questo non è essere classisti, questo è solo il mondo in cui viviamo - la visione marxista-leninista del mondo economico ha anche di recente mostrato le sue crepe profonde del resto, e non è capace di dare risposte reali al paese e ai suoi abitanti.
Per l'altra tua domanda: chi cerca lavoro vero, trova lavoro vero, non trova stage, oppure al massimo trova stage che molto spesso si trasformano in lavoro vero.
Chi non pretende la luna, ma è cosciente che come è normale che sia, deve partire dalla gavetta in un lavoro, e ha un minimo di capacità, viene assunto.
Finiamola con il falso-mito che chi cerca lavoro trova solo stage che saranno poi abbandonati a se stessi.
I numerosi stagisti che abbiamo conosciuto in passato, che conosciamo anche oggi e che aiutiamo a trovare la giusta collocazione, compresi noi stessi, non hanno mai avuto esche: sapevamo cosa era uno stage, e come tale lo abbiamo accettato per imparare i mestieri che oggi ci danno le nostre piccole soddisfazioni.
:-)
Un abbraccio
;-) siccome è primo maggio, e sono stanca, e domani inizio una settimana di lavoro bestiale durante la quale se va bene dormirò cinque ore e mezza a notte...una domanda meno seria per prime: ma perchè usi il plurale maiestatis? qualcosa mi sfugge ;-o
Perchè non sono mica solo ... anzi ...
:-)
(a chi lo dici, parlando di settimane bestiali ... !!!)
:-P
Va detto. Molte sono le aziende che sfruttano lo stage per avere prestazioni a gratis; molte sono quelle che lo fanno per provare un lavoratore senza costi; alcune sono le imprese che applicano correttamente la forma contrattuale dello stage.
Va detto. Rimborsare è giusto.
Va detto. Molti sono i lavoratori che fanno uno stage perché quello trovano, non per aspirazione vera. Molti sono i lavoratori che non meritano lo stage, che non meritano "quel lavoro".
Personalmente vedo, tutti i giorni, entrambe le facce della medaglia.
Concordo su tutto quello che hai scritto, con queste mie precisazioni e dando però, a mio avviso, maggiore importanza a quel dettaglio che serve quantomeno ad allontanare la presunzione di "sfruttamento" dalle imprese che cercano stagisti.
Bisogna puntare al ruolo partecipazione degl attori del lavoro, dei lavoratori. Alla collaborazione, alla meritocrazia.
Luca
Secondo me l'uso odierno degli stage è manifestatamente subdolo per le imprese ovvero far lavorare gratis tanti giovani senza poi offrirgli alcun avvenire.
E poi? Poi bisogna sperare nella "buona volontà" delle imprese di assumerti! Siamo ormai all'assurdo! Conosco amici che ancora a 32 anni vanno avanti a stage con la convinzione che un giorno, se va tutto bene, verrano assunti! Questa degli stage è una clamorosa panzana!
Francamente, "il sistema aziendale di cui è composta l'italia: 97% di pmi e microimprese" non c'entra proprio niente con gli stage:
http://repubblicadeglistagisti.blogspot.com/2008/05/per-chi-suona-lo-stagista-non-per-le.html
Forse non tutti sanno, infatti, che il fenomeno dello stagismo è prevalente nelle grandi imprese: micro e piccole imprese utilizzano pochissimo gli stagisti (e comprensibilmente: sono ben ridicoli i baristi stagisti o le commesse stagiste). Lo dimostra il rapporto Excelsior di Unioncamere.
Eleonora
http://repubblicadeglistagisti.blogspot.com/
Eleonora ... non offendere la tua intelligenza, lo sai che ogni rapporto è sempre relativo ...
Giusto al volo ...
Sportello Stage
Quali sono le cifre degli stage? Secondo Sportello Stage per sette giovani su dieci il tirocinio dà origine ad un rapporto di lavoro stabile e continuativo. Lo stagista tipo - sempre secondo le stime di ACTL-Sportello Stage - è donna, giovane laureata ed effettua il proprio stage in aziende di medio-piccole dimensioni. Sono infatti le pmi ad aver compreso appieno le utili dinamiche bilaterali che legano l'azienda al tirocinante. Il 78% delle imprese offerenti stage sono infatti di dimensioni medio-piccole (con un numero di addetti inferiore a 200).
