LOTTIZZAZIONE ROSA
Gli indecisi si decidano, domenica finalmente si vota(qui accanto un fac simile per evitare errori: la croce va messa su un solo simbolo, non a metà su due, anche se sono alleati).
Siamo tutti disincantati e scettici, ma la speranza che qualcosa di buono ne possa uscire, in fondo in fondo, ce l'hanno quasi tutti. Io comunque ce l'ho. Ma pensiamo già al dopo. Chiunque vinca dovrà affrontare il problema delle donne, quello che finalmente si sta imponendo come una vera emergenza del mercato del lavoro italiano: le donne che lavorano sono poche. Ma sono ancora di meno quelle che contano qualcosa e che potrebbero veramente influire sulla gestione delle aziende.
La voce, già pensando al dopo elezioni, fa una proposta, per fortuna avanzata da un uomo: il nuovo governo dovrà fare una serie di nomine in enti e aziende controllate dallo Stato. Perché non nominare, al 50% , delle donne? L'articolo "Aspettando una lottizzazione rosa" di Carlo D'Ippoliti sottolinea: "In un momento di competizione particolarmente aspra, e perfino di rischio declino, l'Italia discrimina e rifiuta l'apporto fondamentale di competenze, capacità, conoscenze, di alcuni tra i suoi più preziosi cittadini, le donne." E ciò avviene "non per ragioni di calcolo razionale o convenienza economica, ma per motivi culturali, di carenze istituzionali, di preservazione e conquista del potere da parte di élites chiuse".
Quindi la lottizzazione dopo le elezioni si faccia, come tanto si fa, ma comprenda anche le donne. Qualche giorno fa il Corriere Economia ha fatto uno speciale con i nomi e i curriculum di donne manager che possono essere considerate ottimi candidati per questi posti nelle grandi aziende controllate dallo Stato. Un'opera intelligente e meritoria. Si aggiungano altre candidate. E non si abbia paura di sbagliare: una percentuale di nomine sbagliate è normale. Consentiamo anche alle donne di sbagliare o di rivelarsi non all'altezza. Ci sono tanti uomini che non lo sono!
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