UNO STIPENDIO PER I PADRI?
Vergogna. Vergogna profonda. E’ il sentimento che provo, quasi più della rabbia, di fronte al pezzo scritto oggi da Michele Brambilla sulla prima pagina del Giornale, con un titolo al quale una mano pietosa ha messo un punto interrogativo: ”Uno stipendio alle mamme?” Ma lui il punto interrogativo si intuisce che non ce lo avrebbe messo.
Comincia con un ”Noi mariti e padri di famiglia...”, dal quale si capisce che anche il signor Brambilla ha una famiglia e dei figli. Allora, senza fare tanti giri di parole, invece di stare ad analizzare le sue argomentazioni, che sinceramente trovo di interesse sotto zero (anzi mi stupisce e, ripeto, mi vergogno di appartenere alla stessa razza animale di chi pensa cosa simili) vorrei chiedere al signor Brambilla: ma perché lui non fa il padre e non se ne sta a casa a badare ai suoi bambini (onestamente dispiace mettere di mezzo degli innocenti, che sicuramente non sarebbero felici di questa soluzione, però...)invece di fare il giornalista? Non sarà che gli piace pavoneggiarsi con la sua firma su un grande giornale? Ama il suo lavoro? Ha una passione? Vuole guadagnare un bello stipendio? Gli piace dire a amici e conoscenti che è editorialista? Vuole semplicemente sentirsi parte attiva della società?. Assurdo: crescere dei figli è molto più importante e gratificante. O no? Non suona molto meglio la parola ”padre”, invece che giornalista, o se è per questo, falegname, impiegato, ingegnere?
Michele Brambilla è un ”padre”, questo è importante, il resto è inutile. Lui dovrebbe essere d’accordo. Dopo che lui avrà fatto questa ”libera scelta”, lo invito a chiedere anche lo stipendio per pulire e rassettare. E allora, solo allora, potremmo riparlarne. Comunque, io tutelerei anche lui, e perciò sarei contraria anche allora, perché temo che dopo sei mesi della sua meravigliosa vita di ”padre” stipendiato e a tempo pieno, di fronte ai mucchi di panni sporchi, di piatti da mettere in lavastoglie, di calzini da raccattare dalla stanza dei ragazzi, di giornate di solitudine e di deserto intellettuale, senza neanche la speranza di prendere un bel caffè al bar vicino alla redazione con i colleghi, potrebbe avere delle crisi depressive.
PS: Brambilla giustamente dice che è inutile pensare a uno stripendio alle donne, basterebbero sostanziosi sgravi fiscali ai padri di famiglia maschi, quando la moglie sta a casa. Infatti. Infatti tutto il mondo parla di come incentivare il lavoro delle donne, magari con sgravi fiscali sul reddito femminile. Ecco perché il famoso quoziente fiscale familiare taglia le gambe alle donne, che grazie a mariti come lui fanno una fatica pazzesca a lavorare e magari si sentono anche in colpa. Ecco perché è una schifezza.
3 commenti:
Considerando a quale corrente politica appartiene il quotidiano e considerando che il premier del governo attuale ci consiglia di "sposare suo figlio", temo che questo sia solo l'inizio, cara Angela....
Anna
ssssttt.... stipendio per pulire e rassettare! prima che si risveglino le casalinghe oltre al sciur Brambilla! ;)
ciao e buon ponte del 25 aprile da Maria
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