Meno male che qui i Prime si sono espressi "al volo": sul mio blog hanno lasciato un commento lungo 170 righe "giornalistiche", pari a un articolo di 3 pagine su un settimanale.
Per dire poi cosa? Sostanzialmente niente.
L'indagine Excelsior di Unioncamere è basata su una mole di dati infinitamente superiore a quella di Sportello Stage.
Inoltre le microimprese, da uno a nove dipendenti, costituiscono circa l'80% di quella galassia che viene definita "pmi", cioè piccole e medie imprese. E l'indagine Excelsior dimostra che le microimprese, OVVIAMENTE, prendono pochissimi stagisti.
Insomma, i Prime affermano sempre che le pmi sono il 97% delle imprese italiane: ma dire ciò è fuorviante, perchè da quel 97% va tolta l'enorme percentuale delle micro-imprese, che PER QUANTO RIGUARDA GLI STAGE non fanno testo - essendo bar, negozi etc, e pertanto non avendo bisogno/possibilità di ricorrere a stagisti.
Tornando al fulcro del tema, e cioè ai rimborsi-spesa per gli stagisti, è interessante rilevare che quanto più l'azienda è grande, e magari ha sedi in vari Paesi, tanto più è abituata a trattare bene gli stagisti e a ricompensare il loro lavoro con rimborsi-spesa generosi.
Sono le imprese più piccole che spesso giocano in maniera sleale con gli stagisti, facendoli lavorare gratis o semigratis con il paravento della "formazione". E ripeto: in tre mesi si impara tutto quel che c'è da imparare per essere produttivi, in qualsiasi settore. Ogni stage più lungo è inevitabilmente uno stage che mira a mangiare, sulle spalle dello stagista, qualche mese di lavoro gratuito.
Eleonora
http://www.repubblicadeglistagisti.blogspot.com/
Eleonora,
l'indagine di Excelsior tocca solo in maniera estremamente marginale il mondo degli stage.
E' un'indagine sul mondo del lavoro, non sugli stage: gli dedica 2 pagine su 330 ...
Quella di Sportello Stage è invece centrata sugli stage e rispetto ad essi è molto + analitica e specifica.
Per il resto poi sono tutte tue fumose interpretazioni della stessa indagine il fatto che le microimprese ad esempio sono bar - cosa non vera, sono anche bar, ma pure agenzie di comunicazione in gran parte, ditte di eventi, tour operator, etc etc - oppure che dire che il 97% delle imprese sono pmi: lo sanno tutti questo.
Questa indagine tra le altre cose non fa differenza tra dipendenti a tempo indeterminato, a tempo det., atipici e addirittura stagisti nei suoi moduli: chissà quante microimprese finte contiene ... !
Ma OVVIAMENTE è difficile darti una lettura + oggettiva di quello che sono certi dati ...
La stessa indagine che tu presenti poi come cavallo di battaglia (!!!!) ci da questa definizione di stage:
Stage e tirocini
Lo stage, o tirocinio formativo e d’orientamento, è un periodo di formazione “on the
job” presso un’azienda e ha come obiettivo quello di “realizzare momenti di alternanza
tra studio e lavoro nell’ambito dei processi formativi e di agevolare le scelte professionali
tramite la conoscenza diretta del mondo del lavoro “ (Legge n. 196/97).
I principali destinatari sono gli studenti che frequentano la scuola secondaria, l’università
o corsi di qualifi ca e specializzazione, nonché i neodiplomati e i neolaureati.
Inoltre, possono essere utilizzati anche da disoccupati e inoccupati al fi ne di agevolare
le scelte professionali.
Il numero di tirocinanti che un datore di lavoro può ospitare è determinato dall’attività
dell’azienda e dal numero dei dipendenti.
Nell’indagine Excelsior, sono state considerate le attività di formazione svolte tramite
tirocini e stage. Sono stati rilevati, inoltre, il numero di tirocini/stage attivati e la
relativa durata media (in mesi).
Lo stage è quindi formazione, senza accenni qui ai rimborsi spesi.
Allora la nostra bella indagine va bene quando è vicina alle nostre idee elly, e invece non va + bene quando dice cose contrarie a quello che noi pensiamo?
Riflettici meglio ...
;-)
Cari Prime, vi state arrampicando sugli specchi, qui come sul mio blog. Comunque, continuate pure a pensarla come vi pare.
