SCUOLA DEL MERITO...E DEL DEMERITO
I nostri giovani sono in grave ritardo rispetto a quelli di altri paesi.. Le loro competenze in matematica sono indietro almeno di un anno, la differenza tra Nord e Sud, nell’insegnamento e nei risultati, è molto ampio. Il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, è tornato con queste parole sul tema giovani e scuola, proprio nel giorno in cui il ministro Gelmini ha presentato il suo piano.
Per la prima volta da molti anni, un ministro non ha presentato ingegnerie strutturali (tipo progetti, piani, riorganizzazioni dell’insegnamento tipo 3+2, 5+3, 8-1), ma ha detto che bisogna pagare di più gli insegnanti e far valere il merito nella scuola. Si è aggiunto anche il ministro della Funzione Pubblica, renato brunetta, il quale ha anunciato: gli insegnanti italiani dovranno essere i più pagati della Ue. Bene: questo implica che il loro numero cali drasticamente, e che vengano reclutati con sistemi diversi da quelli utilizzati finora, con immissioni periodiche di precari sfiancati. Vedremo.
Intanto, visto che parlare di scuola conduce anche a parlare di Università, segnalo il link a un interessante pezzo su Noise from amerika sul sistema universitario americano e sull’annoso problema se in Italia dovremmo abolire il valore legale del titolo di studio, far pagare di più le tasse universitarie o no.
Un’unica considerazione conclusiva: è chiaro che se si reintroduce la concorrenza e il merito, ci sarà qualcuno che sarà premiato e qualcuno che sarà castigato...siamo pronti per questo?
4 commenti:
Come si fa a non essere pronti al presente, sul quale siamo già in ritardo?
Il futuro si può solo avere paura di immaginarlo altrimenti ...
Non ci credo a tutte ste grande balle dei politici....ma loro, che percorso formativo hanno fatto?
Basta che il merito non sia: "Avere il merito di conoscere potenti o avere il merito di avere tanti soldi". Arnald
Mi trovo d'accordo sull'aumento di stipendi. Deve avvenire per gli insegnanti, ma anche per gli operai. Ancora più d'accordo sulla meritocrazia da perseguire nell'assegnazione di incarichi ma anche in tutta la carriera del docente.
C'è però chi mi fa notare che 900 e rotti euro di un docente, per 25 ore medie di lavoro, possono tuttavia essere già sufficienti visto che la stessa paga è data ad un operaio per 40 ora settimanali. Anche questo va osservato.
Ciò che deve emergere, a mio avviso, è il fatto che una volta l'insegnamento era una professione di riguardo, con una certa valenza sociale e culturale, ben guardata da tutti. Oggi ha perso di valore e questo si traduce in sfiducia di chi svolge questa attività e di chi la riceve, con conseguenza perdita di valore e demotivazione degli insegnanti.
Anche su questo bisogna andare, partendo dalla paga ma senza fermarsi solo su essa. Altrimenti sono soldi che vanno senza nessun riscontro in termini di produttività e merito.
Luca
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