Io ho citato un'indagine seria, di un ente serio, che abbraccia tutto il mercato del lavoro e pertanto ANCHE gli stage. Riuscendo a dare un'informazione interessante su quali sono le imprese che utilizzano maggiormente gli stage.
Eleonora
http://www.repubblicadeglistagisti.blogspot.com/
Eleonora, ci stai dicendo quindi che:
- Sportello Stage non è serio
- La ricerca che citi ha gli Stage come elemento cardine
- le pmi sono state intervistate da un call center
- etc etc
Non è che scambi uno specchio con la pianura padana?
;-)
Un abbraccio
"le pmi sono state intervistate da un call center"???
...
Ma avete preso un colpo di sole? Chi ha mai detto questo?
Mi amareggia, molto spesso, che voi utilizziate lo spazio di blog dove si fanno discussioni serie - come questa - per confondere le acque, gettare fumo negli occhi, creare confusione.
In questo caso, la frase sui call center assolutamente a sproposito mi induce proprio a pensare questo: che il vostro obiettivo sia disorientare la gente che legge questi commenti.
Eleonora
http://www.repubblicadeglistagisti.blogspot.com/
... c'è scritto sul rapporto di 330 pagine che non hai letto evidentemente ...
:-S
Dai pace pacetti, abbiamo capito che vuoi aver ragione per forza a prescindere da contenuti et similari ... te la lasciamo, altrimenti angela poi ci picchia - e farebbe anche bene da alcuni punti di vista ...
:-)))
Un abbraccio
Talvolta sono un po' pignola, ma continuo a non comprendere.
Come mai i Prime hanno scritto "Eleonora, ci stai dicendo quindi che (...) le pmi sono state intervistate da un call center" - quando io NON l'avevo mai affermato?
E come mai poi ora se ne sono venuti fuori spiegando che è una citazione da una delle 330 pagine del Rapporto Excelsior di Unioncamere?
Forse vogliono dimostrare quanto sono stati bravi ad esserselo letto tutto?
In realtà a me sembra sempre, purtroppo, un goffo tentativo di fare confusione su questo blog.
Tra l'altro, secondo il loro ragionamento, se leggeremo tutte le 330 pagine del Rapporto di Unioncamere da cima a fondo troveremo anche scritto che "Sportello Stage non è serio" e che "La ricerca ha gli stage come elemento cardine"?
Mi permetto di dubitarne. Però loro hanno associato queste due affermazioni a quella sulle interviste dei call center... Che confusione eh.
E rimango perplessa di fronte all'evidente sabbia negli occhi che i Prime cercano sempre di gettare su chiunque voglia fare un discorso serio che però si discosta dalle loro convinzioni. Come, in questo caso, col Rapporto Excelsior di Unioncamere.
... eleonora, ora non ci far dover di nuovo stare ore a scrivere km per doverti spiegare cosa non hai capito degli ultimi 5 commenti ...
Quando diciamo che ...
Eleonora, ci stai dicendo quindi che:
- Sportello Stage non è serio
- La ricerca che citi ha gli Stage come elemento cardine
- le pmi sono state intervistate da un call center
- etc etc
stiamo parlando di quel che si legge nelle tue parole ...
Tu dici per la proprietà transitiva che Sportello Stage - nell'aspetto Stage - è molto meno serio di Excelsior - la ricerca Excelsior non parla di Sportello Stage ...
Eppure la ricerca di Sportello Stage è una ricerca centrata sugli stage, mentre l'altra ha 3 pagine su 330 che accennano agli stage.
Tu parli di ricerca eccezionale x Excelsior, ma le interviste sono state fatte da un call center, fa parte del contenuto delle 330 pagine - non lo hai detto tu, ma non te ne sei accorta ... era una affermazione retorica ...
etc etc ...
... speriamo tu abbia ora capito il senso dei nostri commenti, altrimenti alziamo bandiera bianca per fartelo capire ...
:-)
Un abbraccio
ehi...non vi sembra di esagerare? A propposito del rapporto Unioncamere domani mattina pubblicherò un articolo sul Messaggero (e un post qui) su un argomento che mi sembra molto più interessante di questa storia degli stage.
Vorrei dire che lo stage è un mezzo, importante, per avvicinarsi al mondo del lavoro. Punto. A volte funziona e a volte no. Ma non è il lavoro della vita, non vale la pena scannarsi su questo. Vedrete quello che scriverò domani! :-)
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